Il premier polacco Donald Tusk ha richiamato l’articolo 4 del Trattato del Nord Atlantico dopo che droni provenienti dalla Bielorussia hanno violato lo spazio aereo nazionale. Questo articolo prevede consultazioni urgenti tra gli alleati quando uno di loro si sente minacciato nella sua integrità territoriale, indipendenza o sicurezza. Con questa mossa, la Polonia avvia un confronto importante all’interno del Consiglio del Nord Atlantico, il principale organismo politico dell’Alleanza.
Cosa significa davvero l’articolo 4 della Nato
L’articolo 4 serve a far scattare consultazioni tra i Paesi membri ogni volta che uno si sente minacciato nella sua sicurezza o sovranità. Non è un obbligo a intervenire militarmente, ma un modo per sedersi subito attorno a un tavolo e capire insieme cosa fare. Dal 1949, anno di fondazione della Nato, questo strumento è stato usato solo sette volte, a dimostrazione della sua eccezionalità.
L’ultima chiamata risale al 24 febbraio 2022, il giorno in cui la Russia ha invaso l’Ucraina. Allora, diversi Paesi – Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania e Slovacchia – hanno chiesto di attivare l’articolo 4. Un’altra volta è stata la Turchia, nel febbraio 2023, a farlo per una questione legata alla crisi in Iraq.
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La scarsa frequenza con cui si ricorre a questa procedura sottolinea quanto sia importante. Serve a tenere alta l’attenzione degli alleati su una situazione di rischio, garantendo una risposta politica condivisa. Ma non significa scattare subito in azione o scendere in guerra insieme.
Il Consiglio Del Nord Atlantico: il cuore delle decisioni
Il Consiglio del Nord Atlantico, previsto dall’articolo 9 del Trattato, è il centro decisionale dell’Alleanza. Qui siedono tutti gli Stati membri, che si confrontano su sicurezza, strategie e questioni militari. Le decisioni si prendono per consenso, con ampio spazio a discussioni e negoziazioni.
Quando scatta l’articolo 4, il Consiglio si riunisce rapidamente. È la piattaforma dove gli alleati si scambiano informazioni, valutano i rischi e decidono come muoversi insieme. La flessibilità del Consiglio permette di organizzare incontri sia in presenza sia da remoto, per rispondere subito alle emergenze.
Questo organismo non si occupa solo delle crisi in corso, ma segue costantemente le sfide alla sicurezza continentale e globale. Il dialogo politico e militare dentro il Consiglio è fondamentale per mantenere l’unità e adattarsi a nuove minacce, come quelle legate a incursioni aeree o all’uso di droni in zone sensibili.
L’incursione dei droni bielorussi e la risposta di Varsavia
La notte prima della richiesta, lo spazio aereo polacco è stato violato da droni in arrivo dalla Bielorussia. Un episodio che ha acceso le preoccupazioni sulla sicurezza nazionale e il rischio di un’escalation al confine orientale. Di fronte a questo, il governo di Donald Tusk ha deciso di attivare l’articolo 4.
Con questa mossa, la Polonia cerca un confronto urgente con gli alleati e vuole spingere per una posizione comune sulle minacce provenienti dai Paesi vicini. Varsavia ha ribadito l’importanza di monitorare con attenzione ogni angolo del proprio territorio e di reagire con fermezza a queste incursioni.
L’intervento di Tusk in Parlamento ha messo in chiaro quanto la situazione sia seria. Ha sottolineato che “la sicurezza interna dipende anche dalla cooperazione dentro la Nato.” Chiedere la consultazione è anche un modo per mettere pressione sulla Bielorussia, chiedendo di fermare attività che rischiano di destabilizzare l’area.
Questa vicenda mostra come l’articolo 4 sia uno strumento politico e preventivo, che permette agli alleati di affrontare insieme minacce importanti prima che degenerino in conflitti aperti. Mette anche in evidenza l’attenzione della Nato verso i voli non autorizzati e le nuove forme di incursione, come i droni militari.
Con la richiesta della Polonia, la Nato si trova di fronte a una nuova tensione che ribadisce quanto sia cruciale il dialogo politico all’interno dell’Alleanza. Il richiamo all’articolo 4 conferma il ruolo centrale del Consiglio del Nord Atlantico, chiamato a vigilare sulle frontiere e a mantenere stabile la situazione nell’Europa dell’Est.