Marco Giunio De Sanctis ha assunto la presidenza del Cip per il mandato 2025-2028, un ruolo che definisce come il più importante e appagante della sua lunga carriera sportiva. L’elezione si è svolta durante il consiglio nazionale a Roma, al centro di preparazione olimpica “Giulio Onesti”. De Sanctis racconta il suo percorso e le difficoltà incontrate, sottolineando il valore particolare di questa nuova sfida.
Il cammino verso la presidenza del cip tra ricordi e sacrifici
De Sanctis ha tracciato un bilancio della sua esperienza ventennale nel mondo dello sport paralimpico, che ha visto nascere e svilupparsi il movimento italiano. Ricorda gli inizi al limite, quando si lavorava in un ambiente molto modesto, con scrivanie improvvisate in spogliatoi concessi dal Coni. Nel 2017 il passaggio fondamentale, quando il Cip si è ufficialmente formato come comitato nazionale, segnando un salto decisivo nella sua storia.
Un percorso fatto di duro lavoro e passione
Il presidente ha evidenziato come il suo percorso sia stato fatto di duro lavoro e rinunce, ma anche di profonda passione. Ha ringraziato i collaboratori e gli amici che lo hanno affiancato, qualche volta in modo inaspettato, spronandolo a affrontare una sfida che agli inizi sembrava quasi insormontabile. Ha ricordato che all’inizio ci sono state anche tensioni, in particolare con Luca Pancalli, suo predecessore e amico fraterno, ma che questo fa parte del confronto necessario nello sport.
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La natura autentica dello sport paralimpico secondo de sanctis
Nel suo discorso, De Sanctis ha sottolineato un aspetto centrale della sua visione dello sport: la sua verità e autenticità. A differenza di molti altri ambiti della vita, nello sport si può nascondere poco, perché il risultato parla chiaro e non si può fingere. Ha ammesso di avere molti difetti, ma ha voluto mettere in luce la sua determinazione nel portare a termine ogni obiettivo che si è prefissato.
Soddisfazione per una passione di mezzo secolo
Questa franchezza serve anche a spiegare la sua soddisfazione per il nuovo incarico. Il ruolo di presidente del Cip rappresenta per lui l’esito tangibile di mezzo secolo di sforzi e di impegno in un settore dove la competizione è reale e i risultati non si ottengono per caso. L’elezione è una tappa che non arriva dal nulla, ma dal lavoro costante e da una passione solida.
Il rapporto di de sanctis con il mondo delle bocce e le differenze con lo sport paralimpico
De Sanctis ha inoltre espresso un rammarico riguardo al suo rapporto con la Federazione Italiana Bocce, di cui è stato presidente. Pur avendo lavorato molto in quel campo, ha detto di non aver raggiunto i risultati sperati. Ha definito quell’ambiente più complicato e meno aperto rispetto al movimento paralimpico, privo di quella “cultura” e di quelle dinamiche che, a suo avviso, rendono il mondo paralimpico unico e più vivace.
Una differenza di energia e cultura sportiva
Le bocce per lui restano un capitolo delicato, segnato da sfide interne e da una complessità che non ha mai saputo superare completamente. La differenza con il Cip sta anche nell’energia delle persone coinvolte e nella capacità di creare un movimento coeso e positivo, che ha lasciato un segno più profondo nella sua esperienza personale.
Marco Giunio De Sanctis, attraverso la sua nuova carica, entra ora in una fase cruciale per il Cip e per lo sport paralimpico italiano. Il suo percorso si intreccia con la storia recente di questo settore, e la sua guida sarà seguita con attenzione da chi da sempre segue il mondo dello sport e della disabilità.