L’Ordine dei giornalisti del Lazio è stato colpito da un attacco informatico che ha compromesso i sistemi digitali e causato un’interruzione della rete internet nella sede romana. Si tratta di un ransomware che ha bloccato l’accesso ai dispositivi, richiedendo un riscatto per rimuovere il blocco. L’attacco ha sollevato preoccupazioni per la sicurezza dei dati personali e professionali di oltre ventimila iscritti, tra cui cronisti della regione. Le autorità competenti sono state subito allertate, e sono in corso le verifiche per identificare i responsabili.
Come si è svolto l’attacco al sistema dell’ordine dei giornalisti del Lazio
Il 2025 ha visto un episodio significativo di cyberattacco all’interno della sfera della comunicazione, con la compromissione dei sistemi informatici dell’Ordine dei giornalisti del Lazio. A dare l’allarme è stato Guido D’Ubaldo, presidente dell’ente, che ha informato gli iscritti tramite pec. Secondo quanto reso noto, il malware installato appartiene alla categoria dei ransomware più evoluti. Questo software malevolo ha bloccato l’accesso a dispositivi e dati, impedendo agli operatori di utilizzare normalmente le risorse digitali finché il riscatto richiesto non verrà pagato.
L’attacco ha causato anche un blackout della rete internet nella sede dell’Ordine a Roma, rallentando le attività e generando disagi significativi. Il blocco è durato alcune ore, durante le quali i sistemi sono stati isolati per contenere i danni e iniziare le verifiche. La gravità dell’incursione ha fatto scattare una risposta rapida da parte delle figure responsabili, che hanno attivato protocolli di sicurezza e notificato le autorità competenti.
Rischi concreti per la privacy e la sicurezza dei dati degli iscritti
L’Ordine dei giornalisti del Lazio custodisce informazioni personali e professionali di oltre 20 mila iscritti, provenienti da tutta la regione e zone limitrofe, come il territorio pontino. La violazione messa a segno dal ransomware espone a rischi rilevanti questi dati, potenzialmente accessibili o compromessi dagli hacker. Tra le informazioni a rischio ci sono dati sensibili che riguardano non solo l’identità, ma anche l’attività professionale degli iscritti.
La minaccia comporta la possibilità di furto o manipolazione delle informazioni archiviate, che possono riguardare anagrafiche, dettagli su iscrizioni, certificazioni e altri documenti sensibili. L’interruzione della rete internet ha inoltre bloccato temporaneamente l’accesso a queste informazioni, limitando la normale operatività dell’ente. Il tema della protezione dei dati personali torna quindi in primo piano, vista l’importanza delle garanzie necessarie per salvaguardare la riservatezza del materiale conservato nei sistemi dell’Ordine.
Sospetti su un gruppo hacker di origine russa e risposta delle autorità italiane
Il presidente Guido D’Ubaldo ha ipotizzato che l’attacco possa essere opera di un gruppo di hacker collegato alla Russia. Questa pista inserisce l’episodio nel contesto dei frequenti attacchi informatici di matrice straniera che negli ultimi anni hanno preso di mira enti italiani. L’allarme per questa tipologia di minaccia ha portato a un’attivazione immediata dei canali istituzionali per la sicurezza digitale.
L’Ordine dei giornalisti ha segnalato prontamente i fatti all’Agenzia per la cybersicurezza nazionale , incaricata di coordinare la difesa delle infrastrutture digitali. Parallelamente, è stata informata anche l’autorità preposta alla tutela della privacy, il Garante per la protezione dei dati personali. Un altro passaggio importante è stato l’invio di una denuncia formale alla Polizia postale, che ha avviato le indagini per risalire ai responsabili e valutare l’entità del danno.
Questa fase di accertamento è cruciale per comprendere modalità, origini e obiettivi dell’attacco, oltre a mettere in piedi misure di risposta e prevenzione per evitare incidenti similari in futuro. Il coinvolgimento delle istituzioni garantisce un monitoraggio approfondito e l’adozione di strategie di tutela più incisive per i dati dei professionisti iscritti all’Ordine.
Impatto dell’attacco Sull’operatività dell’ordine e sulle attività giornalistiche
Il ransomware ha bloccato non solo l’accesso ai dati, ma rallentato le attività quotidiane che l’Ordine dei giornalisti del Lazio svolge per i propri iscritti e per la comunità professionale locale. Le ore di blackout hanno impedito la normale comunicazione online e l’utilizzo di servizi digitali utili per iscrizioni, certificazioni e aggiornamenti professionali.
L’interferenza ha quindi avuto un impatto diretto sulla capacità dell’ente di gestire le pratiche amministrative e di supporto ai giornalisti. Data l’importanza della piattaforma interna per la gestione degli iscritti e la diffusione delle informazioni, questo blocco ha generato un fermo temporaneo che si è riverberato anche sulle attività di supporto ai cronisti.
In questo scenario, la sicurezza delle infrastrutture digitali emerge come un elemento chiave per garantire la continuità operativa delle organizzazioni che trattano dati sensibili e supportano professioni delicate come quella del giornalismo. Le difficoltà recenti dell’Ordine del Lazio evidenziano inoltre la necessità di rafforzare le difese contro attacchi sempre più sofisticati, che mettono a rischio non solo l’ente, ma anche i singoli iscritti.
L’attenzione resta alta sulla vicenda e sulle azioni che seguiranno per scongiurare ulteriori danni e ripristinare completamente la funzionalità dei sistemi. Intanto, la raccolta di informazioni e le operazioni di sicurezza sono al centro dell’impegno degli organi istituzionali coinvolti.