L’università statale di milano si trova al centro di un caso delicato dopo aver cancellato tre esami sostenuti da una studentessa israeliana in modalità online. La giovane, riservista richiamata in patria a causa del conflitto militare, aveva ottenuto l’autorizzazione per seguire le lezioni da remoto. L’ateneo ha ora avviato un’indagine interna per chiarire le responsabilità dei docenti coinvolti e verificare la regolarità delle procedure adottate. La vicenda ha acceso un dibattito sulle modalità di esame e sulle norme vigenti per gli studenti fuori sede in situazioni particolari.
La vicenda della studentessa riservista e i motivi dell’annullamento degli esami
La protagonista di questa storia è una studentessa israeliana iscritta all’international medical school della statale di milano, richiamata alle armi come riservista in un’area sanitaria, vista la complessa situazione militare in israele nel 2025. Per questa ragione, l’ateneo le aveva consentito di seguire le lezioni online dall’estero, in linea con la circolare ministeriale del 20 novembre 2023, che prevede eccezioni in casi come il suo. Tuttavia, pur autorizzata alla didattica a distanza, la studentessa aveva sostenuto tre esami esclusivamente in modalità remota.
L’università ha considerato irregolare questa scelta, annullando gli scritti. La rettrice marina brambilla ha sottolineato che gli esami in presenza sono obbligatori, salvo casi di malattia grave certificata e autorizzazioni specifiche del ministero. Questo ha portato a una incongruenza amministrativa che, secondo l’ateneo, avrebbe messo a rischio la validità del titolo di studio. Nel frattempo anche la discussione della tesi programmata per luglio è stata sospesa in attesa di chiarimenti.
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La posizione dell’università statale e l’istruttoria interna aperta
Il ruolo dell’università si concentra ora nel chiarire come sia stato possibile concedere esami online senza il via libera ministeriale. L’istituzione ha precisato che l’indagine riguarda soprattutto i docenti, che hanno permesso alla studentessa di sostenere in remoto prove che secondo le norme dovrebbero essere fatte obbligatoriamente in presenza. L’istruttoria si propone di valutare se ci siano negligenze o errori procedurali da parte dei responsabili del collegio didattico.
L’università ha inoltre messo in evidenza che il permesso alla didattica online era legittimo, dato il richiamo alle armi per motivi sanitari; ciò rispondeva alla circolare ministeriale. La questione riguarda però il superamento degli esami. Qui, la mancanza di autorizzazione ministeriale e la norma che non permette esami da remoto in assenza di motivazioni gravi rendevano la sessione irregolare.
Gli aspetti normativi e i regolamenti sugli esami in presenza nelle università italiane
Le università italiane hanno regole rigide che richiedono la presenza degli studenti durante gli esami scritti o orali per garantire l’autenticità delle prove. Gli unici casi in cui sono previsti esami a distanza riguardano malattie gravi con certificazione medica e nulla osta espressi dalle autorità competenti. Questo per evitare frodi o scorrettezze che potrebbero compromettere il valore del titolo.
L’università statale di milano si è dunque attenuta a queste normative cancellando gli esami svolti online dalla studentessa. La situazione della giovane riservista ha creato un’eccezione, perché era autorizzata alla didattica a distanza ma non agli esami, provocando così un conflitto tra esigenze personali e norme accademiche. I casi simili devono essere valutati singolarmente, con particolare attenzione alla tutela della validità dei titoli e all’integrità degli esami.
Impatti pratici per la studentessa e riflessi sulla discussione della tesi
Il blocco degli esami mette a rischio il percorso accademico della giovane. Senza il riconoscimento delle prove, non può procedere con la discussione della tesi fissata per luglio. L’indagine in corso determinerà se si potrà trovare una soluzione che consideri la sua situazione straordinaria e il richiamo alle armi, oppure se dovrà ripetere gli esami rispettando le modalità previste.
La vicenda mette in luce le difficoltà incontrate dagli studenti internazionali coinvolti in crisi militari o sanitarie, che si trovano divisi tra obblighi accademici e impegni personali o professionali. L’università sta cercando di bilanciare il rispetto delle regole con la sensibilità verso tali circostanze, ma la salvaguardia della correttezza amministrativa resta prioritaria.
Il contesto nazionale e internazionale delle norme sulla didattica a distanza per studenti in situazioni di emergenza
La circolare ministeriale del 20 novembre 2023 ha aperto alla possibilità di seguire corsi da remoto per studenti in condizioni eccezionali, come quelli richiamati per motivi sanitari o militari. Questa norma ha introdotto maggiori tutele per quegli studenti, ma ha anche confermato regole rigide sugli esami, che non possono trasformarsi in una prassi.
In ambito internazionale, molte università valutano casi simili con attenzione, mantenendo un equilibrio tra flessibilità e mantenimento del valore formativo dei titoli. Il caso della studentessa israeliana mette a confronto queste esigenze, richiedendo una riflessione sulle modalità da adattare in future emergenze.
L’istruttoria dell’università di milano si inserisce in questo quadro e sarà utile a definire limiti e possibilità, con un impatto che potrà estendersi ad altri atenei e a studenti in situazioni analoghe. L’attenzione resta alta anche da parte delle istituzioni ministeriali chiamate a monitorare il rispetto delle norme e validità dei percorsi universitari in questa fase.