Mostra a Roma racconta la storia d'amore e arte tra Mario Mafai e Antonietta Raphaël a 100 anni dal loro incontro

Mostra a Roma racconta la storia d’amore e arte tra Mario Mafai e Antonietta Raphaël a 100 anni dal loro incontro

una mostra a roma al casino dei principi di villa torlonia celebra mario mafai e antonietta raphaël, protagonisti della scuola romana, attraverso oltre cento opere che raccontano il loro rapporto artistico e personale
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La mostra "Un'altra forma di amore" al Casino dei Principi di Villa Torlonia a Roma celebra il legame artistico e personale tra Mario Mafai e Antonietta Raphaël, protagonisti della scuola romana, attraverso oltre cento opere, lettere e documenti che raccontano la loro complessa storia e il loro contributo all'arte italiana del Novecento. - Gaeta.it

Due artisti legati da un’intensa storia personale e artistica sono protagonisti di una mostra a Roma che racconta la loro vita e il loro lavoro. Mario Mafai e Antonietta Raphaël, incontratisi alla scuola di nudo circa un secolo fa, hanno segnato la scena culturale romana tra gli anni venti e il dopoguerra. L’esposizione, aperta fino al 2 novembre al Casino dei Principi di Villa Torlonia, ripercorre questo percorso attraverso oltre cento opere, lettere e documenti, svelando il rapporto complesso e creativo tra i due.

L’incontro a roma e la nascita della scuola romana

Mario Mafai, poco più che ventenne, e Antonietta Raphaël, artista più matura e reduce da una fuga dalla Lituania con la famiglia a causa delle persecuzioni antiebraiche, si incontrarono a Roma nella scuola di nudo intorno al 1925. Lei era appena arrivata da Parigi dopo un lungo soggiorno e le vicissitudini di un’esistenza segnata dalla guerra e dalla migrazione. Fra i due nacque subito un legame profondo, che unì amore e arte. La loro casa-studio in via Cavour, con vista sui fori imperiali, divenne un punto di ritrovo per artisti, poeti e scultori e diede origine a quella che sarebbe passata alla storia come la scuola romana.

Gli anni venti furono quindi una stagione di fermento artistico attorno alla coppia. Mario Mafai sviluppò una pittura lirica e intima, mentre Antonietta Raphaël si focalizzò soprattutto sulla scultura per affermare una propria identità artistica autonoma. Non mancarono momenti di tensione, con allontanamenti e ritorni che durarono fino al 1960, anno della loro separazione definitiva. I rapporti fra i due alternavano passioni, litigi e riconciliazioni, elementi che emergevano anche nei loro diversi approcci creativi.

La mostra e il ruolo culturale di mafai e raphaël

Il Casino dei Principi di Villa Torlonia, vicino al museo dedicato alla scuola romana, ospita fino ai primi di novembre “Un’altra forma di amore”, la mostra che celebra Mario Mafai e Antonietta Raphaël a 60 anni dalla morte di lui e 50 da quella di lei. Curata da Valerio Rivosecchi e Serena De Dominicis per il centro studi dedicato alla coppia, l’esposizione raccoglie circa cento opere che illustrano le traiettorie artistiche dei due, insieme a foto e documenti straordinari.

Mario Mafai venne considerato un maestro nel panorama italiano, anche durante il periodo difficile della seconda guerra mondiale e del dopoguerra. Le sue opere, tra cui serie famose come “Fiori secchi”, “Demolizioni” e “Fantasie”, spiccano per un tratto antiretorico e una rappresentazione autentica della realtà italiana. Antonietta Raphaël, che visse una ricerca più isolata e solitaria, ottenne riconoscimenti soprattutto dagli anni cinquanta in poi, fino agli studi più recenti che hanno rivalutato la sua figura. La mostra mette in luce la loro differenza di stile e vocazione, tuttavia intrecciata da un legame artistico e umano unico.

Il periodo della guerra segnò un momento critico: dopo le leggi razziali del 1939 la famiglia Mafai dovette lasciare Roma per Genova. Mario venne richiamato alle armi e mantenne con Antonietta un lungo epistolario fatto di paure e speranze, conservato tra i documenti esposti. Questa corrispondenza rivela i conflitti e l’attenzione reciproca, elementi che caratterizzarono l’intera vita della coppia.

La ricerca artistica divergente e il rapporto tra i due

Le sale dedicate alla mostra mostrano le opere di Mafai e Raphaël in modo alternato, evidenziando le differenze fra i due. Le tele di Mafai passano da tonalità intime a esperimenti più astratti, mentre Raphaël privilegia sculture dai colori vivi realizzate in materiali come bronzo, gesso e porfido. Questa alternanza restituisce l’idea di un confronto silenzioso, una sfida continua per affermare una propria cifra artistica senza sovrapporsi.

La complessità del loro rapporto

Antonietta Raphaël, definita anche pianista, si dedicò alla scultura in modo quasi esclusivo per delimitare uno spazio indipendente rispetto alla pittura del marito. Lo stesso Mafai, che iniziò come suo seguace e poi si impresse di ironia nelle sue battute, trovò nelle lettere un linguaggio attraverso cui esprimere questo legame complesso. Un messaggio scritto nel 1942 descrive una “forma di amore” fatta di armonia, ma anche di nostalgie sottili, che va oltre la gelosia e si nutre della dedizione al lavoro artistico.

Il rapporto descritto da moglie e marito tra loro era in effetti complicato dalla competizione e da esigenze creative che non sempre trovavano sintonia. Eppure, la loro unione prima tumultuosa e poi divisa nel 1960 ha lasciato tracce importanti nella storia dell’arte italiana. La mostra propone così un ritratto a più dimensioni, che unisce vita privata e produzione artistica, raccontando un secolo di passione e creatività nella capitale.

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