Massimiliano Gallo, noto attore napoletano, ha presentato alla 82ª Mostra Cinematografica di Venezia il suo primo film da regista, La salita. La pellicola trae ispirazione da un episodio reale legato alla vicenda delle donne detenute nel carcere di Pozzuoli negli anni ’80 e all’intervento di Edoardo De Filippo che rese possibile la creazione di un teatro a Nisida. Il passaggio di Gallo dietro la macchina da presa rappresenta un momento importante della sua carriera, segnato dalla volontà di raccontare storie che toccano temi sociali e culturali profondi.
L’origine del progetto e la scelta di dirigere un film ambientato negli anni ’80
Gallo ha raccontato come l’idea di dirigere La salita sia nata quasi per caso. All’inizio aveva rifiutato la proposta perché il soggetto si svolgeva ai giorni nostri e non si sentiva pronto a raccontare quella storia. Con il tempo, però, la sceneggiatura ha preso forma tornando indietro nel tempo fino agli anni ’80, periodo in cui il bradisismo aveva costretto le detenute del carcere femminile di Pozzuoli ad essere trasferite a Nisida. Questi avvenimenti reali, accompagnati dalla figura di Edoardo De Filippo che contribuì alla creazione di un teatro per i detenuti, hanno dato senso al film. La decisione di dirigere l’opera è arrivata quando Gallo ha compreso l’importanza di raccontare la bellezza che può manifestarsi anche nei luoghi più impensati, come un carcere, e di farlo con il proprio punto di vista.
Questa esperienza segna un cambiamento netto per Gallo, che sottolinea come il passaggio da attore a regista debba rispondere a una necessità autentica di narrazione personale, piuttosto che a una semplice voglia di cambiare ruolo. Il racconto della vicenda si concentra su un momento storico poco conosciuto che unisce la dimensione sociale e culturale, mettendo in luce il ruolo fondamentale dell’arte anche in contesti difficili.
Il valore sociale dell’arte nel percorso di riscatto dei giovani detenuti
Nel suo film, Gallo affronta anche il tema della delinquenza minorile, mostrando come l’arte possa rappresentare una via d’uscita e una possibilità di cambiamento. L’esperienza passata al carcere di Nisida offre un esempio concreto: grazie all’impegno e alla passione che Edoardo De Filippo ha riversato nel progetto teatrale, molte persone hanno trovato una nuova strada. Alcuni di loro—come racconta Gallo—sono diventati scenotecnici o produttori, mantenendo lontana la propria vita da comportamenti devianti.
L’idea che l’arte svolga un ruolo trasformativo e salvifico viene evidenziata anche dall’esperienza diretta dei protagonisti, che hanno usato il teatro per cambiare la propria storia. Per chi lavora con i giovani in situazioni difficili, basta un piccolo intervento per offrire opportunità di crescita e miglioramento. Gallo, dunque, ribadisce quanto sia importante investire in queste possibilità nel lavoro con i ragazzi, dove l’arte diventa un mezzo concreto e non solo simbolico per evitare strade sbagliate.
Massimiliano Gallo pensa a nuovi progetti da regista oltre “la salita”
L’esperienza di La salita ha lasciato a Gallo un entusiasmo che non esclude nuovi impegni dietro la cinepresa. L’attore-regista confessa che dirigere gli è piaciuto molto e non esclude di continuare su questa strada. Dopo aver sperimentato concretamente il lavoro di regia, sembra intenzionato a portare avanti progetti con questa doppia veste, senza però abbandonare il suo ruolo di attore.
Questa apertura professionale arriva nel contesto della Mostra di Venezia, un palcoscenico scelto proprio per la sua capacità di valorizzare opere prime e affrontare temi sociali. La Mostra è stata negli ultimi anni sempre più attenta a mettere in luce storie vere e questioni attuali, ed è qui che Gallo ha deciso di debuttare a regia con un film dedicato a un episodio ancora poco raccontato, ma di grande valore culturale.
