Otto arresti nel pinerolese per maltrattamenti in comunità di persone con disabilità gravi

Otto arresti nel pinerolese per maltrattamenti in comunità di persone con disabilità gravi

Otto arresti nel pinerolese per maltrattamenti sistematici su persone con disabilità intellettive e cognitive in una struttura gestita da una cooperativa tra Piemonte e Lombardia, con indagini dei carabinieri del Nas.
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Otto operatori socio-sanitari, tra cui uno psicoterapeuta, sono stati arrestati nel pinerolese per maltrattamenti sistematici e violenze su persone con disabilità intellettive in una struttura gestita da una cooperativa attiva in Piemonte e Lombardia. - Gaeta.it

Un’indagine partita a metà aprile ha portato all’arresto di sette operatori socio-sanitari e di uno psicoterapeuta, accusati di maltrattamenti su persone con disabilità intellettive e cognitive in una struttura del pinerolese. Le indagini hanno svelato ripetuti abusi fisici, verbali e psicologici su diversi ospiti, confermando un clima di violenze sistematiche all’interno della comunità gestita da una cooperativa attiva tra Piemonte e Lombardia.

I provvedimenti cautelari e le indagini dei carabinieri del nas

L’8 maggio 2025, i carabinieri del Nas hanno eseguito otto ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari, rivolte a sette operatori socio-sanitari e a uno psicoterapeuta. Parallelamente, sono state effettuate sei perquisizioni domiciliari. Secondo la nota ufficiale, uno degli arrestati risulta indiziato anche di violenza sessuale nei confronti di un ospite disabile, con episodi documentati di toccamenti delle parti intime.

Le autorità hanno precisato che questi arresti rappresentano un proseguo delle misure restrittive disposte il 17 aprile, quando erano stati arrestati tre operatori. Il lavoro dei militari ha consentito di ricostruire la routine di comportamenti violenti e degradanti ai danni delle persone ospitate.

La natura degli abusi e l’ambiente nella comunità

Le indagini hanno fatto emergere uno scenario di reiterati maltrattamenti su pazienti fragili, dentro un contesto di totale mancanza di rispetto e tutela. Le persone con disabilità intellettive e cognitive erano soggette a continue aggressioni verbali come insulti e umiliazioni, accompagnate da violenze fisiche quali schiaffi, strattoni e percosse.

Gli inquirenti hanno sottolineato come gli abusi non fossero episodi isolati ma azioni frequenti, protratte nel tempo e di natura sistematica. La quotidianità degli ospiti era caratterizzata da intimidazioni e scherni, che colpivano tanto il corpo quanto la mente, con impatti profondi sulla loro condizione. Questo quadro conferma un controllo esercitato tramite paura e sottomissione, degradando la dignità delle persone prese in carico dalla struttura.

Il ruolo della cooperativa e la gestione delle strutture

La struttura coinvolta fa parte di una cooperativa che amministra diversi centri in Piemonte e Lombardia. L’inchiesta, pur concentrandosi su questo specifico centro nel pinerolese, potrebbe sollevare interrogativi più ampi sulla supervisione e il controllo sulle realtà assistenziali gestite dalla stessa cooperativa.

I gestori hanno il dovere di garantire ambienti sicuri e rispettosi, specialmente quando si tratta di utenti vulnerabili come i disabili con gravi difficoltà cognitive. Il caso ipotizza possibili falle nella vigilanza interna, oltre a evidenziare la necessità di interventi rapidi e concreti per prevenire il ripetersi di simili episodi.

Le reazioni e le misure successive alle indagini

Gli sviluppi dell’indagine sono stati comunicati con riserbo dalle autorità, mentre già si paventano controlli più stringenti nelle strutture dedicate a persone fragili. Le forze dell’ordine e gli enti competenti intendono approfondire ogni aspetto per tutelare gli ospiti e consentire loro di vivere in condizioni di sicurezza.

L’arresto degli otto responsabili costituisce una risposta forte allo sfruttamento e all’abuso dentro un ambito delicato della sanità sociale. Attualmente sono in corso ulteriori verifiche per accertare se altre figure coinvolte abbiano avuto ruoli nei maltrattamenti o nella loro copertura.

Le indagini, che si sono aperte da mesi, stanno facendo luce su una realtà nascosta e dolorosa, confermando l’importanza di una vigilanza attenta e di interventi tempestivi nelle comunità dedicate alle persone più fragili.

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