Monica Guerritore sul set del film Anna: interpretare la Magnani vicino all'isola Tiberina

Monica Guerritore sul set del film Anna: interpretare la Magnani vicino all’isola Tiberina

Monica Guerritore dirige e interpreta Anna Magnani nel film girato a Roma, offrendo un ritratto autentico e umano dell’icona del cinema italiano lontano dagli stereotipi tradizionali.
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Monica Guerritore dirige e interpreta il film *Anna*, un ritratto autentico e umano di Anna Magnani, girato a Roma vicino all'isola Tiberina, che mira a svelare la complessità e la modernità della celebre icona del cinema italiano. - Gaeta.it

La produzione del film Anna è in corso a Roma, nei pressi dell’isola Tiberina, con Monica Guerritore che interpreta Anna Magnani. La recitazione si concentra su un ritratto autentico, lontano dagli stereotipi. Il progetto, nato da un desiderio coltivato per anni, vede Guerritore sia protagonista che regista, con l’intento di restituire corpo e anima a un’icona del cinema italiano.

Il lavoro sul personaggio di Anna Magnani sul set di Roma

Monica Guerritore si prepara con calma e attenzione davanti al trucco, trasformandosi gradualmente in Anna Magnani. Il set, sistemato vicino all’isola Tiberina, cattura gli ultimi caldi della primavera romana, che rendono l’ambiente particolarmente afoso e carico d’atmosfera. Non c’è ansia nell’approccio dell’attrice, che sottolinea come non sia un’ossessione o un peso interpretare un mito come Magnani.

La precisa intenzione di Guerritore è avvicinarsi a questo personaggio affiancandolo, senza imitazioni vuote o spettacolarizzazioni. La recitazione deve restituire la verità più autentica, incluse le espressioni e i gesti, per mantenere l’integrità del ritratto. Ogni dettaglio deve suonare reale: “Non puoi tradire la sua autenticità travestendoti”, dice l’attrice. Il film non vuole solo raccontare ma rivivere Magnani, facendo sentire la sua voce e presente il suo spirito.

Anna magnani: un mito senza età e la sua modernità negli anni cinquanta

Monica Guerritore descrive Anna Magnani come una figura senza tempo, moderna anche oggi pur essendo donna degli anni Cinquanta. La cura del personaggio traduce questa contraddizione apparente: Anna è vera e spontanea, ed è al tempo stesso attenta al modo in cui si presenta al mondo. I suoi capelli cambiano da un giorno all’altro, perché rispecchiano il suo carattere forte e poco vincolato alla moda.

L’attrice sottolinea che non si può definire la Magnani trasandata; essa è piuttosto una figura selvatica, libera da schemi imposti e consapevole della propria strada. È una donna che non segue la corrente, ma resta fedele a se stessa, con una femminilità alternativa che la rende unica e ancora oggi rilevante. Questa selvatichezza riflette una forza che Monica Guerritore vede come esempio diverso rispetto ai modelli femminili tradizionali.

L’assenza di un personaggio femminile che possa raccontare Anna Magnani

È notevole che nessuno abbia ancora raccontato in modo completo la figura di Anna Magnani come personaggio femminile unico. Secondo Guerritore, questo lascia spazio a un’interpretazione nuova, quella del suo film. Il progetto nasce dalla volontà di dare voce a una donna che fino ad oggi è rimasta in qualche modo fuori da certi racconti cinematografici e teatrali, quasi inespressa in tutta la sua complessità.

Un ritratto fedele e umano del mito

In questo senso, recitare la Magnani non è solo un omaggio ma un lavoro di ricerca per restituire fedeltà al suo carattere, non ridotto a cliché o leggende. L’attrice fa propri gesti e posture per costruire un ritratto che dia spessore al mito, portando in scena l’umanità sotto la celebrità. L’intento è di donare una nuova prospettiva a chi conosce Magnani mediante pellicole e narrazioni, aiutando a percepire anche la donna dietro l’icona.

Le riprese procedono in un clima caldo di Roma, che sembra calzare a pennello per questa storia ambientata in un tempo decisivo per il cinema e la cultura italiana. Monica Guerritore guida il progetto con attenzione sia alla recitazione che alla regia, determinata a fare di Anna un racconto vivo, senz’altro più vicino possibile alla realtà vissuta di una protagonista insostituibile.

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