Monte dei Paschi di Siena accelera nell’offerta pubblica di scambio su Mediobanca, con la quota conferita che in pochi giorni è passata da meno del 20% a oltre il 27% del capitale. Questo cambiamento modifica gli equilibri tra gli azionisti, mentre resta da chiarire l’esito finale entro la scadenza dell’8 settembre 2025. Sul mercato si osservano con attenzione le mosse del gruppo Caltagirone, secondo azionista con quasi il 10% delle azioni.
L’aumento delle adesioni all’ops di Mps tra ieri e oggi
Nella seduta odierna sono state conferite 63.477.095 azioni di Piazzetta Cuccia, sede storica di Mediobanca, facendo salire la quota di adesione dal 19,4457% del giorno precedente al 27,0634% del capitale complessivo. Questo incremento di oltre il 7,5% indica che alcuni investitori o gruppi di azionisti hanno deciso solo ora di aderire, anche se non è stato reso noto chi abbia apportato le azioni.
L’operazione di Mps mira a rafforzare la propria presenza in Mediobanca, con l’obiettivo di raggiungere una partecipazione che consenta il controllo. L’impegno finanziario previsto è di circa 260 milioni di euro in contanti, necessari per integrare il prezzo di scambio in base alle adesioni entro la scadenza dell’offerta.
Il ruolo del gruppo Caltagirone nella sfida per il controllo di Mediobanca
Il gruppo Caltagirone, con una quota poco inferiore al 10%, è un attore chiave nell’offerta di Mps. Il suo sostegno può contribuire in modo decisivo al raggiungimento di una maggioranza sufficiente a modificare l’assetto azionario.
Come secondo azionista, la sua posizione aumenta la pressione sugli altri azionisti ancora indecisi. Negli ultimi giorni è emerso come il gruppo possa influenzare in modo significativo l’esito dell’ops, grazie alla sua quota e al ruolo di promotore dell’operazione.
Smentita della Procura di Milano sulle presunte pressioni agli azionisti di Mediobanca
Nelle ultime settimane erano circolate voci su presunte pressioni politiche rivolte agli azionisti di Mediobanca per aderire all’offerta di Mps, alimentando dubbi e tensioni nel settore finanziario.
La Procura di Milano ha chiarito che non risultano indagini o fascicoli aperti su questo tema, smentendo ufficialmente accuse di concussione o altri reati legati a possibili pressioni governative. Questa precisazione ha contribuito a rasserenare il mercato, che temeva interferenze esterne sull’offerta.
La dichiarazione della magistratura aiuta a mantenere la trattativa in un contesto di regole trasparenti, lasciando agli azionisti la libertà di decidere senza condizionamenti.
Con l’avvicinarsi della chiusura dell’offerta a inizio settembre, tutte le parti coinvolte attendono di vedere se l’operazione raggiungerà la quota necessaria per garantire a Monte dei Paschi una partecipazione di controllo. L’attenzione resta alta soprattutto sul gruppo Caltagirone e sulla capacità di Mps di mantenere la fiducia del mercato.