La situazione del lavoro irregolare in Italia nel 2024 si è fatta ancora più delicata, con un aumento significativo delle verifiche e delle denunce da parte delle autorità. Questi dati fotografano un mercato dove il lavoro sommerso non riguarda solamente chi svolge attività senza alcun contratto, ma si estende a rapporti di lavoro formalmente esistenti ma violati nei fatti. Un ambito che coinvolge soprattutto i lavoratori stranieri, spesso impiegati in condizioni precarie nonostante permessi e visti.
Le ispezioni dei carabinieri per la tutela del lavoro si intensificano nel 2024
Nel corso del 2024, i carabinieri specializzati nella tutela del lavoro hanno ampliato il raggio delle ispezioni rispetto all’anno precedente, interessando 17.211 imprese, con un aumento dell’1,9% rispetto al 2023. Questo incremento riguarda anche il numero complessivo di lavoratori controllati, che ha toccato le 64.356 persone, segnando un balzo del 42,1% rispetto ai 45.294 dell’anno precedente.
Questa espansione dei controlli ha messo in luce un aumento netto delle irregolarità, che non si limita al lavoro in nero puro. Difatti, i lavoratori individuati con rapporti di lavoro formalmente attivi ma svolti in modo irregolare sono cresciuti da 5.924 a 16.116, un balzo del 172,1%. Nel contempo, i lavoratori completamente in nero sono passati da 6.565 a 6.801, un aumento più contenuto del 3,6%. Questa differenza evidenzia come la violazione delle norme sul lavoro coinvolga anche le condizioni contrattuali, l’orario e la retribuzione, e non solo l’assenza totale di contratto.
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Una dinamica che riflette uno scenario complesso, dove la legalità spesso si limita alla forma e non si traduce in applicazioni pratiche. Per i lavoratori, soprattutto stranieri, questo si traduce in condizioni di sfruttamento quotidiano, con orari lunghi e paghe ridotte che sfuggono ai parametri legali.
L’aumento delle sanzioni e le sospensioni delle attività irregolari
L’incremento delle irregolarità individuate si accompagna a una crescita molto marcata delle azioni sanzionatorie da parte delle autorità. Nel 2024 sono state disposte 4.198 sospensioni di attività imprenditoriali, con un aumento del 66,3% rispetto all’anno precedente. Questi provvedimenti colpiscono in particolare le aziende che hanno palesi violazioni legate a condizioni di lavoro irregolari e sfruttamento.
Parallelamente, il totale delle multe e sanzioni collegate alle sospensioni è salito da 6,73 a 13,75 milioni di euro, più che raddoppiando . Le sanzioni amministrative, non legate direttamente alla sospensione ma sempre relative a violazioni dei diritti dei lavoratori e delle norme contrattuali, sono cresciute da 17,64 a 29,73 milioni di euro, un aumento del 68,5%.
Questi dati indicano una risposta più severa dell’azione pubblica nei confronti delle imprese che non rispettano le regole. La stretta sulle irregolarità punta a smascherare anche le false assunzioni e forme di sfruttamento mascherate da un’apparente regolarità burocratica.
Le cifre e i controlli confermano come il lavoro irregolare rimanga un problema radicato in molti comparti del nostro Paese. Lo sforzo per limitarlo coinvolge forze dell’ordine, enti ispettivi e istituzioni, con un’attenzione crescente a tutelare chi rischia condizioni di sfruttamento e precarietà mascherate da una veste legale.