Leonardo da Vinci continua a sorprendere con intuizioni che rinnovano la storia della scienza e della tecnica. Un appunto ritrovato nel Codice Madrid II, conservato nella Biblioteca Nazionale di Spagna, rivela come il genio rinascimentale avesse già sperimentato un metodo di trattamento del legno simile a una pratica tradizionale giapponese risalente a duecento anni dopo.
La frase nel Codice Madrid II che ha avviato la ricerca
A pagina 87 del Codice Madrid II, riscoperto nel 1964 e attribuito a Leonardo da Vinci, si trova una nota breve ma significativa: “Si manterranno meglio scortecciati e abruciati in superficie che in alcun altro modo“. Questa frase ha attirato l’attenzione di studiosi di diversi ambiti: la storica dell’arte Lucica Bianchi, la biologa molecolare Andrea da Montefeltro e l’esperta del Rinascimento Annalisa Di Maria.
I ricercatori hanno collegato quell’appunto alle tecniche di protezione del legno, concludendo che Leonardo aveva intuito l’effetto della bruciatura superficiale, che conferisce proprietà protettive, anticipando di secoli metodi adottati in contesti lontani. La frase indica un approccio attivo al trattamento del legno, diverso dai procedimenti passivi conosciuti fino ad allora.
Come Leonardo ha messo in discussione i metodi tradizionali di conservazione del legno
Prima di questa scoperta, i sistemi per conservare il legno si basavano soprattutto su condizioni ambientali che rallentavano il degrado. Un esempio noto sono le palafitte di Venezia, sostenute dall’acqua stagnante che limita l’ossigeno e rallenta la decomposizione del legno sommerso. Questi metodi si affidavano a fattori naturali senza intervenire direttamente sulle proprietà del materiale.
Leonardo, con la sua annotazione, proponeva di modificare il legno attraverso una combustione superficiale per migliorarne la conservazione. Il procedimento consisteva nel carbonizzare la superficie per proteggerla da umidità, insetti e funghi. Questa tecnica avrebbe cambiato le modalità di lavorazione e durata del legno solo secoli dopo.
Questo principio si ritrova in Giappone, nello Shou Sugi Ban , tecnica nata nel XVIII secolo basata sulla carbonizzazione controllata della superficie del legno per aumentarne durata e resistenza agli agenti esterni. Leonardo, senza conoscere questa pratica, suggerì un procedimento simile molto prima della sua diffusione in Estremo Oriente.
I vantaggi del trattamento con carbonizzazione secondo la scienza attuale
Oggi si sa che la bruciatura superficiale del legno agisce su tre aspetti principali. Primo, l’impermeabilità: la carbonizzazione crea una barriera che limita l’assorbimento di acqua e rallenta il degrado causato dagli agenti atmosferici. Secondo, una maggiore resistenza agli incendi, grazie alla formazione di uno strato carbonioso che rallenta la combustione della parte sottostante. Terzo, la protezione naturale contro insetti e funghi che causano la decomposizione.
Questi effetti combinati assicurano una conservazione più duratura anche in condizioni difficili, come climi umidi o esposizione esterna. I metodi passivi antichi non garantivano un trattamento così efficace. Il fatto che Leonardo avesse annotato questa tecnica senza precedenti mostra un genio che non si limitava a osservare, ma sperimentava e applicava soluzioni pratiche.
L’origine delle idee di Leonardo e il confronto con autori antichi
La nota sul trattamento del legno non nasceva dal nulla. Leonardo si ispirava a grandi autori antichi: Plinio il Vecchio, con la “Naturalis Historia”, Vitruvio e i suoi consigli nel “De Architectura”, e Rutilio Tauro Emiliano Palladio, agronomo romano con studi sulla gestione forestale. Non si limitava a copiare, ma confrontava informazioni diverse, individuava contraddizioni e applicava esperimenti personali.
La bruciatura del legno, citata nel Codice Madrid II, non appare come suggerimento nei testi antichi studiati da Leonardo. Questo conferma che si tratta di un’intuizione originale, frutto della sua esperienza diretta e della capacità di unire teoria e pratica. Nel XV e XVI secolo, considerare il legno come materiale da modificare con tecniche di superficie era un’idea nuova.
La scoperta come esempio di dialogo tra tradizione e sperimentazione rinascimentale
Lo studio di Annalisa Di Maria, Andrea da Montefeltro e Lucica Bianchi mostra un aspetto del pensiero di Leonardo: il genio rinascimentale si interessava a temi oggi legati alla durabilità e sostenibilità dei materiali. Il trattamento del legno con carbonizzazione si inserisce in una ricerca sulla qualità e conservazione dei materiali naturali.
Leonardo dimostrò di impegnarsi in una sperimentazione concreta, andando oltre la semplice raccolta di informazioni. Questa scoperta conferma che il pensiero antico può aprire nuove prospettive quando unito a osservazione e pratica, influenzando discipline come la scienza dei materiali e l’edilizia.
L’intuizione di Leonardo resta un invito a connettere tradizione e esperienza, un esempio del valore che ha il confronto tra epoche e culture diverse, unite dalle sfide pratiche della vita quotidiana.