La sicurezza dei lavoratori esposti a condizioni di calore estremo resta al centro del dibattito in Liguria. La recente ordinanza regionale punta a tutelare chi opera in settori vulnerabili alle temperature elevate, ma secondo la Uil mancano ancora interventi concreti per estendere le tutele a più categorie di lavoratori e per garantire ammortizzatori sociali adeguati. La situazione richiede un confronto più ampio tra istituzioni e parti sociali per mettere a punto misure efficaci.
L’ordinanza regionale e il suo impatto nei settori più a rischio
La regione Liguria ha emanato un’ordinanza destinata a rafforzare la sicurezza sul lavoro nei settori in cui il caldo rappresenta un pericolo reale. Questo provvedimento mira a tutelare chi lavora all’aperto o in ambienti senza climatizzazione, cercando di limitare i rischi legati allo stress termico. La norma introduce indicazioni per migliorare le condizioni di lavoro durante le ondate di caldo, come pause più frequenti e misure per ridurre l’esposizione diretta al sole.
Anche se questo passaggio è considerato importante dal sindacato Uil, emerge una critica sul ruolo della regione nella gestione complessiva del problema. Secondo il sindacato, la regione avrebbe dovuto convocare e coordinare un tavolo con prefetture, enti locali e parti sociali per affrontare la questione in modo più organico. Questo confronto sarebbe servito a sintetizzare le esigenze di tutti e a costruire un piano condiviso e dettagliato.
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Le indicazioni dell’ordinanza rappresentano un passo avanti, ma restano elementi da approfondire. Per esempio, non è ancora chiaro come verranno applicate le linee guida sul territorio e quali strumenti concretamente saranno messi a disposizione delle imprese per adeguare i ritmi e le condizioni di lavoro. Su questo terreno, il coinvolgimento diretto della regione nei prossimi mesi sarà decisivo.
La questione degli ammortizzatori sociali e la richiesta di intervento della regione
Un punto caldo resta la mancanza di una risposta chiara riguardo agli ammortizzatori sociali per le persone che, per motivi legati alle condizioni climatiche estreme, non possono svolgere la loro attività lavorativa in sicurezza. La Uil esprime delusione nel constatare che la regione Liguria non ha ancora preso posizione nei confronti del governo per ottenere tutele specifiche in questo ambito.
Gli ammortizzatori sociali sono strumenti fondamentali per i lavoratori che devono interrompere o sospendere temporaneamente l’attività senza rischiare perdite economiche significative. Nel quadro del cambiamento climatico, situazioni di caldo intenso diventeranno sempre più frequenti. Senza una copertura sociale efficace, molti lavoratori rischiano di trovarsi in difficoltà economiche e sanitarie.
Inoltre, la richiesta del sindacato va oltre i settori tradizionalmente considerati a rischio, come l’edilizia o l’agricoltura. La Uil chiede di estendere l’attenzione anche a altri lavori, compresi quelli svolti all’interno della città, come gli operai dell’igiene urbana o chi opera in ambienti chiusi ma poco ventilati e con temperature elevate. È il caso recente dell’operatrice Amiu a Genova, vittima di un malore mentre lavorava sotto il sole intenso di agosto 2024 e che per poco non ha causato un incidente serio.
Le condizioni di lavoro tra misure preventive e casi di emergenza
Il caso dell’operatrice Amiu mette in evidenza come le condizioni di lavoro possano rapidamente trasformarsi in situazioni di rischio quando non si adottano misure preventive adeguate. Il malore, forse causato da disidratazione o surriscaldamento, ha avuto conseguenze non solo per la lavoratrice, ma anche per la sicurezza pubblica, visto che ha provocato un incidente stradale.
Da questo episodio emerge l’urgenza di fornire alle aziende linee guida precise per organizzare il lavoro nei periodi di caldo estremo. L’attenzione deve concentrarsi su spazi di lavoro che offrano ombreggiamento, possibilità di refrigerio e pause specialmente durante le ore più calde. L’idratazione regolare diventa imprescindibile per evitare che situazioni estreme mettano a rischio la salute dei dipendenti.
Prevenzione anche nei lavori urbani
Questi aspetti non riguardano solo i settori tradizionalmente più esposti ma anche quei lavori urbani che spesso passano inosservati. Chi guida mezzi o svolge attività all’aperto in città, sotto il sole, vive gli stessi problemi e deve poter accedere a protezioni simili. Gli strumenti per la prevenzione vanno sperimentati e affermati in modo da ridurre gli incidenti e limitare i danni fisici.
Il ruolo delle prefetture e le trattative in corso in liguria
In queste settimane, la situazione è al centro di trattative nelle prefetture liguri, in particolare a Genova, dove si stanno aprendo momenti di confronto tra istituzioni e sindacati. L’obiettivo è la definizione di protocolli che tutelino i diritti dei lavoratori e mettano al centro la prevenzione degli infortuni legati al caldo.
Questi protocolli dovrebbero mettere ordine nelle azioni da mettere in campo durante le ondate di calore, indicando ruoli e responsabilità precise per enti, aziende e rappresentanti dei lavoratori. La firma di accordi efficaci in prefettura può garantire che le indicazioni siano rispettate e assicurare un controllo più stretto su turni, pause, utilizzo di dispositivi di protezione e condizioni ambientali.
Tuttavia, il confronto rimane delicato perché coinvolge molte realtà diverse, dal pubblico al privato, e una molteplicità di mestieri con esigenze specifiche. Resta da capire se i protocolli saranno sufficienti a mettere d’accordo tutte le parti, ma la strada sembra quella giusta per costruire strumenti condivisi. Il sindacato invita a non sottovalutare la posta in gioco e a mantenere alto l’attenzione sulle condizioni reali di chi ogni giorno affronta il caldo nei propri luoghi di lavoro.