La mobilità urbana resta una questione centrale nelle grandi città italiane, dove i tempi di spostamento incidono sulla vita quotidiana di milioni di persone. Un recente sondaggio svolto da YouTrend, presentato nel convegno promosso dal think tank The Urban Mobility Council, ha fornito dati aggiornati sui comportamenti, le preferenze e le problematiche legate agli spostamenti casa-lavoro e studio nelle 14 maggiori città italiane. Da queste informazioni emergono evidenze sull’uso prevalente del mezzo privato, sulle priorità nelle scelte di mobilità e sulle percezioni riguardo ai nuovi strumenti tecnologici per il monitoraggio delle emissioni inquinanti.
Impiego medio del tempo negli spostamenti e principali mezzi utilizzati
L’indagine rileva che gli italiani che vivono nelle grandi città impiegano in media più di 30 minuti per raggiungere il posto di lavoro o di studio. Complessivamente, quindi, si dedica oltre un’ora al giorno ai soli spostamenti di andata e ritorno. Questo dato si riallaccia alle scelte dei mezzi di trasporto: oltre la metà degli intervistati utilizza l’automobile privata, mentre il 13% sceglie la moto o lo scooter.
La mobilità individuale conserva un ruolo centrale tra le scelte quotidiane, condizionate da criteri legati all’efficacia personale. Più della metà degli intervistati afferma che il tempo di percorrenza orienta la scelta del mezzo, mentre il 31% valuta il costo economico e il 30% dà peso alla flessibilità di orari e destinazioni. Solo il 15% pone come criterio prioritario l’impatto ambientale dei mezzi utilizzati.
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La disponibilità di veicoli privati rimane elevata: l’86% dichiara di avere accesso a un’automobile di proprietà, sua o di familiari conviventi. Nel prossimo anno, il 18% ha intenzione di acquistare un’auto; tra questi, più della metà valuterebbe un modello ibrido, mentre una buona parte considera ancora l’opzione benzina o elettrica pura.
Percezioni e opinioni sulla mobilità sostenibile e l’accesso alle zone a traffico limitato
Tra gli intervistati, la maggioranza continua a preferire le auto a combustione tradizionale come diesel, benzina, Gpl o metano. Solo un quinto dei cittadini delle città principali ritiene preferibili i veicoli elettrici. Per chi sceglie l’auto elettrica, il minore impatto ambientale rappresenta il vantaggio principale , mentre il costo d’acquisto elevato e la limitata autonomia delle batterie risultano i maggiori ostacoli.
Le politiche che regolano l’accesso alle zone a traffico limitato nelle città appaiono ancora molto divisive. Il 48% degli intervistati si oppone a limitare l’ingresso al centro solo ai possessori di veicoli più recenti, contro un 42% favorevole. Su un tema di grande attualità, cioè l’installazione di dispositivi elettronici per monitorare le emissioni , circa metà degli intervistati si mostra disponibile se questo consentisse maggiore libertà di accesso nelle Ztl.
La ricerca del politecnico di milano sulle green box e le emissioni reali dei veicoli
Il Politecnico di Milano, insieme a UnipolTech, ha condotto una ricerca che ha preso in esame oltre 11 mila veicoli e 25 milioni di viaggi effettuati nel 2022. Questa analisi, pubblicata sulla rivista Nature, ha sfruttato dispositivi telematici dotati di sistemi Gnss e Imu per misurare le emissioni inquinanti reali di ciascun veicolo, tenendo conto di stile di guida, chilometraggio e velocità.
Il metodo sviluppato propone una misurazione “veicolo-centrica” delle emissioni, abbinando le informazioni di classe euro con dati comportamentali specifici. Questo sistema permette di calcolare in modo accurato le emissioni effettive di CO2 e NOx. I risultati mostrano come un veicolo Euro 4 con guida consapevole possa inquinare meno di un’auto Euro 6 con guida meno attenta, sottolineando il ruolo fondamentale del comportamento alla guida oltre alla tecnologia del motore.
Il modello introduce tre indicatori ambientali per ogni auto: consumo di carburante, emissioni di CO2 e di NOx. Questi parametri possono servire a definire politiche di mobilità più mirate, premiando chi guida in modo responsabile, anziché limitarsi all’età del veicolo. Un sistema di questo tipo potrebbe, ad esempio, modulare l’accesso alle Ztl in base alle reali emissioni, riducendo i costi per chi non può acquistare un’auto recente.
Considerazioni sull’evoluzione della mobilità urbana e la transizione verso l’elettrico
Secondo Sergio Savaresi, direttore del Dipartimento Elettronica, Informazione e Bioingegneria al Politecnico di Milano, la migrazione verso la mobilità elettrica nelle città italiane sarà un processo graduale e complesso. La transizione non si risolve con il semplice cambio delle auto, ma richiede un mutamento dei modelli di spostamento.
Savaresi sottolinea che il lungo percorso di passaggio deve essere supportato da strumenti che misurano con precisione le emissioni individuali, indipendentemente dalla categoria euro del veicolo. Questi dati, ottenibili grazie alle “green box”, garantirebbero una maggiore equità tecnologica, evitando divieti o incentivi non calibrati. Permettono, inoltre, di adottare politiche ambientali più giuste e funzionali nel tempo, capaci di adattarsi all’effettivo utilizzo delle vetture.
Gli strumenti telematici rappresentano quindi un’opportunità per migliorare la qualità dell’aria e gestire in modo più efficiente l’accesso ai centri urbani, a patto che si sviluppino politiche coerenti con i dati reali di emissione e di mobilità.