Pensioni, un altro anno e poi cambia tutto: ci vorranno più anni, attenzione ai contributi

Pensioni, un altro anno e poi cambia tutto: ci vorranno più anni, attenzione ai contributi

Pensioni, Un Altro Anno E Poi Cambia Tutto Pensioni, Un Altro Anno E Poi Cambia Tutto
Manca un anno al grande cambiamento - gaeta.it

In arrivo un grande cambiamento per il sistema pensionistico italiano, che tra due anni sarà completamente sconvolto.

Si avvicina quello che già molti considerano l’anno della svolta per le pensioni italiane, come un bivio già tracciato ma ancora tutto da esplorare. Tra calcoli e previsioni, si prospetta un anno che potrebbe segnare una svolta epocale, con promesse da mantenere, aspettative altissime e qualche sorpresa da gestire.

Solo un altro anno e poi la politica previdenziale italiana si aprirà ad un nuovo modo di concepire e percepire il trattamento pensionistico. Si parla che potrebbero entrare in vigore molti nuovi cambiamenti, diversi già programmati da tempo, alcuni favorevoli, altri decisamente più severi per i contribuenti.

Il 2027 è sarà l’anno della svolta

La riforma promessa dal governo Meloni resta, almeno sulla carta, una delle grandi sfide di legislatura e il 2027 potrebbe essere l’anno in cui viene portata a compimento. Le promesse non sono mancate, dalla Quota 41 per tutti alla pensione minima da 1.000 euro, passando per l’abolizione della legge Fornero.

Pensioni, Un Altro Anno E Poi Cambia Tutto
La Nuova Riforma Aumenterà L’Età Pensionabile – Gaeta.it

Sono diversi gli argomenti presi in considerazione, ma ad oggi tutto è rimasto sospeso, con l’orizzonte fissato proprio al 2027, l’anno di fine mandato. Nel frattempo, l’attenzione si è spostata altrove, crisi internazionali, inflazione, sicurezza e tensioni sociali. Le pensioni sono scivolate in secondo piano, ma mai dimenticate.

Il sistema pensionistico infatti si sta preparando a una nuova fase, spinto dai dati ISTAT sull’aspettativa di vita, che segnalano un aumento di sette mesi. È proprio questo dato che rischia di far scattare l’automatismo previsto dalla legge, per cui dal 2027 l’età per la pensione di vecchiaia potrebbe salire. Si parla di 67 anni e 3 mesi per l’accesso e anche i requisiti per quella anticipata aumenterebbero di tre mesi per uomini e donne.

Ma c’è anche un fronte positivo, proprio perché il 2027 segna una scadenza chiave, si parla di introdurre maggiore flessibilità nel sistema pensionistico. Quota 103, misura transitoria e poco apprezzata, è destinata a sparire e al suo posto si potrebbe aprire una finestra tra i 64 e i 72 anni.

L’idea qui è semplice, chi ha almeno 25 anni di contributi e un assegno superiore a 1,5 volte quello sociale potrebbe uscire prima, accettando penalizzazioni. Chi invece resta oltre i 67 anni, otterrebbe degli incentivi, creando così un equilibrio tra libertà di scelta e sostenibilità del sistema.

Infine, tornerà centrale il ruolo della previdenza integrativa, si punta a sfruttare il TFR o le rendite dei fondi pensione per anticipare l’uscita dal lavoro. Ma si valuta anche l’estensione della pensione anticipata contributiva a tutti i lavoratori, oggi riservata a chi ha iniziato a versare dopo il 1996.

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