L’Europa a 27 paesi non può più basarsi sull’unanimità nelle decisioni istituzionali

L’Europa a 27 paesi non può più basarsi sull’unanimità nelle decisioni istituzionali

Giulio Tremonti al Festival dell’Economia di Trento critica il sistema decisionale per unanimità nell’Unione europea a 27, evidenziando limiti burocratici e la necessità di regole più snelle e innovative.
Le28099Europa A 27 Paesi Non Puc3B2 Pi Le28099Europa A 27 Paesi Non Puc3B2 Pi
Giulio Tremonti al Festival dell’Economia di Trento ha criticato il sistema decisionale per unanimità dell’Unione europea a 27, evidenziandone i limiti e chiedendo una riforma per decisioni più rapide ed efficaci, superando l’eccessiva burocrazia e il conservatorismo istituzionale. - Gaeta.it

L’avanzamento dell’Unione europea con i suoi 27 stati membri sta mettendo in luce limiti importanti nel meccanismo decisionale basato sull’unanimità. Durante il Festival dell’Economia di Trento, Giulio Tremonti ha evidenziato i nodi principali di questa struttura, sottolineando la necessità di rivedere le regole per far fronte alle esigenze attuali e future del continente.

Limiti dell’unanimità nelle decisioni europee

Giulio Tremonti ha messo in discussione il sistema di decisione per unanimità all’interno dell’Unione europea a 27, spiegando che questa formula non regge più la complessità e le dinamiche politiche dell’attuale comunità. Quando si devono prendere decisioni importanti, trovare un accordo unanime tra tutti i paesi risulta spesso un ostacolo che blocca l’azione politica. Con così tanti stati membri, le posizioni sono molto diverse, e ciò si traduce in stallo o compromessi deboli che rallentano processi decisionali cruciali per il futuro economico e politico del continente.

Il sistema di unanimità, nato in un’Europa con meno stati e condizioni più semplici, non si adatta più al contesto attuale dove si devono confrontare interessi molti differenti e situazioni internazionali complesse. Tremonti ha spiegato che l’Europa ha bisogno di un cambio di passo, con regole che riconoscano la necessità di decisioni più rapide e condivise da una maggioranza qualificata, non più da tutti i membri. Anche altri esperti spesso evidenziano come l’unanimità, seppur garanzia di piena partecipazione, diventa un freno nelle grandi decisioni, soprattutto nel campo economico e della sicurezza.

Una critica alle norme e burocrazia della commissione europea

Nel corso del dibattito a Trento, Tremonti ha annunciato un giudizio severo verso l’attuale approccio normativo della Commissione europea, definendolo frutto di una mentalità che blocca l’Europa in una gabbia di regole eccessive e poco funzionali. Ha portato l’esempio di Marconi per sottolineare quanto siano cambiati i tempi: secondo lui, un personaggio come l’inventore della radio oggi non potrebbe operare liberamente a causa delle normative europee stringenti, anzi potrebbe rischiare sanzioni penali.

Questo esempio serve a riflettere sulla rigidità eccessiva di alcune norme, che paiono fuorvianti o addirittura assurde, e che creano un contesto poco favorevole all’innovazione e all’imprenditorialità. Tremonti ha insistito sull’idea che l’Europa deve uscire da questa mentalità, quella di un eccesso di controlli e regole che finiscono con limitare sviluppo e creatività. La Commissione europea, che avrebbe il compito di guidare gli stati verso politiche comuni efficaci, sembra a volte imprigionata in un modello burocratico che limita, invece di agevolare, la crescita e il cambiamento.

Conservazione e cambiamento all’interno dell’europa e delle sue istituzioni

Il dibattito al Festival ha anche toccato la questione del rapporto tra conservazione e innovazione nelle istituzioni europee e oltre. Tremonti ha voluto sottolineare l’attenzione che l’Europa deve dare a superare la tendenza al conservatorismo che si è creata, una sorta di “medioevo” che rallenta i processi di modernizzazione e di trasformazione. Ha fatto un parallelismo con il Vaticano, dove la conservazione culturale è una scelta accettata e anzi voluta per mantenere una certa stabilità e identità.

Il riferimento al nuovo papa come portatore di un messaggio di conservazione rivela la differenza con l’Europa, che invece deve affrontare la sfida del cambiamento evitando di restare intrappolata in situazioni che non rispondono più ai tempi. La contrapposizione tra conservazione e progresso è centrale soprattutto in un continente chiamato a rispondere alle crisi economiche, sociali e ambientali. Tremonti invita quindi a riflettere sulla necessità di uscire da meccanismi che puntano solo a mantenere lo status quo, spingendo invece verso un rinnovamento nei modi di governare e decidere.

Equilibrio tra partecipazione e efficacia

L’intervento a Trento fa emergere una richiesta chiara: rivedere strutture e regole dell’Unione europea, rendendole più aderenti alla realtà del 2025. La sfida che si apre è quella di trovare un equilibrio tra la partecipazione dei singoli stati e l’efficacia delle decisioni comuni, senza restare imprigionati in un sistema che alla prova dei fatti stenta a rispondere alle esigenze di un continente complesso come quello europeo.

Change privacy settings
×