Primo caso umano negli Usa dopo 50 anni: il verme a vite del Nuovo Mondo torna a preoccupare bestiame e persone

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Verme a vite del Nuovo Mondo, primo caso umano negli Usa dopo 50 anni - Gaeta.it

Donatella Ercolano

26 Agosto 2025

Negli Stati Uniti è stato confermato un caso di infezione da verme a vite del Nuovo Mondo, un parassita che si nutre di carne e tessuti vivi di animali e persone. Dopo decenni di assenza, la scoperta di questo caso nel Maryland riporta l’attenzione sulle minacce che il parassita rappresenta per la salute pubblica e per l’allevamento. Le autorità americane hanno già avviato misure per contenere la possibile diffusione.

Stato attuale dell’infezione da verme a vite nel caso umano confermato in Maryland

Il 4 agosto il Dipartimento della salute e dei servizi umani del Maryland ha confermato un’infezione da verme a vite del Nuovo Mondo in una persona arrivata negli Stati Uniti da El Salvador. Le autorità hanno precisato che il paziente è guarito completamente e non ci sono prove di ulteriori contagi tra persone o animali. Andrew Nixon, portavoce del Dipartimento, ha sottolineato la rarità del caso e l’assenza di un rischio immediato per la popolazione locale.

Questa notizia segue anni in cui il parassita era stato eliminato dal bestiame negli Stati Uniti grazie a programmi specifici. La recente epidemia in America Centrale ha complicato la situazione. Il caso nel Maryland segnala le difficoltà nel prevenire il ritorno del parassita nel territorio americano. Le autorità hanno rassicurato che la trasmissione diretta tra persone non avviene e che il rischio di diffusione resta molto basso.

Impatto dell’epidemia di verme a vite in America Centrale e rischi per gli Stati Uniti

L’epidemia di verme a vite del Nuovo Mondo in America Centrale ha causato problemi sia per la salute umana sia per le perdite nel settore zootecnico. Questo parassita, noto come Cochliomyia hominivorax, provoca ferite infette negli animali da allevamento, compromettendo la loro salute e produttività. Negli Stati Uniti, soprattutto nelle zone vicine al confine con il Messico, cresce la preoccupazione per una possibile ripresa della diffusione.

Le autorità sono attente perché il verme attacca ferite aperte o non curate, creando difficoltà negli allevamenti. Gli esperti ricordano che chi viaggia in aree tropicali e subtropicali deve controllare eventuali ferite per evitare infezioni. I Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie segnalano che la maggior parte delle infezioni negli Stati Uniti deriva da contatti avvenuti in queste regioni. Per questo la prevenzione e la rimozione rapida delle larve sono fondamentali per limitare i danni.

Caratteristiche biologiche e ciclo di infezione del verme a vite del Nuovo Mondo

Il verme a vite si sviluppa nutrendosi di tessuti vivi. La femmina della mosca depone fino a un centinaio di uova in ferite aperte di mammiferi, inclusi bestiame e, più raramente, esseri umani. Le uova si schiudono in circa 12 ore, liberando larve che penetrano nella ferita e si nutrono della carne viva, causando dolore e infiammazione intensa. L’odore sgradevole che si sprigiona può attirare altri insetti e favorire complicazioni.

Non esistono cure specifiche per il parassita, quindi la rimozione tempestiva delle larve è essenziale per evitare danni gravi. Chi è infetto deve rivolgersi al pronto soccorso o a un medico. Negli animali, i veterinari estraggono manualmente le larve, disinfettano la ferita, rimuovono il tessuto danneggiato e suturano. Spesso le ferite guariscono senza antibiotici. Phillip Kaufman, docente di entomologia alla Texas A&M University, ricorda che l’infezione non si trasmette tra mammiferi.

Strategie di contenimento: impianto per mosche sterili e misure precauzionali nelle zone a rischio

Per limitare la diffusione del verme a vite negli Stati Uniti, il Dipartimento dell’Agricoltura ha annunciato un piano da 8,5 milioni di dollari per realizzare nel sud del Texas un impianto di produzione di mosche sterili. Questa tecnica, già utilizzata in passato, prevede di diffondere mosche incapaci di riprodursi per ridurre gradualmente la popolazione del parassita e bloccarne la diffusione. Il segretario all’Agricoltura, Brooke Rollins, ha confermato l’obiettivo di eliminare nuovamente il verme dal territorio nazionale.

L’American Veterinary Medical Association invita allevatori e veterinari a monitorare con attenzione animali con ferite aperte o che hanno subito interventi chirurgici o procedure invasive come la marchiatura. Sono particolarmente a rischio gli animali da allevamento appena partoriti o con ferite che facilitano la deposizione delle uova.

Infine, la Food and Drug Administration ha autorizzato l’uso di emergenza di farmaci per trattare o prevenire l’infezione da verme nel bestiame, segno che le autorità stanno intensificando gli sforzi per evitare nuovi focolai. Questi interventi puntano a impedire un ritorno significativo del parassita che in passato ha causato gravi danni all’allevamento americano.