Giovani caregiver italiani al centro di “Impressions Of Humanity”: arte e intelligenza artificiale per raccontare le loro storie

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Giovani caregiver italiani raccontati attraverso arte e intelligenza artificiale. - Gaeta.it

Sofia Greco

17 Settembre 2025

Un progetto nato per dare voce a quei ragazzi e giovani adulti che ogni giorno si prendono cura di familiari malati o disabili. “Impressions of Humanity” unisce studenti d’arte e tecnologie digitali per far emergere esperienze spesso invisibili. Grazie a diverse realtà italiane coinvolte, il progetto mette in luce il valore sociale di questi giovani caregiver attraverso un percorso creativo e di ricerca.

Giovani caregiver italiani: un ritratto inedito tra numeri e testimonianze

Alla base del progetto c’è una ricerca condotta in 17 regioni d’Italia, che ha coinvolto centinaia di ragazzi tra 18 e 30 anni che si occupano di familiari con malattie o disabilità. Il loro impegno settimanale va da 7 fino a 35 ore. Il gruppo è variegato: metà ha tra i 26 e i 30 anni e lavora, il 41% ha tra 21 e 25 anni, mentre il 13% è nella fascia 18-20.

La maggior parte assiste i nonni e i genitori , un dato che rispecchia l’invecchiamento della popolazione italiana. Un compito che pesa: il 66% giudica alto il carico di responsabilità, e l’80% chiede a gran voce un riconoscimento sociale e istituzionale. Nonostante tutto, solo il 36% ritiene adeguato il sostegno sanitario ricevuto.

L’antropologa Cristina Cenci spiega che questi giovani spesso si sentono invisibili, senza un vero ascolto delle loro necessità. Assistono intere famiglie, ma raramente trovano supporto emotivo o informazioni chiare su come affrontare il loro ruolo. La ricerca sottolinea quanto sia urgente intervenire e riconoscere questa realtà spesso dimenticata.

Arte e intelligenza artificiale: il racconto creativo degli studenti Rufa

Partendo da questi dati, gli studenti della Rome University of Fine Arts hanno preso parte a un laboratorio guidato dall’artista e performer Francesca Fini. L’obiettivo? Trovare modi nuovi per comunicare emozioni e storie, usando linguaggi artistici contemporanei e strumenti digitali. L’intelligenza artificiale è diventata una risorsa per creare immagini e narrazioni che danno forma alle esperienze di questi giovani caregiver.

Questo percorso ha aiutato gli studenti a capire non solo come funziona l’IA, ma anche il significato profondo della cura e il legame tra salute e società. Il progetto mostra come l’arte possa tradurre emozioni complesse in modo potente e diretto, mettendo insieme tecnologia, salute e inclusione.

Marina Panfilo, direttrice di Fondazione MSD, ha evidenziato l’impegno della fondazione nel promuovere la salute attraverso linguaggi innovativi e accessibili. Ha definito questo progetto un tassello importante in vent’anni di attività, con l’obiettivo di coinvolgere i giovani e sviluppare strumenti di alfabetizzazione sanitaria per proteggere un bene prezioso: la salute.

Associazioni Pazienti: la sfida di far riconoscere i giovani caregiver

Le associazioni coinvolte nel progetto hanno espresso soddisfazione per l’attenzione rivolta a questa fascia di popolazione. “Impressions of Humanity” cerca di colmare un vuoto istituzionale che rende i giovani caregiver poco visibili e sottovalutati.

Gli enti segnalano un ritardo a livello nazionale che rallenta il riconoscimento formale e la presa in carico dei diritti di questi giovani. Pur vedendo qualche passo avanti a livello regionale, sottolineano l’urgenza di accelerare il percorso legislativo e di diffondere campagne di sensibilizzazione mirate.

Per loro è fondamentale tutelare e rappresentare i caregiver, offrendo risorse e supporto. Solo così si potrà garantire dignità a chi si assume responsabilità importanti, spesso in un’età in cui si vorrebbero portare avanti altri progetti personali e professionali.

A Roma l’arte contemporanea racconta i caregiver: mostra e riconoscimenti

Cinque opere realizzate dagli studenti Rufa, scelte da una giuria di partner del progetto, sono state esposte alla Fondazione Pastificio Cerere di Roma. Questa realtà è nota per valorizzare l’arte contemporanea e il suo legame con la società.

La direttrice Claudia Cavalieri ha definito l’iniziativa una naturale fusione tra arte, formazione e impegno sociale, in linea con i valori della fondazione. La mostra è stata un’occasione per mostrare come arte e tecnologia possano aprire nuovi spazi di dialogo e inclusione.

Tra i partecipanti anche il giovane artista e divulgatore Jacopo Veneziani. La mostra proseguirà in formato digitale e farà parte del programma della Rome Art Week, in programma dal 20 al 25 ottobre. Questo permetterà di far arrivare i messaggi e le storie a un pubblico più ampio, aumentando l’impatto culturale dell’iniziativa.