Il cinema come voce sociale: riflessioni sulla mobilitazione degli artisti
Gallo ha parlato anche del ruolo che il cinema e gli artisti possono e devono avere nel dibattito sulle grandi problematiche mondiali. Riferendosi alle tragedie come il genocidio di Gaza, osserva come spesso il mondo dello spettacolo arrivi a prendere posizione in ritardo rispetto agli eventi. Nel discorso tenuto ai Nastri d’Argento aveva richiamato l’attenzione sulla necessità di un impegno maggiore da parte di attori e registi nel portare avanti temi di questo tipo, senza confonderlo con la politica.
Per Gallo il cinema deve assumere una posizione anche quando tratta questioni internazionali e crisi umanitarie. L’intervento degli artisti può spingere per un’attenzione diversa da parte dell’opinione pubblica e delle istituzioni. Anche se il compito non è fare politica, ma semplicemente richiamare il senso di umanità e giustizia davanti a fatti drammatici visibili a tutti.
Imma Tataranni e la nostalgia di un personaggio che ha segnato la carriera di gallo
Sul fronte televisivo, Gallo ha anticipato l’imminente inizio delle riprese per l’ultima stagione di Imma Tataranni. L’attore ha espresso un po’ di nostalgia pensando di lasciare un personaggio e una serie che hanno riscosso successo sia in Italia che all’estero, venduta in sessanta paesi. Il progetto è stato importante per lui e per tutta la troupe, segnando un capitolo significativo della sua esperienza professionale.
Riguardo al peso di Vanessa Scalera nel ruolo di Imma Tataranni, Gallo non ha dubbi: per lui l’attrice è inscindibile dal personaggio. La loro collaborazione è stata così intensa e profonda da rendere impossibile immaginare un’Imma senza di lei. Ha messo in evidenza la stima e il valore artistico che la comprimaria rappresenta, definendola parte del suo “cuore artistico”.
Vincenzo Malinconico tra teatro e nuovi progetti televisivi
Massimiliano Gallo ha comunicato che il personaggio di Vincenzo Malinconico avrà ancora spazio in futuro. Dopo aver scritto a quattro mani con Diego De Silva uno spettacolo intitolato Malinconico moderatamente felice—di cui Gallo è anche regista—la tournée teatrale precederà la produzione della terza stagione della serie. Le riprese inizieranno dopo la conclusione degli appuntamenti live, prevista per fine aprile.
Questa doppia attività tra teatro e televisione conferma la volontà di Gallo di mantenere viva e attiva la sua presenza artistica su più fronti, continuando a esplorare personaggi profondi e storie coinvolgenti. Il percorso di Malinconico dimostra una capacità di adattare un personaggio a diversi linguaggi, dal palco al piccolo schermo.
Il rapporto professionale con shalana durante le riprese de “la salita”
Un altro aspetto importante di La salita riguarda la collaborazione con Shalana, attrice coinvolta nel film nel ruolo di un’educatrice. Gallo ha spiegato che lavorare con lei è stato naturale, poiché la sensibilità e il senso materno che Shalana ha portato al personaggio erano perfetti per la storia.
La professionalità dell’attrice si è tradotta in un rispetto evidente per il ruolo, senza bisogno di molte indicazioni sul set. Questo ha reso il lavoro fluido e semplice, contribuendo a rafforzare la veridicità e l’intensità della narrazione. La presenza di Shalana ha dato un peso emotivo significativo al racconto, sottolineando l’importanza della figura di chi segue i ragazzi in contesti delicati e difficili come quello rappresentato nel film.
La Mostra Cinematografica di Venezia ha così ospitato il debutto alla regia di Massimiliano Gallo, evidenziando il suo impegno nel raccontare storie vere, attraversate da aspetti sociali e culturali forti, con attenzione e rispetto verso i personaggi. Di fronte a questa esperienza, Gallo dimostra di aver aperto una nuova fase della sua carriera artistica.