Il volto di l’Aquila cambia drasticamente appena fuori dal centro storico. Mentre la città mostra una serie di eventi, facciate restaurate e una pulizia evidente, nei quartieri come sant’antonio si respira un’altra aria. Dopo il sisma del 2009, sant’antonio è nato come uno dei progetti abitativi emergenza , ma la realtà di oggi si presenta cupa: siringhe abbandonate, sporcizia e una sensazione di abbandono che pesa sulle famiglie residenti. Gabriele Ferrara e Gamal Bouchaib, rispettivamente assistente sociale e mediatore culturale, hanno raccontato questa situazione in un video denuncia che fotografa una realtà ignorata.
La differenza tra il centro storico e sant’antonio
Il centro storico di l’Aquila è oggetto da anni di un attento lavoro di recupero. Restaurazioni, inaugurazioni e iniziative culturali hanno ridato smalto ai palazzi e alle piazze principali. Lo si nota passeggiando tra le vie dove i cantieri si sono trasformati in spazi vivi e accoglienti. Qui si respira un’atmosfera di rinascita, con investimenti chiari e visibili.
Un quadro a confronto
Sant’antonio, a pochi chilometri dal centro, racconta un’altra storia. Le immagini di Ferrara e Bouchaib mostrano il complesso abitativo trasformato in scenario di abbandono. Siringhe sui marciapiedi, rifiuti accumulati negli angoli, spazi comuni trascurati, tutto conferma un degrado che le istituzioni sembrano non riuscire a contrastare. Il contrasto tra luci e pulizia del centro e il grigiore della periferia è netto. Nel video si sente ripetere più volte che “il centro splende, ma le periferie marciscono”.
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Un tour sociale per dare voce alle periferie
Il video, disponibile su YouTube, fa parte di un tour civico e sociale iniziato da Ferrara e Bouchaib che ha già toccato aree come pagliare di sassa. L’intento è denunciare una realtà nascosta e dare voce ai cittadini delle zone più periferiche, spesso escluse dal dibattito pubblico.
La realtà nascosta
Gli autori raccontano un quadro conosciuto ma ignorato: le case del progetto C.A.S.E. rappresentano una zona d’ombra sulle mappe della rinascita cittadina. La presenza di siringhe e rifiuti sintetizza una situazione di abbandono e marginalizzazione sociale che non riguarda solamente l’estetica del posto, ma va a incidere sulla qualità della vita e sulla sicurezza degli abitanti.
L’iniziativa di Ferrara e Bouchaib mira anche ad ascoltare direttamente chi vive questi spazi. Attraverso il dialogo con i residenti si cerca di raccogliere testimonianze e proporre soluzioni concrete per migliorare le condizioni di sant’antonio e analoghi quartieri. È un appello diretto a istituzioni e politica a intervenire con misure efficaci e non superficiali.
Il ruolo di ferrara e bouchaib nella comunità
Gabriele Ferrara e Gamal Bouchaib non sono nuovi a queste tematiche. Entrambi lavorano da anni su fragilità sociali e integrazione nelle zone più vulnerabili di l’Aquila. Hanno già prodotto un documentario dedicato ai minori stranieri e ai problemi di devianza giovanile mostrando un impegno costante nel raccontare le dinamiche difficili della città.
Esperienza e impegno sul campo
La loro esperienza sul campo consente di proporre riflessioni che non tralasciano le difficoltà quotidiane degli abitanti delle periferie. Ferrara e Bouchaib sottolineano che queste aree non possono assolutamente essere considerate “di serie B” nella ricostruzione o nel recupero sociale. La rinascita urbana deve coinvolgere anche sant’antonio, sassa, bazzano, paganica e altre zone che continuano a subire una sorta di isolamento informativo e sociale.
Ostacoli e disuguaglianze nell’accesso a servizi e opportunità
La situazione di degrado va oltre la semplice presenza di rifiuti o siringhe. Chi abita a sant’antonio si trova spesso a dover affrontare difficoltà di accesso a informazioni essenziali, come agevolazioni o servizi dedicati. L’assenza di comunicazione chiara e la dispersione di risposte contribuiscono a mantenere questi cittadini marginalizzati.
Un circolo vizioso di esclusione
Ferrara e Bouchaib fanno notare come questa esclusione crei un circolo vizioso, dove scarsità di servizi e mancanza di consapevolezza si alimentano a vicenda. In più, il degrado sociale e ambientale amplifica la percezione di insicurezza e isolamento. Non è solo questione di apparenza ma di condizioni materiali che condizionano la vita quotidiana.
Con questo racconto schietto e privo di filtri, Ferrara e Bouchaib mostrano un pezzo di l’Aquila che resta fuori dai riflettori. La richiesta è chiara: la vera ripresa della città passa attraverso la valorizzazione e la cura delle zone dimenticate. Non basteranno inaugurazioni e restauri se la vita nelle periferie non migliorerà concretamente.