A soli 13 anni, Omar Poddighe si distingue come il più giovane ambasciatore della cucina italiana sotto la candidatura del governo per il riconoscimento Unesco dei saperi gastronomici tradizionali. Il giovane di Siurgus si dedica con passione alla promozione della cultura agro-pastorale sarda. Il suo impegno è stato recentemente premiato dal ministro dell’Agricoltura nel corso di un evento a Cagliari. Omar rappresenta non solo una voce giovanile ma anche un punto di riferimento per la valorizzazione di tradizioni radicate nel territorio.
Omar Poddighe e la passione per la pastorizia: un sogno contro i pregiudizi
Omar, ragazzo sardo di tredici anni, vuole diventare pastore, una scelta che sfida stereotipi ancora presenti nella sua comunità. Racconta di essere preso in giro dai coetanei quando parla della sua aspirazione, ma lui stesso osserva che chi lo deride spesso ignora il valore della professione e della cultura rurale. Omar indossa abiti di fustagno e partecipa attivamente alle feste paesane legate al ciclo delle stagioni, dimostrando di voler mantenere vive le tradizioni proprie della sua terra. La sua visione supera i giudizi superficiali per richiamare attenzione sul ruolo cruciale del pastore nella società e nell’economia locale.
Legame con la comunità e la pro loco
Il ragazzo vive a Siurgus, piccolo centro della Sardegna, e fa parte della pro loco locale, attività che sottolinea il suo legame con la comunità. Questo giovane vuole cambiare la percezione negativa del mestiere che intende svolgere e insiste sull’importanza di far conoscere ai giovani la realtà delle aziende agricole e pastorali del territorio. La sua determinazione mira a costruire ponti tra istituzioni, scuole e territorio, proponendo progetti educativi che valorizzino la conoscenza diretta del lavoro agricolo.
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Riconoscimenti istituzionali e il ruolo di Omar nel promuovere la cultura agro-pastorale
Nell’ambito della tappa cagliaritana dell’Amerigo Vespucci, il ministro Francesco Lollobrigida ha consegnato targhe a Omar e ad altre eccellenze sarde, riconoscendo il loro contributo per la promozione della candidatura della cucina italiana come patrimonio immateriale Unesco. Questa iniziativa mira a preservare e valorizzare il sapere enogastronomico, sottolineando l’importanza di tradizioni locali come quella agro-pastorale.
Attenzione alle nuove generazioni
Il riconoscimento nei confronti di Omar evidenzia particolare attenzione verso i giovani, considerati fondamentali per il futuro del mondo agricolo. La cultura agro-pastorale sarda è infatti un patrimonio fatto di gesti, pratiche, saperi tramandati che rischiano di scomparire senza un ricambio generazionale consapevole. Il coinvolgimento di ragazzi come Omar mette in luce la possibilità di rilanciare queste attività tramite il contributo diretto delle nuove generazioni.
Il ministro loda Omar per la chiarezza delle sue idee e lo definisce un esempio di cittadinanza attiva. Potrà presto testimoniare in Parlamento l’importanza della legalità e della partecipazione sociale, portando la propria esperienza personale come spunto per costruire iniziative concrete nelle scuole. L’obiettivo è trasferire ai coetanei il valore concreto di un lavoro legato alla terra e agli animali.
Il progetto educativo di Omar: portare le scuole nelle aziende agricole di Siurgus
Il giovane aspirante pastore non si limita a parlare di volontà personali ma propone una serie di azioni pratiche per cambiare la percezione del mestiere. Intende promuovere nelle scuole attività che facciano conoscere agli studenti la cultura agro-pastorale sarda, fino a oggi poco valorizzata. Spera che le istituzioni collaborino per organizzare visite nelle aziende agricole vicino al suo paese, in modo da offrire esperienze dirette.
Educare con l’esperienza sul campo
Nel progetto di Omar, gli studenti potrebbero così capire meglio le difficoltà e i valori associati al mestiere del pastore e all’agricoltura in generale. L’idea è ridurre i pregiudizi e riconoscere l’apporto concreto di queste professioni all’economia locale e alla conservazione del territorio. Scuole e aziende potrebbero collaborare per rendere più vivi e concreti i temi legati all’allevamento, ai prodotti tipici e ai cicli naturali.
Dal punto di vista di Omar, questa formazione sul campo favorirebbe scelte consapevoli e un rispetto maggiore per una cultura che rischia l’abbandono. Ne uscirebbe rafforzata anche l’identità locale. L’invito è rivolto alle istituzioni, perché permettano al mondo scolastico di integrarsi con il lavoro agricolo come una risorsa didattica e culturale.
Giovani e tradizioni: un futuro per la cultura agro-pastorale in sardegna
Dal riconoscimento ottenuto emerge un messaggio chiaro: le nuove generazioni sono chiamate a custodire e rilanciare tradizioni agricole e pastorali che sono parte dell’identità sarda. La candidatura della cucina italiana come patrimonio immateriale Unesco non riguarda solo piatti famosi, ma anche stili di vita e conoscenze, dove il lavoro del pastore gioca un ruolo centrale.
Il coinvolgimento di ragazzi come Omar dimostra che questi mestieri non sono destinati a sparire, ma possono offrire opportunità di lavoro e di crescita personale, se accompagnati da adeguati percorsi educativi. L’attenzione rivolta dalla pubblica amministrazione testimonia l’interesse verso la sostenibilità e la valorizzazione del territorio.
La testimonianza di Omar, che sarà presente in Parlamento con un intervento su legalità e cittadinanza, dà valore a un impegno che unisce conservazione delle radici e apertura verso il futuro. La sua storia è uno spaccato di realtà locale che si fa portatrice di un messaggio di vitalità, concretezza e continuità culturale in Sardegna.