Una indagine condotta dalla procura di Palmi ha portato al sequestro di beni per quasi 5,7 milioni di euro e a tre interdizioni per dirigenti coinvolti in una truffa legata ai crediti d’imposta per lavori edilizi. Le accuse riguardano la creazione e l’utilizzo di crediti fiscali fittizi sfruttando le agevolazioni previste dalla normativa sui bonus edilizi.
Il ruolo della procura e della guardia di finanza nell’operazione contro la truffa fiscale
Il provvedimento emesso dal gip di Palmi conferma il sequestro preventivo richiesto dalla procura locale guidata da Emanuele Crescenti. L’operazione è stata eseguita dalla guardia di finanza, sotto la supervisione del procuratore aggiunto Santo Melidona. L’attività investigativa ha fatto emergere un’associazione per delinquere che ha artefatto crediti fiscali per importi di rilievo, sfruttando la normativa che consente la trasformazione delle spese per lavori edili in crediti d’imposta.
Le Fiamme Gialle hanno raccolto prove sull’attività illecita, monitorando i flussi finanziari e le relazioni commerciali tra le aziende coinvolte. Gli strumenti di indagine comprendono intercettazioni e analisi documentali che hanno evidenziato la creazione artificiosa di crediti fiscali, e la loro conseguente messa in circolazione con danno erariale. L’indagine ha richiesto anche di contrastare i tentativi di ostacolo da parte degli indagati.
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Struttura dell’organizzazione e modalità della frode fiscale
Al centro della truffa c’è un professionista di Palmi, riconosciuto come promotore e regista del sistema illecito. Ha coordinato un gruppo che includeva quattro società con sedi in Palmi, Fabriano e Roma. Attraverso queste società gli indagati hanno generato crediti d’imposta falsi per un valore superiore a 4,6 milioni di euro. Il sistema si basava sull’emissione di fatture e documentazioni inesistenti o su lavori edili mai iniziati o terminati.
Gli accertamenti mostrano che le commesse affidate alle imprese coinvolte riguardavano cantieri distribuiti in varie regioni italiane, molte delle quali mai avviate o concluse realmente. Non a caso, i crediti richiesti erano del tutto svincolati dalle effettive spese e dagli interventi sostenuti. Questo ha prodotto un danno finanziario importante per lo Stato, visto che i crediti venivano utilizzati per compensare o trasferire somme senza alcuna corrispondente attività economica reale.
Le intercettazioni e il tentativo di influenzare le indagini della guardia di finanza
Le intercettazioni telefoniche e ambientali hanno messo in luce un comportamento volto a ostacolare l’accertamento dei fatti da parte della guardia di finanza. Gli indagati si scambiavano informazioni precise su come rispondere alle domande degli inquirenti o sulle dichiarazioni da rilasciare ai clienti per contenere i danni in caso di controlli.
Il promotore dell’organizzazione non si è limitato a queste pratiche: ha rilasciato un’intervista televisiva con l’obiettivo di creare una copertura mediatica alle azioni fraudolente. Questa strategia mirava probabilmente a influenzare l’opinione pubblica o a destabilizzare l’azione investigativa, ma ha avuto scarso effetto contro le evidenze raccolte dagli inquirenti.
Conseguenze giudiziarie e misure interdittive a carico degli indagati
Uno degli indagati ha già accettato un patteggiamento e versato quasi 525mila euro come risarcimento nelle casse dello Stato. Il gip di Palmi, dopo aver ascoltato i soggetti coinvolti nell’interrogatorio preventivo, ha adottato misure cautelari personali.
Il promotore è stato colpito da un divieto di svolgere incarichi direttivi in imprese o persone giuridiche per otto mesi. I due altri indagati coinvolti hanno subito la stessa misura per sei mesi. Queste interdizioni riguardano appunto la gestione e l’amministrazione aziendale, bloccando temporaneamente la loro attività in ruoli di responsabilità.
Le indagini proseguiranno per verificare eventuali ulteriori ramificazioni della frode e recuperare quote di danno erariale ancora non quantificate. Nell’attesa gli accertamenti mantengono alta la guardia sui fenomeni di frode fiscale legati ai bonus edilizi, visto il loro frequente utilizzo improprio su scala nazionale.