Dati recenti rivelano una leggera crescita dell’attività economica in Germania a giugno, dopo alcuni mesi di difficoltà. Contestualmente la Francia evidenzia una contrazione moderata, mentre l’eurozona mantiene una stabilità nel complesso. Queste variazioni emergono dagli indici Pmi elaborati da S&P Global, indicatori chiave per valutare l’andamento del settore manifatturiero e dei servizi in Europa. Analizziamo i dettagli paese per paese e gli effetti sull’economia regionale.
La crescita economica tedesca spinta dalla produzione manifatturiera
L’indice Pmi composito in Germania ha raggiunto a giugno 50,4 punti, superando il minimo di cinque mesi registrato a maggio sul valore di 48,5. Questo indica una lieve espansione dell’attività economica, dopo un periodo di contrazione. A trainare questo miglioramento è stato soprattutto il comparto manifatturiero che ha visto la produzione aumentare, con l’indice manifatturiero salito a 52,6 da 51,4 del mese precedente. Si tratta del segnale più chiaro di ripresa nelle industrie tedesche, che da mesi affrontavano una fase di debolezza.
Il settore dei servizi, invece, ha continuato a registrare un calo dell’attività che però si è attestato a una velocità inferiore rispetto a maggio: l’indice è risalito a 49,4 dai 47,1 precedenti. Questo dato indica che il comparto terziario non ha ancora invertito la tendenza negativa, anche se l’attività sta rallentando il ritmo di contrazione. La dinamica mista dei due settori spiega la debole crescita del Pmi composito, ma suggerisce una possibile uscita dal sofferto periodo.
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Il manifatturiero tedesco tocca i massimi da quasi tre anni
Da notare che il Pmi manifatturiero tedesco ha toccato a giugno quota 49 punti, un aumento rispetto a 48,3 di maggio e il massimo da quasi tre anni. Questo conferma il rafforzamento della produzione industriale, che funge da punto fermo per la tenuta economica del Paese. Il miglioramento nella manifattura esercita un’influenza positiva mentre si attende che il settore dei servizi possa recuperare terreno nei prossimi mesi.
Il rallentamento delle attività private in francia dura da dieci mesi
La situazione in Francia resta più debole rispetto alla Germania. A giugno l’indice Pmi composito è sceso a 48,5 punti, dopo 49,3 di maggio, confermando l’andamento negativo delle attività private. Questo segna un decimo mese consecutivo di contrazione, un ciclo che pesa sull’economia nazionale e sulle prospettive di ripresa. Le flessioni risultano più chiare nel settore manifatturiero, con l’indice passato da 49,8 a 47,8.
Anche i servizi, che in linea di massima costituiscono la maggior parte dell’economia francese, hanno mostrato un ulteriore calo, misura da 48,9 a 48,7. Sebbene la diminuzione nei servizi risulti meno marcata, l’intero comparto resta sotto la soglia di espansione e non accenna a invertire la rotta. I dati segnalano difficoltà diffuse tra le imprese e una domanda interna che non riesce a sostenere la crescita.
Preoccupazioni per l’economia francese
La continuità del calo nelle attività private spiega le preoccupazioni degli economisti sulle prospettive a breve termine per la Francia. Il mantenimento di questa sequenza negativa potrebbe riflettersi su investimenti e occupazione, segnali cruciali per valutare la salute dell’economia francese. Gli osservatori attendono ulteriori dati nei mesi successivi per capire se si avvierà una fase di stabilizzazione o se i segnali di contrazione persisteranno.
Eurozona: stabilità complessiva nonostante dinamiche divergenti tra servizi e industria
A livello di eurozona nel complesso l’attività economica ha mostrato una stabilità a giugno con il Pmi composito fissato a 50,2 punti, vicino alla soglia fra contrazione ed espansione. Il dato riflette un equilibrio tra dinamiche divergenti nei due principali comparti produttivi. I servizi, infatti, sono cresciuti leggermente, raggiungendo quota 50 punti, il valore più alto in due mesi, dopo il 49,7 di maggio.
Al contrario la produzione manifatturiera ha mostrato un lieve calo e si è fermata a 51 punti, dal 51,5 del mese precedente. Questo rappresenta il minimo valore da tre mesi e indica un raffreddamento dell’industria, pur mantenendo un livello superiore alla soglia di espansione . Il Pmi manifatturiero è rimasto stabile a 49,4 punti, indice di una frenata più marcata nel settore industriale.
Ordini e produzione nel territorio euro
I nuovi ordini ricevuti nelle imprese di eurozona si sono avvicinati alla stabilità, contribuendo a mantenere l’attività complessiva quasi ferma. Questo dato è importante perché gli ordini anticipano la produzione futura e indicano la direzione in cui si muoverà l’economia regionale nei prossimi mesi. Il bilanciamento fra un terziario in leggera crescita e un’industria più fiacca rende però il quadro dell’eurozona incerto, senza repentini miglioramenti né peggioramenti.
Gli sviluppi evidenziati dai Pmi a giugno segnalano la difficoltà nell’ottenere una crescita solida e diffusa nel continente. Ogni paese mostra andamenti differenti, con la Germania più positiva, la Francia in rallentamento e la zona euro complessivamente statica. I prossimi mesi saranno decisivi per valutare come si evolveranno queste tendenze.