prorogata fino al 2026 l’entrata in vigore della sugar tax sulle bevande edulcorate

prorogata fino al 2026 l’entrata in vigore della sugar tax sulle bevande edulcorate

Il decreto economia proroga al 1° gennaio 2026 l’entrata in vigore della sugar tax sulle bevande edulcorate, segnando il settimo rinvio e sollevando dubbi su impatto fiscale e sanitario in Italia.
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Il decreto economia posticipa al 1° gennaio 2026 l’entrata in vigore della sugar tax sulle bevande zuccherate, segnando il settimo rinvio di una tassa volta a ridurre il consumo di zuccheri e promuovere scelte più salutari, ma ancora ostacolata da resistenze politiche ed economiche. - Gaeta.it

Il decreto economia, recentemente approvato dal Senato e ora all’esame della Camera, contiene una nuova proroga per l’entrata in vigore della sugar tax, l’imposta sulle bevande edulcorate. Originariamente prevista per entrare in vigore già nel 2020, la tassa è stata rinviata più volte nel corso degli ultimi anni. L’ultima decisione sposta al 1° gennaio 2026 l’inizio dell’applicazione, provocando nuove riflessioni sul quadro fiscale e sanitario.

La storia dei rinvii sulla sugar tax

La sugar tax è stata pensata e introdotta dalla legge di bilancio 2020. Fin da subito, però, si è deciso di posticiparne l’entrata in vigore. Nel 2020, il decreto rilancio ha fissato la nuova data al 1 gennaio 2021, rinvio che è diventato subito il primo di una lunga serie. L’anno dopo, la legge di bilancio 2021 ha spostato l’entrata in vigore al gennaio 2022, ma anche questa data è stata superata senza applicare la tassa. È seguito un altro spostamento al gennaio 2023, deciso dalla legge di bilancio del 2022, poi ulteriormente rinviato al gennaio 2024 con la legge di bilancio 2023.

Altri rinvii importanti

Nel 2024, il termine era stato fissato al 1 luglio dello stesso anno, ma il decreto legge 39 del 2024 lo ha spostato nuovamente al 1 luglio 2025. L’ultimo rinvio è stato ufficializzato con il decreto economia, il cui via definitivo dalla Camera è ancora atteso. Questo provvedimento schiaccia la nuova data a gennaio 2026, segnando così il settimo posticipo di una tassa già più volte sospesa.

I dettagli tecnici della sugar tax

La sugar tax riguarda specificamente le bevande analcoliche edulcorate. L’imposta si calcola in modo diverso a seconda che il prodotto sia finito o destinato ad essere diluito. Per i prodotti finiti la tassa è di 10 euro per ettolitro, mentre per quelli da diluire vale 0,25 euro per chilogrammo. Questi valori sono stati stabiliti dalla legge di bilancio 2020 che ha introdotto la nuova imposta.

L’obiettivo della tassa è duplice: da una parte ridurre il consumo di zuccheri nascosti nelle bevande, dall’altra incentivare scelte più salutari da parte dei consumatori, seguendo esempi già applicati in Paesi come Francia, Regno Unito e Messico. Si tratta di una misura che si inserisce nella più ampia strategia per il contrasto alle malattie legate all’alimentazione, come obesità e diabete.

L’impatto economico e politico dei rinvii

Ogni rinvio dell’entrata in vigore della sugar tax comporta un costo per lo Stato, dovuto alla mancata entrata fiscale. Per il 2025 si stimano oneri per circa 142 milioni di euro, mentre per il 2027 la perdita di gettito si riduce a 12,7 milioni, scendendo a 1 milione per il 2028. Questi numeri spiegano in parte la difficoltà di trovare coperture stabili necessarie a eliminare completamente la tassa.

Resistenze politiche ed economiche

Dal punto di vista politico, la misura ha sempre incontrato resistenze. L’opposizione di categorie produttive e alcune forze politiche ha spinto a continui rinvii, rendendo incerta l’applicazione. Il governo di Giuseppe Conte, che ha messo la tassa nella legge di bilancio 2020, aveva intenzione di usarla per indirizzare i consumi ma si è scontrato con le difficoltà di conciliare l’obiettivo sanitario con le esigenze economiche.

Il decreto economia rappresenta un’ulteriore tappa di questa lunga storia, ma dovrà ancora superare il passaggio definitivo alla Camera. La proroga al 2026 rimanda ulteriormente il dibattito su come affrontare la questione fiscale legata alle bevande edulcorate. Restano aperti i nodi relativi all’efficacia della misura, alla sostenibilità finanziaria e al quadro normativo che regola il settore alimentare in Italia.

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