Ministero Della Cultura indaga sulle autorizzazioni del Cubo Nero a Firenze in centro storico

Ministero Della Cultura Indaga

Indagini del Ministero sulla regolarità del Cubo Nero nel centro storico di Firenze. - Gaeta.it

Sofia Greco

28 Agosto 2025

Il nuovo edificio ultramoderno noto come “cubo nero”, realizzato al posto dell’ex Teatro Comunale nel cuore di Firenze, richiama l’attenzione delle autorità. Il Ministero della Cultura ha deciso di approfondire le procedure che hanno portato al rilascio dei permessi per questo progetto, molto discusso per il suo impatto estetico e urbanistico sulla città patrimonio UNESCO. Anche la procura di Firenze ha avviato un’indagine esplorativa per verificare la correttezza dell’iter autorizzativo.

Il cubo nero: un edificio che ridefinisce il centro storico di Firenze

Il “cubo nero” è un complesso residenziale di oltre 150 appartamenti di lusso, nato sulla base del progetto di rigenerazione dell’area occupata un tempo dal Teatro Comunale di Firenze. Situato in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico, l’edificio ha suscitato molte polemiche. Originariamente previsto con una facciata dorata, il progetto ha subito modifiche che hanno portato all’utilizzo di un rivestimento bronzeo scuro tendente al nero. Questo cambio ha alimentato contestazioni sia tra i cittadini, sia tra esperti di tutela del patrimonio, che vedono nell’intervento una lesione visiva allo skyline storico della città.

L’area si trova all’interno del centro storico tutelato dall’UNESCO; l’ingombro e la forma dell’edificio hanno spaccato l’opinione pubblica. I critici lo definiscono un “ecomostro” che altera in modo irreversibile la percezione della città. Di fronte a questa contrapposizione, il governo ha deciso di intervenire per controllare che ogni passaggio amministrativo e autorizzativo sia stato svolto nel rispetto delle leggi e delle norme paesaggistiche vigenti.

Ministero della cultura e soprintendenza al centro della verifica sulle autorizzazioni

Gli uffici del Ministero della Cultura, responsabili della sorveglianza sulle sovrintendenze territoriali, hanno aperto un fascicolo interno per esaminare la condotta della Soprintendenza fiorentina che ha accordato i permessi edilizi necessari alla realizzazione del “cubo nero”. È stata richiesta una relazione dettagliata su tutte le fasi dell’iter autorizzativo, con l’obiettivo di chiarire eventuali irregolarità o omissioni.

Questa iniziativa arriva dopo l’apertura di un procedimento esplorativo da parte della Procura di Firenze. Il fascicolo, promosso dal procuratore Filippo Spiezia, non presenta al momento indagati, ma punta a ricostruire con precisione le modalità attraverso cui sono stati concessi i permessi. La polizia giudiziaria sta raccogliendo documenti e testimonianze per valutare se ci siano state violazioni delle leggi edilizie e urbanistiche o se siano emerse criticità nella gestione dell’area.

La gestione della Soprintendenza, incaricata di salvaguardare il patrimonio artistico e architettonico, è finita sotto la lente d’ingrandimento per capire se abbia garantito una adeguata valutazione degli impatti del progetto, soprattutto vista la collocazione delicata in centro storico.

Dalle origini del progetto al dibattito pubblico: la trasformazione dell’area ex teatro comunale

La genesi del progetto risale al 2013, allorché la giunta comunale di Firenze ha approvato una delibera riguardante l’area dell’ex Teatro Comunale. All’epoca, Matteo Renzi era sindaco. La decisione, passata all’unanimità, prevedeva la demolizione dello stabile esistente per realizzare una nuova costruzione a destinazione mista residenziale e turistica.

La delibera riduceva la volumetria prevista per l’intervento, ma non indicava con precisione le dimensioni di larghezza dei manufatti da costruire. Questa imprecisione ha lasciato margini di interpretazione, considerati da molti una falla nel sistema pianificatorio. Anche per questo, la trasformazione ha innescato critiche sulle procedure seguite, accusate di favorire interessi privati a scapito della salvaguardia dell’aspetto storico e paesaggistico della città.

Il dibattito si è allargato a coinvolgere non solo gli addetti ai lavori, ma anche la cittadinanza, che lamenta una scarsa trasparenza sull’intero iter e l’assenza di un controllo stringente da parte delle istituzioni pubbliche. Il progetto è emblematico di una tensione che si sviluppa tra tutela delle radici urbane e richieste di sviluppo immobiliare in zone centrali.

L’attenzione resta alta: le verifiche in corso potrebbero chiarire quali responsabilità sono emerse nel passaggio tra progetto, autorizzazioni e realizzazione effettiva del “cubo nero”. Le risposte attese riguardano non solo gli aspetti burocratici, ma anche il rispetto delle leggi sulla conservazione del paesaggio storico di Firenze.