L’ultimo intervento di Papa Leone XIV fa luce sul processo sinodale della Chiesa cattolica, mettendo a fuoco la natura di questo cammino e il suo rapporto con le forme di governo democratiche. Parole che vanno oltre il semplice confronto, toccando temi di attualità anche economica come le grandi differenze nei redditi che segnano i tempi moderni.
Il Papa precisa: il processo sinodale non è un modello democratico
Intervistato da El Comercio e Crux, il Pontefice ha chiarito che la Chiesa non intende trasformarsi in una struttura di tipo democratico come la si intende nei governi statali. Nel suo discorso, Leone XIV ha sottolineato che molte democrazie nazionali mostrano oggi limiti evidenti, spesso incapaci di risolvere i problemi che si presentano nelle società contemporanee.
Il processo sinodale si basa su un’altra prospettiva: accogliere la vita concreta della comunità ecclesiale, riconoscendo le sue caratteristiche specifiche. Non si tratta quindi di una imitazione delle forme politiche esistenti, ma di un cammino condiviso che invita tutti a partecipare «insieme». L’approccio sinodale vuole essere un esercizio di ascolto e coinvolgimento per far emergere le realtà e le necessità di una Chiesa viva, mantenendo però la sua identità spirituale e istituzionale.
In questa visione, l’unità non si fonda su una votazione o su una maggioranza numerica, ma su un discernimento comune che permette di guardare alla missione della Chiesa senza rinunciare alle sue radici. Quanto affermato dal Papa vuole mettere in guardia da facili confronti tra i sistemi politici statali e la struttura ecclesiale, evidenziando invece l’originalità del cammino sinodale come spazio di partecipazione e di dialogo interno.
Il Pontefice denuncia le crescenti disuguaglianze economiche nel mondo contemporaneo
Oltre al tema ecclesiale, Leone XIV ha affrontato il problema delle divisioni economiche tra le classi sociali negli ultimi decenni. Ha messo in evidenza come il divario fra gli stipendi dei lavoratori e i salari dei vertici aziendali si sia ampliato in modo impressionante. Ha fatto riferimento a dati storici e recenti, spiegando che chi dirige grandi imprese oggi guadagna cifre che superano di centinaia di volte quelle dei lavoratori medi.
La differenza tra amministratori delegati e operai è passata da quattro-sei volte a oltre seicento volte, secondo i parametri osservati dal Pontefice. Su questo contesto ha citato anche Elon Musk, prossimo al traguardo di primo triliardario globale nella storia. Per Leone XIV questo dato rappresenta un campanello d’allarme sul valore assegnato alla ricchezza in senso assoluto nella società contemporanea.
L’attenzione del Papa si concentra sulle conseguenze sociali di questa concentrazione estrema del denaro in poche mani. Il senso della sua osservazione invita a riflettere sul significato e sul peso della ricchezza quando essa diventa un punto di riferimento unico e incontestabile. Queste parole provengono dal volume “León XIV: ciudadano del mundo, misionero del siglo XXI” che sarà pubblicato in spagnolo il 18 settembre da Penguin Perú.
Le sue affermazioni hanno inevitabilmente richiamato questioni etiche e sociali che investono direttamente sia la sfera politica sia quella religiosa. L’intervista apre un dibattito su come la Chiesa e il mondo contemporaneo possano affrontare insieme le sfide poste dalla crisi della rappresentanza politica e dall’aumento delle disparità economiche.