Il Caso Rosboch Torna in un Film Premiato a Venezia con Valeria Golino Protagonista

Il Caso Rosboch Torna In Un Fi

Valeria Golino protagonista nel film sul caso Rosboch premiato a Venezia - Gaeta.it

Marco Mintillo

28 Agosto 2025

La tragica vicenda di Gloria Rosboch, insegnante di 49 anni uccisa nel 2016 da un ex studente nel Canavese, è stata trasposta nel film “La Gioia”, diretto da Nicolangelo Gelormini e selezionato alle Giornate degli Autori alla Mostra del Cinema di Venezia 2025. Il film racconta una storia di manipolazione e vulnerabilità, ponendo al centro il ritratto intenso di una donna fragile, ma complessa, interpretata da Valeria Golino.

Il sangue del Canavese, la storia dietro la cronaca

Gloria Rosboch era un’insegnante che nel 2016 ha perso la vita per mano di Gabriele Defilippi, un suo ex studente. La vicenda, avvenuta nelle campagne vicino a Torino, ha scosso l’Italia per la crudeltà e la manipolazione emotiva alla base dell’omicidio. Defilippi riuscì a convincere Gloria a consegnargli i risparmi di famiglia con la promessa ingannevole di costruire un futuro insieme, ma il piano si trasformò in tragedia.

Questo caso ha rappresentato uno degli episodi di cronaca più seguiti nel decennio scorso, diventando simbolo dei rischi legati alla fragilità emotiva e al peso della fiducia tradita. Il contesto familiare, la condizione di isolamento e il rapporto pelle a pelle tra vittima e carnefice hanno contribuito a un approfondimento mai scontato di meccanismi psicologici che ancora oggi scuotono riflessioni pubbliche e private.

La Gioia, un adattamento che arriva dalla scena teatrale al cinema

Il film “La Gioia” prende spunto dal fatto vero ma racconta una storia con sfumature diverse, sviluppata sulla figura di Gioia, una donna di 50 anni interpretata da Valeria Golino. Dopo il successo dell’opera teatrale “Se non sporca il mio pavimento”, scritta da Giuliano Scarpinato e Gioia Salvatori, la storia ha trovato nuova vita sul grande schermo grazie a Nicolangelo Gelormini, già noto per “Fortuna”.

Presentato come unico film italiano alle Giornate degli Autori della Mostra di Venezia 2025, il lungometraggio mette a fuoco sentimenti ambigui e rapporti complessi all’interno di un microcosmo familiare traballante. La produzione è firmata da Ht Film, Indigo Film e Vision Distribution, quest’ultima impegnata anche nella distribuzione nelle sale.

Un ritratto di donna tra fragilità e tentativi di rivalsa

Gioia non è solo una vittima nel film, bensì un personaggio sospeso tra innocenza e spregiudicatezza. Valeria Golino descrive la sua interpretazione come quella di una donna che, per paura e per legami familiari difficili, si è fermata nel tempo, risultando una sorta di “ragazza interrotta” che non ha veramente superato la propria adolescenza emotiva.

Nel film, Gioia si prende cura dei genitori anziani nella casa di famiglia e si ritrova attratta da Alessio, un giovane studente liceale, interpretato da Saul Nanni. Alessio ha un modo di vivere che gioca con l’ambiguità, indossando talvolta abiti femminili e usando il suo corpo come strumento di controllo e guadagno. La relazione tra loro nasce da un intreccio di attenzioni e manipolazioni reciproche, con Gioia che si innamora del ragazzo nonostante il grande divario generazionale.

Questo personaggio mette in luce tensioni emotive delicate, mostrando come la vulnerabilità possa aprire la strada a dinamiche pericolose. La sceneggiatura del film, premiata con il Premio Franco Solinas nel 2021, sottolinea quei passi incerti di Gioia verso un amore che rischia di travolgerla.

Le sfumature complesse dei personaggi e le relazioni familiari sullo schermo

Jasmine Trinca, che interpreta Carla, la madre di Alessio, racconta la complessità del proprio personaggio. Carla è una donna segnata dalle difficoltà economiche e personali, una cassiera sempre in bolletta che non riesce a vedere realmente il figlio. Secondo l’attrice, Carla proietta su Alessio aspettative e immagini di sé, rompendo quel “patto sacro” che lega i figli alla libertà di crescere e scegliere.

Cosimo, interpretato da Francesco Colella, è un amico di famiglia e amante coinvolto in modo ambiguo nelle vicende. Il gioco delle maschere e delle intenzioni nascoste alimenta una narrazione fatta di ambiguità. Ogni personaggio del film mostra più lati, non si fa definire in modo semplice, restituendo un quadro realistico di quanto le apparenze spesso nascondano drammi e segreti.

La rappresentazione di un amore tradito e della vulnerabilità umana

Il regista Gelormini spiega che “La Gioia” racconta l’anticorpo al sentimento dell’amore, un sentimento che può avere un lato oscuro e colpire chiunque. Il film mette in scena una storia che, dietro le mura domestiche e nella quotidianità di persone comuni, si trasforma in un racconto che parla di desideri, paure e distruzioni.

Attraverso gli occhi di Gioia, lo spettatore esplora le zone d’ombra di un rapporto dove il confine tra amore e inganno si confonde. La vicenda riprende il parallelo con il caso reale di Gloria Rosboch, mantenendo vivo l’interesse su temi ancora troppo spesso ignorati, come la fragilità emotiva e la violenza che può nascondersi dietro gesti apparentemente gentili.

La proiezione nella cornice della Mostra del Cinema di Venezia 2025 conferma la rilevanza di questa storia per il pubblico e la critica, mantenendo alta l’attenzione su fatti di cronaca che assumono nuova vita attraverso l’arte e la narrazione cinematografica italiana contemporanea.