Picchia a sangue la moglie e la lascia senza sensi avvolta in un tappeto a migliadino san Vitale

Picchia a sangue la moglie e la lascia senza sensi avvolta in un tappeto a migliadino san Vitale

Un uomo di 55 anni è stato arrestato a Megliadino san Vitale (Rovigo) per tentato omicidio aggravato dopo aver aggredito brutalmente la moglie, vittima di maltrattamenti ripetuti e ora sotto tutela.
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A Megliadino San Vitale (Rovigo), un uomo è stato arrestato per tentato omicidio dopo aver aggredito brutalmente la moglie, vittima di maltrattamenti ripetuti. La donna, gravemente ferita, è sopravvissuta grazie all’intervento tempestivo delle autorità. - Gaeta.it

Una violenta aggressione domestica è culminata con un arresto per tentato omicidio aggravato a Megliadino san Vitale, in provincia di Rovigo. L’episodio si è verificato il 6 maggio scorso quando un uomo di 55 anni, di origine albanese, ha maltrattato brutalmente la moglie, lasciandola in condizioni critiche sul terrazzo di casa. La donna, nonostante la gravità delle ferite, è sopravvissuta e ha consentito l’avvio delle indagini che hanno portato alla custodia cautelare del marito quattro giorni dopo.

Cronaca di una aggressione estrema nel rodigino

Il fatto è emerso ufficialmente solo recentemente, a seguito delle indagini coordinate dalla procura della repubblica di Rovigo. L’uomo, identificato con le iniziali P.G., si è reso responsabile di un’aggressione feroce dentro la propria abitazione a Megliadino san Vitale. Secondo la ricostruzione, la vittima è stata dapprima strangolata fino a perdere conoscenza, un atto che ha quasi causato la morte. Successivamente il marito ha continuato a colpirla con violenza al volto, alla testa, al torace e all’addome.

La scena drammatica sul terrazzo

La dinamica si è conclusa con la decisione dell’uomo di trasportarla, credendola priva di vita, sul terrazzo della casa. Lì, ha coperto la donna con un tappeto, abbandonandola senza aiuto. La capacità della vittima di sopravvivere lascia intendere come il colpo non sia stato mortale, ma le conseguenze fisiche e psicologiche restano molto gravi.

Contesto di violenze e maltrattamenti ripetuti

Gli accertamenti degli investigatori hanno fatto emergere che l’episodio del 6 maggio non è stato un atto isolato. Il trentennale rapporto tra i coniugi avrebbe conosciuto fasi di frequenti maltrattamenti fisici e psicologici. Minacce di morte, insulti costanti e una riduzione forzata della libertà personale della donna sono stati registrati come elementi di controllo e intimidazione da parte dell’uomo.

Un precedente violento del 26 agosto

Un fatto anteriore, accaduto lo scorso 26 agosto, ha rafforzato la gravità delle accuse: in quell’occasione, la donna fu picchiata con schiaffi e pugni a viso, torace e braccia, senza alcun motivo apparente se non quello di imporre dominio e paura. L’insieme di queste violenze ha configurato un quadro grave di maltrattamenti continuativi.

L’intervento della giustizia e le misure cautelari

Il 10 maggio, a pochi giorni dall’evento, l’uomo è stato arrestato sotto ordine di custodia cautelare. L’autorità giudiziaria ha stabilito che la sua permanenza a piede libero avrebbe potuto rappresentare un pericolo per la donna e l’ordine pubblico. L’accusa di tentato omicidio aggravato poggia su una serie di elementi concreti raccolti durante i sopralluoghi e le testimonianze acquisite.

La risposta delle forze dell’ordine

Le forze dell’ordine hanno agito con rapidità, appoggiandosi anche alle segnalazioni di conoscenti e vicini che avevano assistito a episodi di violenza in passato. Il procedimento penale è ora in corso, mentre la donna è stata messa sotto tutela e assistenza, con interventi medici e psicologici per il suo recupero.

Questa vicenda mette in evidenza ancora una volta la complessità e la pericolosità dei casi di violenza domestica. Le autorità ribadiscono l’importanza di segnalazioni tempestive per prevenire drammi più gravi. In questo caso, nonostante la brutalità dell’aggressione, la prontezza d’intervento ha permesso di evitare il peggio.

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