L’appuntamento di oggi allo stadio olimpico di Roma mette sotto i riflettori il lavoro svolto dall’associazione Altra Napoli EF in vent’anni di attività. Fondata da Ernesto Albanese, la realtà ha dedicato risorse e tempo per offrire nuove opportunità ai bambini e ai giovani delle aree più fragili di Napoli. L’iniziativa ricostruisce un percorso che ha unito valorizzazione culturale e impegno sociale, nel tentativo di trasformare quartieri difficili in comunità vivibili.
La nascita e la missione di altra napoli
Altra Napoli nasce dal desiderio di Ernesto Albanese, imprenditore con oltre 40 anni di esperienza lontano dalla sua città natale, di restituire a Napoli qualcosa di concreto. L’associazione si concentra sulle fasce più vulnerabili della popolazione, soprattutto quei giovani che vivono in quartieri come il rione Sanità e Forcella, zone segnalate per condizioni difficili e scarsa offerta educativa. Albanese ha scelto di puntare su opportunità reali e tangibili, perché quel che manca spesso è spazio e strumento per uscire dalla marginalità.
La missione non è soltanto sociale. Al centro di Altra Napoli c’è un modello che intreccia la tutela del patrimonio storico con programmi educativi, culturali e promotori di sviluppo economico locale. Tra le attività più riconosciute ci sono il recupero di spazi abbandonati come le catacombe di San Gennaro, trasformate in luoghi di incontro e cultura, e la creazione di orchestre giovanili, come i Sanitansamble, che uniscono musica e inclusione.
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Risultati e investimenti raggiunti in vent’anni di attività
In due decenni Altra Napoli ha mobilitato risorse per circa 15 milioni di euro, tutte raccolte da privati interessati a sostenere progetti concreti. Questo capitale è stato investito in oltre 30 iniziative, pensate per offrire risposte differenziate a bisogni sociali specifici. Come contrastare la dispersione scolastica e la povertà educativa, che rappresentano ostacoli fondamentali per l’inserimento e la crescita dei giovani nei quartieri disagiati.
Le attività del gruppo hanno coinvolto più di 2.000 bambini in percorsi educativi e ricreativi. Più di 200 giovani hanno trovato un inserimento nel mondo del lavoro grazie ai progetti di start-up cooperative, concepiti per dare autonomia economica e nuove prospettive. Altra Napoli ha quindi intrecciato formazione, cultura e lavoro in un’offerta che ha permesso a molte persone di acquisire alcune basi di stabilità.
Il modello adottato richiede un lavoro di rete con le organizzazioni del terzo settore presenti localmente. Questo ha permesso di realizzare interventi personalizzati, sempre con la partecipazione attiva dei giovani, veri protagonisti del cambiamento. È un metodo che mescola solidarietà e corresponsabilità, offrendo risorse ma anche formazione e spazi nel tessuto cittadino.
Il ruolo della collaborazione e la visione futura di albanese
Durante l’evento Ernesto Albanese ha ribadito l’importanza di ricominciare da questi successi, numeri che rappresentano vite cambiate e speranze alimentate. Ha sottolineato come il coinvolgimento della comunità napoletana allargata, anche quella residente fuori dalla città o all’estero, possa contribuire in modo decisivo. L’obiettivo è costruire una rete che supporti soprattutto le periferie, le zone dove la realtà quotidiana resta complessa e distante dal volto più noto e turistico di Napoli.
Albanese ha citato l’impegno del sindaco Gaetano Manfredi e del presidente Vincenzo De Luca, che negli ultimi anni hanno lavorato per sviluppare politiche di rilancio su scala cittadina e regionale. A suo avviso, la partecipazione di chi ama Napoli deve riguardare tutti, dai residenti ai napoletani sparsi nel mondo, per affiancare chi affronta ogni giorno difficoltà invisibili ai più.
Un evento di speranza allo stadio olimpico
L’evento allo stadio olimpico non solo ripercorre i traguardi raggiunti ma vuole suggerire una strada da seguire nel prossimo futuro. La sfida resta quella di mantenere attivo l’impegno e portare nuove risorse nei quartieri meno visibili, perché le persone possano costruire un presente e un domani differenti.