Ponza avvia un progetto per il ripopolamento degli astici europei nel mare dell’isola nel 2025

Ponza avvia un progetto per il ripopolamento degli astici europei nel mare dell’isola nel 2025

a ponza il comune e l’università della tuscia collaborano per ripopolare gli astici europei nel mare locale, contrastando il declino della specie con rilascio controllato e coinvolgimento delle istituzioni.
Ponza Avvia Un Progetto Per Il Ponza Avvia Un Progetto Per Il
A Ponza, il Comune e l’Università della Tuscia collaborano per ripopolare il mare con giovani astici europei, proteggendo la biodiversità marina e sostenendo la pesca sostenibile. - Gaeta.it

A Ponza prende forma un esperimento di recupero della fauna marina: il Comune ha avviato una collaborazione con l’Università della Tuscia per rimettere in libertà giovani astici europei nel mare locale. L’iniziativa mira a contrastare il calo della popolazione di questa specie, minacciata da pesca e inquinamento. Il 17 giugno, nella sala polifunzionale C. Pisacane, sarà possibile seguire da vicino le fasi di rilascio e scoprire i dettagli di questa operazione.

Collaborazione tra comune di ponza e università della tuscia per la tutela marittima

Il progetto sul ripopolamento degli astici ha radici in un’intesa tra il Comune di Ponza e il Dipartimento di scienze ecologiche e biologiche dell’Università della Tuscia. Esperti ed ecologi hanno studiato a lungo la situazione del mare attorno all’isola, rilevando la necessità di interventi concreti per proteggere le specie locali. L’iniziativa prevede il rilascio sul fondo marino di giovani astici europei, allevati in strutture specifiche, per incrementare la presenza della specie.

Il luogo scelto per il rilascio è la secca delle Formiche, un punto noto per la sua biodiversità. Le operazioni si svolgono sotto la supervisione della Capitaneria di Porto e della Guardia di Finanza, che garantiscono la sicurezza e la legalità dell’intervento. L’appuntamento del 17 giugno, dalle 10 alle 13, offrirà l’occasione di approfondire gli obiettivi e le modalità di questa esperienza.

Questo progetto unisce scienza, tutela ambientale e azione pubblica. Grazie agli studi sull’ecosistema marino e alla delicata opera di ripopolamento, si intende consolidare un equilibrio che negli ultimi anni è stato compromesso da attività umane.

Dati storici e meccanismi del progetto astici

Il progetto astici è nato quasi vent’anni fa, quando si è constatato un calo sulle popolazioni di specie marine importanti per l’ecosistema e per le economie locali. L’astice europeo, in particolare, ha sofferto per la pesca eccessiva, spesso irregolare, la distruzione degli habitat costieri e l’inquinamento marino.

Negli ultimi cinque anni, l’Università della Tuscia ha rilasciato circa 15.000 giovani astici nell’area costiera vicino a Ponza. Questi esemplari arrivano dagli impianti di acquacoltura del Centro Ittiogenico Marino Sperimentale situato alle Saline di Tarquinia, dove vengono cresciuti in condizioni controllate per poi essere trasferiti in mare.

L’obiettivo è duplice: da una parte, aumentare la presenza degli astici per sostenere la pesca legale e proteggere la biodiversità. Dall’altra garantire la salute degli ecosistemi marini che, se compromessi, influenzano la qualità di vita e l’economia locale. Gli studiosi insistono sull’importanza di mantenere questi sistemi naturali in buone condizioni per assicurare benessere alle future generazioni.

Il ruolo delle istituzioni nella difesa della biodiversità marina a ponza

L’organizzazione e la gestione di un progetto come questo richiedono il coinvolgimento di diversi enti. Il Comune di Ponza ha assunto un ruolo attivo nel coordinamento, affiancandosi ai ricercatori e alle forze di sicurezza marittima. La Capitaneria di Porto e la Guardia di Finanza assicurano il rispetto delle norme in mare durante il rilascio degli astici, controllando che l’area resti protetta e libera da attività illecite.

L’iniziativa serve da modello per altre realtà costiere italiane che affrontano problemi simili legati alla pesca e alla tutela ambientale. Il coinvolgimento diretto delle amministrazioni locali e delle università mostra come comuni, centri di ricerca e autorità possano operare insieme per affrontare emergenze ambientali con interventi pratici.

Sono previsti incontri pubblici per informare cittadini e pescatori sugli sviluppi del progetto, sulle norme da rispettare e su come contribuire alla salvaguardia del mare. Il confronto diretto facilita la partecipazione e la diffusione di una cultura di rispetto per l’ambiente marino.

L’impatto ambientale e sociale del ripopolamento degli astici

La tutela delle popolazioni di astici va oltre la semplice conservazione di una specie. Questi crostacei svolgono un ruolo rilevante negli ecosistemi costieri, contribuendo all’equilibrio delle catene alimentari marine. Il loro declino influenza molte altre specie e può alterare l’intero ambiente circostante.

Dal punto di vista sociale, la presenza di astici favorisce attività economiche locali, soprattutto la pesca sostenibile, fonte di reddito per molte famiglie dell’isola. Il progetto intende quindi promuovere una gestione responsabile delle risorse marine, evitando la sovrapesca e incoraggiando pratiche che rispettano i tempi di riproduzione e crescita degli animali.

Inoltre, la partecipazione della comunità locale durante le fasi pubbliche del progetto rafforza il rapporto tra popolazione e ambiente. Non si tratta solo di ripopolare il mare ma di educare e accompagnare i cittadini a diventare custodi del proprio territorio, per evitare danni futuri e preservare la ricchezza naturale.

I risultati delle prime fasi mostrano un effetto positivo, con la crescita registrata degli astici rilasciati e una maggiore attenzione verso la legalità nella gestione della pesca. Il progetto di Ponza si configura come un passo concreto nella lotta per la salvaguardia dei mari italiani.

Change privacy settings
×