Napoli, scontro sugli orari dei locali nel centro storico: esercenti sul piede di guerra, timori per l’economia

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Napoli, tensione tra esercenti per gli orari nel centro storico. - Gaeta.it

Donatella Ercolano

10 Settembre 2025

A Napoli monta la polemica dopo la delibera della Giunta Comunale che impone limiti agli orari di bar e ristoranti in alcune zone del Centro Storico. La misura, che sarà discussa al prossimo Consiglio Comunale, ha scatenato la reazione degli esercenti e di Confcommercio, che mettono in dubbio l’efficacia del provvedimento nel ridurre i disagi legati alla movida e denunciano le ricadute negative sull’economia locale.

Orari più stretti, commercianti sul piede di guerra

La Giunta ha deciso di stringere i tempi di apertura e chiusura per bar e ristoranti in alcune aree chiave del Centro Storico. L’obiettivo è limitare rumori e assembramenti notturni, spesso indicati come fonte di disturbo per i residenti. Ma con la discussione in Consiglio Comunale prevista per giovedì, la decisione ha acceso un duro confronto.

Commercianti e Confcommercio Napoli sono subito scesi in campo con critiche forti. Secondo loro, restringere gli orari non risolve il vero problema della movida: le folle che si radunano fuori dai locali, dove nascono schiamazzi e disordini. Un esempio chiaro arriva da piazza San Domenico Maggiore, dove il rumore resta alto anche se bar e ristoranti chiudono prima della mezzanotte. Per gli esercenti, quindi, il disturbo non viene dai clienti dentro i locali, ma da chi si assembrano in strada senza controllo.

Economia a rischio: il centro storico potrebbe svuotarsi

Oltre a mettere in dubbio l’efficacia della norma sul fronte del rumore, Confcommercio Napoli lancia l’allarme per le conseguenze economiche. Circa quaranta attività nella zona interessata potrebbero vedere un calo pesante del fatturato. Sono imprese che danno lavoro a più di 200 persone. Limitare gli orari, dicono, non solo rischia di svuotare il centro storico, ma potrebbe anche peggiorare la sicurezza, perché meno clienti e operatori significano meno occhi sulla strada, un fattore che in certi casi aiuta a tenere sotto controllo situazioni a rischio.

Il presidente Di Porzio punta il dito anche sull’incoerenza della delibera: alcune strade sono soggette alle restrizioni, altre no, creando confusione e disuguaglianze. Per Confcommercio questa divisione non ha senso e indebolisce l’intero provvedimento.

Serve dialogo, non solo restrizioni

Confcommercio chiede un cambio di rotta: via la delibera e subito un tavolo di confronto. L’idea è mettere attorno a un tavolo amministrazione, commercianti e residenti per trovare insieme soluzioni più efficaci e condivise contro i problemi di ordine pubblico e disturbo notturno. Il presidente Di Porzio ribadisce che “non si può far ricadere tutta la responsabilità sugli esercenti, quando il problema è più ampio e coinvolge tutta la vita della città.”

Il messaggio è chiaro: “la movida va gestita in modo complessivo e collaborativo, non con semplici tagli agli orari che ignorano il contesto sociale più ampio.”

Consiglio Comunale sotto pressione, tra vivibilità e economia

Il confronto in Consiglio sarà acceso. Da una parte ci sono i residenti del Centro Storico, che chiedono più tranquillità e sicurezza; dall’altra gli operatori economici, preoccupati per la sopravvivenza delle loro attività e per l’occupazione. Il Comune dovrà trovare un equilibrio che garantisca la qualità della vita senza mettere a rischio un settore fondamentale per Napoli.

Questa discussione sarà decisiva: la delibera resterà o si cercheranno altre strade per gestire la movida nel cuore della città?