Milano dedica un murale a Alan Kurdi, il bambino siriano morto nel 2015 durante il tragico naufragio di un gommone nel mar Egeo. L’opera, collocata nel Parco del Giambellino, racconta la storia di un piccolo profugo che simboleggia la sofferenza di tante famiglie in fuga dalla guerra.
Il murale di 130 metri quadri nel Parco Del Giambellino
L’opera si estende per 130 metri quadri sulle pareti del Parco del Giambellino, area verde situata nella periferia sud-ovest di Milano. È stata creata dalla Cooperativa Farsi Prossimo Onlus, realtà che da anni lavora con minori stranieri non accompagnati e cittadini migranti. Il murale non è un semplice sfondo decorativo, ma un segno tangibile del ricordo, una testimonianza visiva che accompagna chi frequenta il parco a riflettere sulla tragedia di Alan Kurdi e sulle condizioni dei migranti.
La scelta del luogo è significativa perché il parco è frequentato da giovani e famiglie dei quartieri limitrofi, permettendo un contatto diretto con un messaggio di solidarietà e memoria. L’intervento artistico ha trasformato uno spazio pubblico in un luogo di incontro e discussione sui temi dell’immigrazione e dell’accoglienza.
Minori stranieri non accompagnati protagonisti del progetto artistico
Il murale è stato realizzato coinvolgendo direttamente alcuni minori stranieri non accompagnati, accolti dal Comune di Milano nelle strutture di assistenza. Questi ragazzi, alcuni dei quali hanno affrontato viaggi simili a quelli di Alan Kurdi, hanno partecipato attivamente a ogni fase della pittura, fornendo contributi creativi e vivendo il laboratorio artistico come un’occasione di espressione personale.
Durante la realizzazione, è stato organizzato un laboratorio aperto, che ha accolto la partecipazione di residenti e operatori sociali, favorendo così uno scambio intergenerazionale e culturale. L’esperienza ha dato spazio al confronto tra comunità diverse, mettendo in luce la volontà di inclusione e di rafforzamento del senso di appartenenza.
L’assessore al Welfare di Milano, Lamberto Bertolé, ha riconosciuto l’importanza del progetto sottolineando come l’impegno dell’amministrazione sia volto a garantire a questi minori condizioni di vita dignitose e un percorso di integrazione efficace. Modernamente si intendeva offrire a questi ragazzi, indipendentemente dal loro paese d’origine, la possibilità di costruire un futuro sereno e sicuro.
Il significato culturale e sociale dell’opera
Nel contesto di Milano, città che conta numerose esperienze di accoglienza, il murale dedicato ad Alan Kurdi assume valenza simbolica oltre che artistica. L’assessore alla Cultura, Tommaso Sacchi, ha evidenziato come la città riprenda l’arte per mantenere viva la memoria collettiva e per trasformare il dolore in un’opportunità di confronto e speranza condivisa.
La figura di Alan Kurdi resta un potente campanello d’allarme sulle pericolose traversate nel Mediterraneo e sulle difficoltà che i profughi affrontano quotidianamente. L’opera a Milano ricorda a chi la osserva non solo il dramma della tragedia individuale ma anche quello che riguarda migliaia di persone costrette a lasciare la propria terra.
Questo murale si inserisce in un percorso che cerca di coniugare memoria, impegno civico e valori umani, coinvolgendo comunità locali e migranti in un dialogo che supera barriere culturali e sociali. Con quest’opera, Milano conferma il suo ruolo nella promozione di una cultura dell’accoglienza e del rispetto dei diritti umani.