L’operazione tela di ragno: i servizi ucraini usano solo armi domestiche in attacchi oltre siberia

L’operazione tela di ragno: i servizi ucraini usano solo armi domestiche in attacchi oltre siberia

Il presidente Volodymyr Zelensky svela l’operazione «tela di ragno» condotta da Kiev con droni ucraini e armi nazionali, colpendo basi aeree russe in Siberia a oltre 4mila km dal fronte.
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Il presidente Zelensky ha svelato l’operazione «tela di ragno», un attacco ucraino con droni made in Ukraine contro basi aeree russe in Siberia, dimostrando l’autonomia militare di Kiev e la capacità di colpire obiettivi strategici a lunga distanza. - Gaeta.it

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rivelato dettagli sull’operazione speciale «tela di ragno», condotta dai servizi segreti di Kiev. Secondo quanto dichiarato in un’intervista esclusiva alla Abc, l’intervento ha sfruttato soltanto armi prodotte in ucraina, evitando equipaggiamenti forniti dagli alleati. L’attacco ha colpito basi aeree russe a oltre 4mila chilometri dal fronte, coinvolgendo droni ucraini lanciati sino alla Siberia.

Strategia e scelta delle armi nell’operazione tela di ragno

Zelensky ha sottolineato la volontà di utilizzare esclusivamente armi progettate e costruite in ucraina per questa operazione. «Volevo che fosse chiaro e distinto, proprio per mostrare l’indipendenza nella capacità di difesa», ha spiegato durante l’intervista. La scelta di non impiegare armamenti provenienti dagli arsenali degli alleati punta a evidenziare l’autonomia di Kiev nel condurre azioni militari significative.

La decisione riguarda anche aspetti tattici e di sicurezza, in quanto usare equipaggi propri semplifica la logistica e riduce potenziali problemi legati a tracciabilità o a direttive esterne. L’operazione mira a mostrare la forza della produzione militare nazionale e l’efficace coordinamento dei servizi segreti ucraini nella gestione di attacchi a lunga distanza all’interno del territorio russo.

Dettaglio sull’attacco con droni contro basi aeree lontane dal fronte

L’attacco si è svolto nei primi giorni di giugno, con droni ucraini trasportati in territorio russo a bordo di tir. Questi veicoli hanno garantito il trasporto silenzioso dei mezzi, che sono stati successivamente rilasciati a distanza e fatti decollare contro obiettivi strategici. Le basi aeree colpite si trovano nella regione siberiana, molto lontano dalla linea di combattimento tradizionale, a oltre 4mila chilometri dal fronte.

I bombardieri russi presenti nelle basi sono stati danneggiati o distrutti durante l’azione, compromettendo la capacità di Mosca di proiettare potenza su vaste aree. L’uso dei droni ha permesso un attacco mirato e discreto, che ha evitato coinvolgimenti diretti in combattimento con forze sul campo. Questa operazione ha rappresentato un salto nelle capacità di proiezione ucraina su obiettivi strategici.

Impatto sull’equilibrio militare tra ucraina e russia

Colpire aeroporti e bombardieri russi così lontano dal fronte cambia in modo significativamente la dinamica del conflitto. Ridurre la capacità di Mosca di utilizzare asset strategici influisce direttamente sulla preparazione a eventuali offensive ulteriori o sulla logistica del trasporto aereo militare. L’operazione tessuta dai servizi ucraini mostra una crescente capacità di colpire punti sensibili senza coinvolgimento diretto di truppe.

L’effetto psicologico di azioni di questo tipo non va sottovalutato, perché mostra una rinnovata presenza e un allargamento del teatro di scontro, amplificando la pressione sulle difese russe. Questi risultati rivelano come Kiev stia puntando a destabilizzare la capacità operativa del nemico anche a grandi distanze, con una logistica complessa ma efficace.

Reazioni internazionali e considerazioni sulla produzione militare ucraina

L’uso esclusivo di armi nazionali ha attirato l’attenzione internazionale sul potenziale industriale e tecnologico ucraino nel campo della difesa. Diversi osservatori hanno evidenziato come l’azione rappresenti un significativo passo avanti per Kiev, soprattutto nel momento in cui prosegue il conflitto con Mosca. La scelta è raffinata anche dal punto di vista diplomatico, perché non obbliga a coinvolgere formalmente partner esteri nelle dinamiche dell’attacco.

Sul piano tecnico, la produzione di droni e sistemi di controllo autonomi è un ambito su cui ucraina ha investito molto negli ultimi anni, con sviluppi raggiunti nonostante le difficoltà economiche e belliche. L’operazione ha evidenziato la maturità raggiunta da questi apparati e la capacità di condurre missioni di attacco a lungo raggio, con metodi di trasporto innovativi come il carico su tir per avvicinarli silenziosamente al bersaglio.

L’episodio offre spunti anche per future strategie di difesa e attacco da parte di ucraina e alleati, rafforzando il ruolo di un’industria militare interna che può operare in autonomia sul campo di battaglia. Restano da osservare gli sviluppi e le possibili risposte russe a questa nuova modalità di intervento.

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