Il ritorno di Luigi Giuliano, ex boss della camorra di Forcella, segna un momento importante nel quartiere che ha dominato per decenni. Dopo anni lontano da Napoli, protetto dallo Stato, Giuliano è tornato sotto stretta sorveglianza, vivendo ora in regime di libertà vigilata. Questo rientro riporta alla mente gli anni in cui i clan partenopei dettavano legge, tra alleanze, faide e un legame particolare con il mondo dello sport.
‘O Re ’e Forcella torna sotto il controllo della polizia
Dopo più di vent’anni nel programma di protezione per i collaboratori di giustizia, Luigi Giuliano ha lasciato il rifugio protetto in Molise. La magistratura ha deciso di porlo in libertà vigilata, e così l’ex boss è tornato a Forcella, il quartiere nel cuore di Napoli dove il suo clan aveva radici profonde. Il commissariato Vicaria-Mercato segue i suoi movimenti e tiene d’occhio i suoi rapporti, per evitare rischi.
Serve una sorveglianza serrata, sia per impedire che riprenda attività criminali, sia per proteggere la sicurezza del quartiere. Forcella, da sempre teatro di lotte tra famiglie e traffici illegali, non può ignorare il ritorno di una figura come Giuliano. Il regime di libertà vigilata prevede controlli costanti e divieti chiari, soprattutto di contatti con ambienti malavitosi.
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Conosciuto come “’o Lione” o “occhi di ghiaccio” per il suo sguardo gelido, oggi Giuliano vive in una realtà molto diversa rispetto al passato. La sua presenza riporta alla memoria un’epoca in cui il potere criminale permeava ogni aspetto della vita nel quartiere. Le forze dell’ordine vogliono essere certe che questo ritorno resti sotto controllo, senza trasformarsi in una minaccia per la comunità.
Da ragazzo a capo clan: la scalata di Luigi Giuliano
Nato nel 1949, Luigi Giuliano è stato uno dei protagonisti della camorra napoletana dalla fine degli anni Settanta. Giovanissimo, prese in mano il comando del clan Giuliano, radicato a Forcella e nella zona dei Tribunali. La sua fama di uomo spietato e carismatico gli permise di consolidare un potere che ancora oggi è ricordato come quello della “vecchia camorra”.
A differenza di altri boss, Giuliano sapeva come mantenere un rapporto con la gente comune, anche attraverso lo sport. Il suo legame con Diego Armando Maradona, negli anni in cui il Napoli conquistava il primo scudetto, lo rese quasi una leggenda. Maradona frequentava le case del clan, in una città che vedeva nel calcio una speranza e nel boss una presenza ingombrante ma popolare.
Il controllo del territorio da parte dei Giuliano era militare, ma anche sociale. Il potere si mostrava nelle cerimonie pubbliche e nei rapporti con la comunità. Per anni, Forcella fu sotto il loro dominio, con il clan che gestiva traffici e manteneva un ordine parallelo a quello delle istituzioni.
Guerra Tra Clan: alleanze, scontri e matrimoni per il potere
Gli anni Ottanta furono segnati da scontri feroci tra clan in lotta per il controllo della città. Luigi Giuliano fece parte della Nuova Famiglia, un cartello che riuniva boss storici come Nuvoletta, Alfieri e Zaza. L’obiettivo era fermare la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo, che voleva imporsi come padrone di Napoli.
Quelle faide lasciarono un segno profondo, con scontri e omicidi che sconvolsero Napoli e dintorni. I Giuliano giocarono un ruolo chiave, con forza militare e controllo economico soprattutto a Forcella. Con la caduta di Cutolo e il declino degli altri clan, il potere dei Giuliano si rafforzò.
Ma la lotta per il territorio non fu mai semplice. Lo scontro con i Mazzarella, di San Giovanni a Teduccio, fu un altro momento di tensione. Però un episodio importante fu il matrimonio tra Marianna Giuliano e Michele Mazzarella, che sancì un’alleanza tra due famiglie storiche. Una mossa che aiutò a ristabilire un fragile equilibrio nel mondo criminale napoletano.
Il pentimento che ha cambiato la camorra a Napoli
Nel 2002, Luigi Giuliano scelse una strada che cambiò tutto: decise di collaborare con la giustizia. Anche altri membri della famiglia lo seguirono, portando al rapido declino del potere militare dei Giuliano a Forcella. Il suo passo segnò l’inizio di una nuova fase nella lotta alla camorra nel centro storico di Napoli.
Giuliano cominciò a raccontare alle autorità alleanze, traffici e segreti prima nascosti. Le sue rivelazioni permisero di smantellare molte reti criminali e di riorganizzare l’azione delle forze dell’ordine contro la camorra. Fu una cesura netta tra la vecchia gestione dei clan e un nuovo ordine che lentamente prese forma.
Collaborare significava anche lasciare il passato alle spalle: Giuliano rinunciò al controllo diretto dei vicoli di Forcella, abbandonando violenza e sopraffazione. La sua testimonianza divenne un punto di riferimento per magistrati e investigatori, facendo luce su molti aspetti oscuri della criminalità organizzata napoletana.
Luigi Giuliano poeta: il volto nascosto dell’ex boss
Dietro quell’immagine di boss dal volto freddo, Luigi Giuliano coltivò una passione inaspettata: la poesia e la scrittura. Durante gli anni di collaborazione con la giustizia, ha messo su carta i suoi tormenti e le sue riflessioni, mostrando un lato umano spesso nascosto dietro la figura del criminale.
La scrittura è diventata per lui una valvola di sfogo, un modo per raccontare la sua esperienza lontano dal crimine e dal potere. In regime protetto, questa passione lo ha accompagnato, aiutandolo a gestire le tensioni di una vita segnata da conflitti.
Ora, con il ritorno a Forcella, Giuliano si trova in una posizione nuova: non più capo clan, ma ex boss sotto controllo dello Stato. La sua presenza, seguita passo passo, riaccende le contraddizioni di un quartiere che ha convissuto a lungo con la sua famiglia. “’O re ’e Forcella” torna a farsi vedere, con un passato ingombrante e un futuro tutto da scrivere.