Petizione per la grazia a Renato Vallanzasca: raccolte oltre mille firme per la sua scarcerazione

Petizione Per La Grazia A Rena

Petizione supera mille firme per la grazia a Renato Vallanzasca. - Gaeta.it

Donatella Ercolano

27 Agosto 2025

È salita a circa un migliaio il numero delle firme raccolte sulla piattaforma change.org per richiedere la grazia al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per Renato Vallanzasca, ex leader della mala milanese. La petizione è sostenuta da ex membri della sua banda, che evidenziano lo stato di grave malattia di Vallanzasca e chiedono che possa trascorrere gli ultimi giorni di vita da uomo libero, dopo oltre cinquant’anni di detenzione. La vicenda ha attirato anche attenzione mediatica e social per il rilancio dell’appello rivolto alla presidenza della Repubblica.

Renato Vallanzasca in condizioni di salute critiche in RSA del Padovano

Renato Vallanzasca si trova da alcuni mesi in una residenza sanitaria assistenziale nel Padovano, specializzata nella cura di pazienti affetti da Alzheimer e demenza. Secondo quanto riferito da chi lo sostiene, Vallanzasca ha perso la memoria e non è più in grado di parlare o di stare in piedi, il che testimonia la gravità delle sue condizioni. Dopo 54 anni trascorsi in carcere, la sua situazione clinica ha spinto alla richiesta di un gesto clemenziale da parte del Capo dello Stato.

La scelta del trasferimento in una struttura per malati di demenza sottolinea la complessità del suo stato fisico e mentale. Le fonti più vicine al caso descrivono Vallanzasca come incapace di mantenere una conversazione e di muoversi autonomamente, situazione che ha favorito l’avvio della petizione per ottenere una forma di clemenza umanitaria, tenendo conto dell’età avanzata e delle patologie neurodegenerative.

La petizione lanciata da ex membri della banda in cerca di sostegno sociale

La campagna per la concessione della grazia è stata avviata da Tino Stefanini, ex componente della “batteria” di Vallanzasca, e da Osvaldo “Cico” Monopoli, anch’egli ex affiliato della sua banda. L’iniziativa, diffusa da fonti giornalistiche come “Il Giorno”, ha raccolto rapidamente circa mille firme, con la promessa da parte di Stefanini di continuare la mobilitazione attraverso i social media.

Stefanini ha annunciato che a settembre riprenderà le sue dirette su TikTok, con l’intento di coinvolgere un pubblico più ampio e raccogliere ulteriori adesioni all’appello da presentare ufficialmente al presidente Mattarella. Monopoli e altri sostenitori ritengono che, vista la condizione di salute di Vallanzasca, possa essere giusto permettergli di affrontare la fine della vita senza le restrizioni del carcere.

Il passaggio dallo spazio virtuale a una pressione reale sull’ufficio presidenziale è l’obiettivo primario dei promotori della petizione, che vogliono far riflettere sulle implicazioni umane della detenzione prolungata in casi di malattia grave.

Il ruolo di Tino Stefanini e Osvaldo Monopoli nella campagna per la grazia

Tino Stefanini e Osvaldo Monopoli, una volta parte del gruppo criminale coordinato da Vallanzasca, ora svolgono un ruolo attivo nel sostenere la richiesta di clemenza. Stefanini, residente a Milano e attualmente impegnato a convincere i giovani a non intraprendere strade criminali, ha mantenuto un legame di fratellanza con Vallanzasca. Nonostante il percorso personale di ravvedimento, si impegna per garantire al vecchio compagno di detenzione un trattamento che tenga conto della sua fragile salute.

Attraverso i social network, in particolare TikTok, Stefanini punta ad ampliare la partecipazione pubblica su una questione che supera i semplici confini della cronaca giudiziaria. Si tratta di un appello che unisce la dimensione umana a quella sociale, richiamando l’attenzione sulle condizioni di detenzione di persone anziane gravemente inferme.

Monopoli condivide questa linea, sottolineando che la permanenza in carcere per una persona con demenza e perdita delle funzioni basilari rischia di trasformare la fine della sua esistenza in una condanna senza alternative. La loro azione adesso si concentra soprattutto nel raccogliere supporto e adesioni, convinti che solo un forte impulso dal basso potrà influire sul futuro giudizio della presidenza.

La richiesta della grazia si svolge quindi all’insegna della pietà e di una valutazione medica e umana, fondata sulla realtà clinica attuale di Vallanzasca e sulle implicazioni che questa ha per il diritto alla dignità negli ultimi giorni di vita.