A Somma Vesuviana, c’è crescente apprensione riguardo il destino degli stabilimenti Dema, con potenziali chiusure all’orizzonte e il successivo trasferimento dei lavoratori negli impianti Adler a Airola e Brindisi. La situazione ha attirato l’attenzione sia dei sindacati che delle autorità locali, con richieste urgenti per un intervento del governo al fine di garantire la continuità dei posti di lavoro.
La situazione negli stabilimenti Dema
La crisi che coinvolge gli stabilimenti Dema di Somma Vesuviana e Paolisi è evidenziata dalle parole di Andrea Morisco, rappresentante sindacale dei lavoratori della Dema. Morisco ha sottolineato che il piano industriale di Adler prevede solo investimenti limitati fino al 2027, il che dunque pone in discussione la sorte dei dipendenti dopo quella data. Il timore principale è che la chiusura degli stabilimenti si traduca in un grave impatto occupazionale e sociale.
Morisco ha chiarito le preoccupazioni dei lavoratori, attendendosi che il governo intervenga con misure concrete. Le incertezze dei dipendenti riguardano non solo il futuro immediato, ma anche la stabilità lavorativa a lungo termine. “Non possiamo accettare che centinaia di famiglie siano messe a rischio da queste scelte industriali,” ha dichiarato l’operaio, evidenziando l’urgenza di una risposta da parte delle istituzioni.
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La posizione del sindaco e delle istituzioni locali
Il sindaco di Somma Vesuviana, Salvatore Di Sarno, ha preso una posizione decisa nel sostenere i lavoratori della Dema, avvisando che la chiusura di questi stabilimenti sarebbe devastante per l’economia locale. Ha indicato che la situazione potrebbe portare a una desertificazione industriale, con oltre 200 posti di lavoro in pericolo non solo a Somma Vesuviana, ma anche a Paolisi.
Di Sarno ha avviato un dialogo con il sindaco di Paolisi, Umberto Maietta, per unire le forze e affrontare la situazione in modo coeso. Le autorità locali stanno considerando l’opzione di convocare una seduta straordinaria del Consiglio Comunale per discutere le problematiche legate alla Dema e adottare misure collettive. Il sindaco ha anche fatto un appello diretto al governo, richiedendo l’intervento di figure chiave come il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il Ministro delle Imprese, Adolfo Urso.
Nonostante le critiche e le preoccupazioni, Di Sarno ha riaffermato il bisogno di sostenere i lavoratori e ha messo in evidenza le storie di vita dei dipendenti, sottolineando che essi rappresentano non solo numeri, ma famiglie e comunità.
Le conseguenze per i lavoratori e la comunità locale
I trasferimenti previsti dal piano di Adler avranno un effetto significativo sulla vita quotidiana dei lavoratori, che potrebbero doversi spostare pendolari per i prossimi anni. Con la scadenza del concordato nel 2027, la mancanza di una chiara visione sul futuro occupazionale degli operai non fa che aumentare l’ansia e l’incertezza.
Morisco ha motivato la sua inquietudine affermando che non ci sono state promesse solide per garantire una continuità lavorativa. Le decisioni aziendali di trasferire i lavoratori in altre località si scontrano con il desiderio di mantenere i posti di lavoro originariamente offerti nella comunità di appartenenza.
La situazione ha suscitato una forte mobilitazione tra i lavoratori e la loro famiglia, con un’onda di solidarietà che sta cercando di coinvolgere diverse istituzioni, locali e nazionali. Anche il tessuto sociale delle due comunità è a rischio, visto che la chiusura degli stabilimenti Dema minerebbe la stabilità economica della zona, causando un effetto domino su piccole e medie imprese locali e sull’occupazione, ma anche sul welfare e sulla qualità della vita delle persone.
La battaglia per mantenere in vita gli stabilimenti Dema è diventata una questione cruciale per la comunità, con le istituzioni e i lavoratori che si uniscono per rivendicare il loro diritto a un futuro stabile e dignitoso.