Padovani (SIN): serve un cambio deciso nei servizi per far fruttare davvero i progressi scientifici sull’Alzheimer

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Padovani (SIN): urgente rinnovare i servizi per sfruttare i progressi sull’Alzheimer. - Gaeta.it

Sara Gatti

19 Settembre 2025

La Giornata Mondiale dell’Alzheimer del 21 settembre richiama l’attenzione sull’esigenza di rinnovare i percorsi di cura e assistenza. La Società Italiana di Neurologia evidenzia come i progressi scientifici ottenuti siano un’opportunità preziosa, ma rischino di non bastare se non supportati da una riorganizzazione pratica e capillare del sistema sanitario. L’Alzheimer, malattia cronica in continua diffusione, necessita di un modello assistenziale che guardi a tutta la sua evoluzione, intervenendo sin dalla diagnosi con strumenti adeguati e continuità nel sostegno.

Nuovi farmaci e diagnosi precoce: passi avanti senza un sistema pronto rischiano di restare incompleti

Negli ultimi anni la ricerca ha ottenuto risultati importanti, introducendo farmaci innovativi e biomarcatori che migliorano la diagnosi precoce della demenza. Questi strumenti offrono la possibilità di individuare la malattia in una fase iniziale, aumentando le chance di rallentare il decorso e migliorare la qualità della vita. Tuttavia, così come sottolinea Alessandro Padovani, presidente della SIN, la scoperta di nuove terapie, pur significativa, non basta a garantire un impatto reale sulla vita dei pazienti. La sfida principale resta la capacità del sistema sanitario di mettere in pratica questi risultati.

La presa in carico deve diventare un percorso completo che copra tutte le tappe, dalla prevenzione fino alla gestione delle fasi avanzate della malattia. Senza un’organizzazione adeguata, i benefici immortali rischiano di fermarsi alla ricerca senza tradursi in un miglioramento concreto. Inoltre occorre un accesso tempestivo alle cure e un intervento multidisciplinare che integri aspetti clinici con quelli cognitivi, funzionali e sociali. La separazione frammentata delle risposte non può più reggere davanti a questa malattia che coinvolge profondamente i pazienti ma anche le famiglie.

Un cambio di approccio: la demenza va considerata una malattia cronica da gestire sin dal primo segno

La natura dell’Alzheimer richiede oggi un’attenzione differente rispetto al passato. Non si tratta più soltanto di una condizione da accompagnare nei suoi momenti finali, ma di una patologia cronica con cui convivere a lungo. Per questo diventa necessario affrontare la malattia non solo con terapie farmacologiche, ma con un sistema assistenziale capace di accompagnare il paziente sin dalle prime manifestazioni.

La tempestività dell’intervento è diventata concreta grazie a nuovi strumenti. Sviluppare modelli integrati di assistenza sul territorio nazionale significa garantire continuità e uniformità nella presa in carico. I pazienti devono poter contare su un percorso che unisca prevenzione, diagnosi, cura e supporto per familiari e caregiver. Ogni fase va coordinata in modo da evitare discontinuità che tendono a compromettere la qualità della vita e la dignità delle persone colpite.

La SIN mette al centro di questa visione il bisogno di costruire strutture che dialoghino tra loro e con il paziente, senza lasciare zone d’ombra nel trattamento o nell’assistenza. Una strada che richiede risorse e volontà, ma che è indispensabile per affrontare una delle sfide più rilevanti sul piano sanitario e sociale attuale.

La Giornata Mondiale Dell’Alzheimer come momento per rinnovare l’impegno pubblico e sociale

Il 21 settembre si rinnova l’appuntamento con la Giornata Mondiale dedicata alla malattia di Alzheimer. Questa ricorrenza offre una spinta per rimettere all’attenzione di istituzioni e opinione pubblica l’urgenza di affrontare una malattia che tocca milioni di persone in tutto il mondo. La SIN si impegna a collaborare con enti, operatori sanitari e società civile per costruire un sistema più adatto a rispondere alle nuove esigenze.

La sfida consiste nel fare in modo che i progressi della scienza non restino isolati nei laboratori o nelle prescrizioni mediche, ma diventino parte di un modello di assistenza integrata che accompagni davvero chi vive con la demenza e chi gli sta vicino. La continuità, la tempestività e la cura a 360 gradi sono le componenti imprescindibili di questo modello. Senza un cambiamento vero nell’organizzazione dei servizi, le innovazioni rischiano di restare incomplete e la malattia continuerà a pesare drammaticamente sulle famiglie.