Parte il monitoraggio scientifico del fratino sulle coste calabre con il primo inanellamento ufficiale

Parte il monitoraggio scientifico del fratino sulle coste calabre con il primo inanellamento ufficiale

In Calabria parte il monitoraggio del fratino, uccello vulnerabile delle spiagge, con inanellamenti a Punta Alice e supporto di Ispra, Lipu Rende e Stazione Zoologica Anton Dohrn per proteggerne habitat e migrazioni.
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In Calabria è partito un progetto di monitoraggio del fratino, uccello costiero minacciato, per raccogliere dati utili alla sua protezione e alla tutela degli habitat litoranei. - Gaeta.it

In Calabria è iniziato un progetto dedicato al monitoraggio del fratino , uccello simbolo delle spiagge sabbiose italiane oggi fortemente minacciato. L’azione punta a raccogliere dati fondamentali per capire meglio la vita e i movimenti di questa specie vulnerabile, contribuendo alla sua protezione. Si tratta di un passo importante per la regione, dove finora mancavano azioni così strutturate.

Il progetto e le sue basi scientifiche

L’iniziativa è partita il 6 maggio da punta alice, sulla costa ionica calabrese. Qui è stato inanellato il primo pullo di fratino mai registrato in regione, seguito dal marcaggio di due femmine adulte, una a crotone e l’altra a crosia. Queste attività sono svolte secondo i protocolli ispra, che garantiscono una metodologia rigorosa. La stazione zoologica anton dohrn di amendolara sostiene il progetto dando un supporto tecnico e scientifico.

La lipu di rende ha spiegato che gli anelli posti sulle zampe degli uccelli riportano codici alfanumerici univoci. Questi codici permettono di riconoscere ogni singolo individuo e raccogliere informazioni su migrazione, durata della vita, siti di nidificazione e comportamenti durante le stagioni. Questi dati sono fondamentali per capire come salvaguardare non solo il fratino, ma anche gli habitat costieri a cui è legato.

I risultati attesi e il valore del progetto per la calabria

Il progetto punta a rispondere a molti interrogativi ancora aperti. Per esempio, dove trascorrono l’inverno i fratini che nidificano sulle spiagge calabresi? Seguono itinerari migratori ben precisi? Tornano ogni anno a nidificare negli stessi posti? Quanto vive in media un individuo? La risposta a queste domande aiuterà a progettare azioni più mirate di protezione ambientale.

In questa fase iniziale l’attenzione si concentra sulle femmine adulte, più facili da rintracciare durante la cova diurna. A riconoscere il valore scientifico, anche emotivo, di questa fase è stato mario pucci, inanellatore ispra e volontario lipu, che ha definito il momento dell’inanellamento come “un’esperienza unica e di grande crescita professionale.”

Un impegno più ampio per la tutela dei fratini e degli uccelli costieri

L’inanellamento in calabria è una novità assoluta e si integra alle attività del gruppo lipu fratino calabria, attivo dal 2019 per proteggere i nidi e monitorare le spiagge. Ogni anello rappresenta uno strumento concreto per seguire a distanza la vita di questi uccelli. Controllando anno dopo anno chi torna a nidificare, i ricercatori potranno scoprire i problemi che incontrano e le strategie di sopravvivenza.

I fratini, insieme ai corrieri piccoli, sono tra gli ultimi uccelli costieri che ancora nidificano sulle spiagge italiane. Per questo, conservare le loro popolazioni significa preservare un pezzo importante degli ecosistemi litoranei, sempre più in difficoltà a causa di turismo, cambiamenti climatici e alterazioni ambientali.

Significato degli inanellamenti e prospettive future

Dietro a ogni anello c’è una storia unica che si dipanerà tra migrazioni, riproduzione e prove quotidiane di adattamento. Questo monitoraggio, oltre a fornire nuove informazioni scientifiche, contribuirà a rafforzare la consapevolezza pubblica sul valore di queste specie. Le informazioni raccolte aiuteranno a definire aree protette e piani di gestione più efficaci sul territorio calabrese e oltre.

L’esperienza in calabria si può considerare un modello per altre regioni costiere italiane che diano valore a specie marcatamente legate ai loro ambienti. La capacità di proteggere questi uccelli dipende da una stretta collaborazione tra enti di ricerca, associazioni e cittadini, indispensabile per garantire la sopravvivenza nel lungo termine.

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