Le operazioni per recuperare il veliero Bayesian, naufragato la notte del 19 agosto dello scorso anno nelle acque di Porticello, stanno procedendo seguendo un cronoprogramma definito. Le attività di preparazione si concentrano sul posizionamento delle attrezzature e sulle prime fasi di recupero, con l’obiettivo di sollevare lo scafo nella seconda metà di giugno 2025.
Le prime fasi di recupero: rimozione di elementi fondamentali
Nel corso delle ultime due settimane, il team di recupero ha estratto dal fondale diversi componenti importanti del superyacht affondato. Tra questi si segnalano il boma principale, la vela e l’avvolgifiocco, insieme a una delle ancore dell’imbarcazione. Il recupero di questi elementi rappresenta un passo fondamentale per facilitare le prossime operazioni di sollevamento.
Le attività in mare sono state supportate dall’impiego di robot telecomandati, fondamentali per lavorare in sicurezza e con precisione nelle condizioni difficili del fondale argilloso. Un risultato recente è stato il posizionamento di otto cime sotto lo scafo, necessarie per agganciare otto stroppi di sollevamento in acciaio. Questi stroppi comporranno il sistema principale che permetterà di tirare l’imbarcazione verso la superficie.
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Dettagli sulle operazioni in corso
Quattro cime sono già state fissate sotto la prua della nave, mentre continuano le operazioni per posizionare le rimanenti quattro sotto la poppa. Questa fase è particolarmente complicata sia per la collocazione dello scafo che per le caratteristiche del fondale, che richiedono una gestione attenta e metodica.
Attrezzature e strategie per affrontare una sfida complessa
La società responsabile del recupero, Tmc, ha spiegato le difficoltà incontrate in questa fase del progetto. Il fondale argilloso rende più arduo fissare le attrezzature sotto lo scafo, e la posizione stessa del Bayesian contribuisce a complicare le manovre. Per contenere rischi e aumentare la precisione, sono stati introdotti strumenti telecomandati, che limitano le immersioni dirette del personale.
Nelle ultime settimane, nuovi dispositivi e componenti sono arrivati da varie parti d’Europa per supportare il cantiere allestito sulle coste siciliane. Il team di recupero si è ampliato con operatori specializzati che lavorano sia in mare che a terra, per coordinare ogni fase delle operazioni di recupero in modo sicuro ed efficace.
Focus sull’organizzazione del team
Questa organizzazione rigida, unita a un’attenta pianificazione, fa sì che il progetto segua passo dopo passo la tabella di marcia prevista, nonostante le molte difficoltà tecniche e ambientali.
Preparativi a terra e il futuro sollevamento dello scafo
Oltre alle complesse operazioni in mare, anche a Termini Imerese si sono allestiti gli spazi per ricevere il veliero una volta portato e sollevato dal fondale. Qui è stata costruita un’invasatura in acciaio che fungerà da supporto per il Bayesian una volta posto sulla banchina.
Il lavoro a terra è quasi completato e comprende tutte le precauzioni necessarie per la movimentazione e la messa in sicurezza del materiale recuperato dall’acqua. Il direttore di Tmc, Marcus Cave, ha riferito che il team ha compiuto progressi significativi sia in mare che in cantiere, sottolineando la priorità riservata alla sicurezza degli operatori coinvolti.
Un passaggio decisivo si avrà con la rimozione dell’albero, lungo 72 metri, che sarà tagliato con utensili di precisione prima di procedere allo strappo definitivo dello scafo dal fondo del mare.
Il cronoprogramma indica la seconda metà di giugno come il periodo previsto per il sollevamento. Si tratta di una fase cruciale da eseguire con meticolosa attenzione, perché da essa dipenderà la buona riuscita dell’intero intervento di recupero.
Le operazioni proseguono sotto stretto controllo tecnico, per portare a termine l’intervento in sicurezza e riportare il veliero Bayesian in superficie senza danni ulteriori.