La Russia ha chiarito i termini dei prossimi incontri diplomatici con l’Ucraina, in programma lunedì a Istanbul. Nel farlo, ha escluso la presenza diretta di stati terzi ai tavoli di trattativa, a differenza di quanto emerso nelle ultime dichiarazioni di rappresentanti internazionali. La situazione si muove tra Mosca e Kiev, con la Turchia come sede del confronto, mentre gli Stati Uniti e alcuni paesi europei restano in posizione di osservatori.
La posizione russa sul ruolo di paesi terzi nei negoziati
Mosca ha ribadito con fermezza che le delegazioni ufficiali dei paesi terzi non parteciperanno direttamente ai colloqui previsti a Istanbul tra russi e ucraini. La portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, ha precisato che solo i rappresentanti di Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania e Francia possono eventualmente incontrarsi separatamente per scambi informali, ma senza accedere ai tavoli ufficiali della trattativa. L’agenzia russa Ria Novosti ha diffuso queste dichiarazioni nel contesto delle tensioni diplomatiche in corso.
Dichiara maria zakharova
Le parole di Zakharova hanno escluso una mediazione da parte della Turchia o di altre nazioni: secondo Mosca il negoziato dovrà avvenire direttamente tra le parti coinvolte, senza “terzi” che influenzino o dirigano il dialogo. Questo approccio mira a sottolineare la sovranità e l’autonomia di Russia e Ucraina nella ricerca di un accordo, evitando interferenze esterne in un contesto che resta delicato.
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Le reazioni internazionali e le dichiarazioni precedenti
Pochi giorni prima dell’appuntamento di Istanbul, l’inviato speciale americano Keith Kellogg aveva invece indicato la possibile presenza di rappresentanti di Usa, Gran Bretagna, Germania e Francia durante i colloqui. Secondo Kellogg, questi paesi avrebbero svolto un ruolo consultivo, per accompagnare e facilitare il dialogo. Questa posizione era stata accolta con cautela e suscitato riflessioni sulle modalità di gestione delle trattative.
Il chiarimento di Mosca ha messo un freno a queste ipotesi, lasciando intendere che la Russia intenda affrontare la questione in modo più diretto, senza coinvolgere attori esterni formalmente nell’ambito negoziale. La svolta non cancella però il ruolo diplomatico della Turchia, chiamata a ospitare l’incontro sul suo territorio e a garantire la sicurezza degli scambi.
Turchia scelta come sede per i negoziati tra russia e ucraina
I colloqui si svolgeranno a Istanbul, città che si conferma come punto d’incontro per trattative importanti nel conflitto in corso. La scelta della Turchia pesa per motivi geografici e politici, visto il ruolo di Ankara nella regione e la sua posizione relativamente neutrale rispetto alle parti in causa. Il governo turco ha già offerto il suo aiuto per facilitare il dialogo.
Mosca, pur riconoscendo la disponibilità di Ankara, mantiene però la linea dura sulla sovranità del negoziato tra Russia e Ucraina, senza mediazioni esterne. Istanbul diventa quindi cornice, più che parte attiva, della trattativa. Questo passaggio segna una fase cruciale nella gestione del conflitto, dove il luogo dell’incontro assume una valenza simbolica e pratica, separando la sede delle discussioni da qualunque forma di coinvolgimento diretto di terzi.
Le sfide e le aspettative per i negoziati di istanbul
Il prossimo incontro presenta difficoltà evidenti. La mancanza di mediatori stranieri potrebbe rendere più complicata la fiducia reciproca tra le delegazioni. Le differenze rimangono ampie e le tensioni, sul terreno e diplomatiche, pesano molto sulle possibilità di accordi.
Al tempo stesso, la scelta di escludere interventi esterni può essere letta come una volontà di Mosca di trattare questioni delicate senza mediazioni che potrebbero diluire le decisioni o condizionare le posizioni. Il successo della missione dipenderà da come le parti riusciranno a procedere nel confronto diretto, sulla base delle loro richieste e concessioni.
Istanbul rappresenta dunque un banco di prova per la diplomazia, in un contesto teso dove si incrociano interessi strategici internazionali e il destino delle aree coinvolte nel conflitto. La cronaca resta in attesa di sviluppi concreti e di segnali chiari dalle delegazioni che siederanno a quel tavolo.