Nigeriano arrestato a Varese: voleva farsi espellere per tornare in Nigeria

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Nigeriano arrestato a Varese mentre tentava l’espulsione volontaria. - Gaeta.it

Donatella Ercolano

14 Settembre 2025

Un uomo di 36 anni, originario della Nigeria e residente in provincia di Varese, ha scelto una strada estrema per poter rientrare nel suo paese dopo un periodo passato in Italia. Senza i soldi per comprarsi un biglietto aereo, ha attirato l’attenzione delle forze dell’ordine con un comportamento che gli è costato l’arresto e l’espulsione forzata. La vicenda, riportata da La Prealpina, mette in luce le difficoltà di molti immigrati temporanei in Italia, divisi tra esigenze familiari e problemi economici.

Dietro la scelta: lavoro perso e rimpatrio troppo caro

L’uomo aveva un permesso di soggiorno temporaneo e aveva lavorato per anni come operaio in una fabbrica della zona di Varese. Dopo aver perso il lavoro, ha iniziato a percepire la Naspi, la cassa integrazione per disoccupati. Gran parte dei suoi guadagni veniva mandata ai familiari in Nigeria, un impegno economico che gli ha lasciato poche risorse. Quando ha deciso di tornare a casa, si è però scontrato con il costo troppo alto del biglietto aereo. Così ha cercato un modo diverso per raggiungere la sua famiglia.

Questa situazione non è isolata: tanti stranieri in Italia, anche se lavorano, fanno fatica a mantenere se stessi e i propri cari a distanza. Tornare volontariamente in patria spesso significa affrontare spese che superano le loro possibilità, soprattutto se devono anche far fronte alle spese quotidiane.

Il gesto per farsi notare e l’arresto

Per riuscire a essere espulso, il 36enne ha messo in atto un comportamento che potesse attirare l’attenzione della polizia. Venerdì scorso, alla stazione di Varese, ha acceso uno spinello davanti agli agenti della Polfer. Questo gesto ha fatto scattare un controllo durante il quale è saltato fuori che aveva con sé circa un etto e mezzo di hashish.

È stato arrestato subito e, dopo la detenzione, è stato portato davanti al giudice per la convalida. In tribunale gli è stato detto che la pena poteva essere sostituita da un’espulsione. A quel punto l’uomo si è detto soddisfatto, vedendo finalmente la possibilità di tornare in Nigeria.

Non è la prima volta: un precedente tentativo per farsi espellere

Non era la prima volta che cercava di farsi arrestare per essere rimpatriato. Già a marzo aveva provocato un episodio su un treno, fingendo un atteggiamento aggressivo proprio per finire in manette e ottenere l’espulsione. Anche allora l’obiettivo era lo stesso: tornare a casa con un’espulsione forzata. Questo secondo episodio conferma una scelta ripetuta, dettata dal desiderio di riabbracciare i propri cari e dall’impossibilità di farlo con le vie normali.

Una vicenda che mette in luce un problema complesso, dove si incrociano immigrazione, legge e costi sociali. Le autorità devono fare i conti con situazioni delicate, mentre chi è coinvolto si trova spesso a prendere decisioni rischiose, spinte da condizioni personali ed economiche difficili.