Negli ultimi decenni la tecnologia ha rivoluzionato diversi ambiti, dall’automotive alla vita domestica. Eppure nei cantieri edili, dove la sicurezza dovrebbe essere una priorità, l’adozione di strumenti moderni fatica a decollare. Massimiliano De Rose, presidente della Croil – Consulta Regionale degli Ordini degli Ingegneri della Lombardia, ha evidenziato le contraddizioni del settore durante l’incontro “La cultura della sicurezza nei cantieri” tenutosi a Milano. Il dibattito ha acceso i riflettori sulla distanza che ancora separa il mondo delle costruzioni dalle soluzioni tecnologiche che ormai abbiamo a disposizione, invitando a superare vecchi schemi per tutelare meglio la salute degli operai.
La disparità tecnologica tra automotive e cantieri edili
Guardando all’evoluzione dell’automobile negli ultimi 30 anni, emerge un quadro che parla da solo. Dalle cinture di sicurezza all’introduzione di sistemi che frenano da soli e correggono la traiettoria, la tecnologia ha reso le strade più sicure. Nel cantiere, invece, la situazione appare quasi ferma. Gli unici dispositivi di protezione che gli operai portano ancora oggi sono il caschetto e le scarpe antinfortunistiche, senza nessun sistema tecnologico avanzato che possa prevenire incidenti o migliorare le condizioni di sicurezza.
Un divario evidente per massimiliano de rose
De Rose ha posto l’accento proprio su questo divario, sottolineando come il mondo dell’edilizia non abbia fatto passi avanti significativi in termini di innovazione per la sicurezza. Un cantiere rimane ancora oggi, per molti versi, un ambiente in cui si scommette sulla sola prudenza e sulla formazione, senza l’aiuto di strumenti tecnologici capaci di ridurre il rischio in modo concreto. Si tratta di una criticità legata a una cultura di fondo che resiste al cambiamento, impedendo di mettere in pratica tecnologie oggi a buon mercato e disponibili.
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Esempi concreti di tecnologie già presenti nelle nostre case
La tecnologia utile alla sicurezza non è una chimera difficile da raggiungere, ma è già sotto i nostri occhi ogni giorno, dentro le abitazioni. Bastano alcune semplici soluzioni domestiche per capire che si potrebbe fare molto anche nei cantieri. Robot aspirapolvere e lavapavimenti, sistemi con fotocellule per evitare la caduta dalle scale, sono esempi di strumenti ormai diffusi. Sono piccoli dispositivi in grado di prevenire incidenti comuni con il solo utilizzo dell’elettronica.
Riflessioni di massimiliano de rose
De Rose ha invitato a riflettere su questa realtà: “Se si può impedire a un robot domestico di cadere da una scala, perché non si può strutturare un sistema altrettanto funzionale per evitare che un escavatore cada in uno scavo?” Questa domanda evidenzia la mancata trasposizione di tecnologie di controllo e protezione semplici ma efficaci nel campo edile, dove la complessità dell’ambiente di lavoro potrebbe invece beneficiare enormemente di automazioni e sensori in grado di segnalare o impedire situazioni pericolose. La mancanza di investimenti in questo senso pesa sull’incidentalità che ancora caratterizza il lavoro nei cantieri.
Differenze evidenti nella protezione degli operatori sul lavoro
Un’altra criticità riguarda gli indumenti da lavoro. Nel mondo delle competizioni sportive come MotoGp e Formula1 i piloti dispongono di tute protettive dotate di airbag in grado di ridurre i danni in caso di caduta. Nel settore edile però gli operai non hanno a disposizione tecnologie comparabili per proteggersi. Questo divario è paradossale, soprattutto considerando i rischi elevati che caratterizzano il lavoro in cantiere.
Responsabilità e mancanza di strumenti moderni
Secondo De Rose, la responsabilità di questo gap non è degli operai, ma ricade sulle istituzioni e sulle figure preposte alla sicurezza del lavoro che non prevedono o non impongono l’introduzione di protezioni più avanzate. L’assenza di dispositivi di protezione individuale tecnologicamente più evoluti testimonia una diffusa reticenza nell’adottare strumenti moderni, nonostante siano ormai esistenti e non particolarmente costosi.
Il ruolo degli ingegneri per spingere verso la sicurezza tecnologica
I professionisti della sicurezza e gli ingegneri hanno un ruolo chiave per favorire il cambiamento nei cantieri. Come ha sottolineato De Rose, gli ordini professionali possono e devono esercitare il proprio peso decisionale e culturale. Gli ingegneri, infatti, hanno la possibilità di mettere nero su bianco i requisiti di sicurezza nei progetti e, quando necessario, spingere per l’introduzione di tecnologie innovative e di piani strutturati a tutela dei lavoratori.
Impegno e responsabilità dei tecnici
Questa presa di posizione può andare anche contro la volontà di alcune amministrazioni pubbliche o delle imprese esecutrici, ma è indispensabile per avviare una svolta concreta nelle pratiche di sicurezza. Impegnarsi nell’attuazione di piani che inseriscono tecnologia a supporto della prevenzione ridurrebbe incidenti e infortuni. Serve determinazione e consapevolezza da parte dei tecnici, perché le scelte possono tradursi in protezioni reali per chi ogni giorno si espone a rischi sul campo.
Nell’incontro a Palazzo Lombardia, la chiamata alla responsabilità verso una cultura della sicurezza non si è limitata al riconoscimento del problema. Si è parlato di azioni che possano diffondere la pratica della prevenzione e dell’adozione della tecnologia, trasformando le parole in fatti e introducendo in modo concreto strumenti innovativi in un settore che ne è ancora privo.