Nel 2024, il richiamo all’italianità e al legame con il territorio resta un punto fermo nel mercato alimentare dei supermercati e ipermercati italiani. Più del 25% dei prodotti venduti porta in etichetta indicazioni di origine italiana, regionale o europea, come la bandiera tricolore o le denominazioni di origine protette. Questi articoli hanno superato gli 11,6 miliardi di euro in vendite, segnando una leggera crescita in termini di valore, anche se i volumi sono un po’ calati. Il dato arriva dall’ultima edizione dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, che monitora migliaia di prodotti per capire come evolve il mercato.
Il tricolore in vetrina: il segno più riconoscibile dell’italianità
Sulla confezione, la bandiera italiana è il simbolo più immediato che attira l’attenzione dei consumatori. Nel 2024, l’abbiamo vista su oltre 16 mila prodotti in vendita, con volumi stabili ma vendite in crescita. Il tricolore resta un modo semplice e diretto per far capire subito che quel prodotto è italiano.
Oltre alla bandiera, l’Osservatorio ha analizzato due claim molto diffusi: “100% italiano” e “prodotto in Italia”. Il primo mantiene stabile il fatturato, ma perde un po’ in quantità vendute . Probabilmente, si tratta di clienti disposti a spendere di più o di un leggero aumento dei prezzi. Diverso il caso di “prodotto in Italia”, che registra un calo sia nelle vendite sia nei volumi, forse perché viene preferito o sostituito da altre diciture più efficaci.
Queste etichette sono fondamentali per chi sceglie cosa mettere nel carrello: puntano a chi vuole sapere da dove vengono le materie prime e cerca garanzie di qualità legate al territorio, in un mercato sempre più competitivo e in continuo cambiamento.
Dop, DOC e DOCG: i segni europei che fanno la differenza
Tra i prodotti con indicazioni territoriali, un ruolo importante spetta alle certificazioni europee: DOP, DOC e DOCG. Nel 2024, questi prodotti hanno fatturato circa 1,6 miliardi di euro.
Ma non tutte le certificazioni vanno allo stesso modo. Le DOP sono le uniche a crescere, sia a valore sia a volume , arrivando quasi a 803 milioni di euro. Invece, DOC e DOCG mostrano una flessione sia nelle vendite sia nelle quantità, segno che i consumatori sembrano preferire prodotti con una certificazione più rigorosa o che i produttori stanno puntando su strategie diverse.
Le DOP sono molto importanti anche per l’export italiano e godono di sostegno normativo e promozionale in Europa. La loro crescita nel mercato interno dimostra che gli italiani continuano a dare peso alla qualità certificata e alla tutela dell’origine, nonostante le sfide legate ai costi e alla concorrenza globale.
Le regioni in vetrina: cresce l’interesse per l’origine territoriale
Il claim “regione” o “regionale” è in forte crescita nel 2024, con vendite vicine ai 55 milioni di euro e aumenti del 9% in volume e del 12,3% in valore. Questo conferma che i consumatori cercano prodotti che parlano di un legame preciso con il territorio, oltre al semplice “italiano”.
In cima alla classifica delle regioni più valorizzate in etichetta c’è il Trentino-Alto Adige, con un giro d’affari di 396 milioni di euro, seguito da Sicilia e Piemonte. Sardegna e Puglia segnano progressi importanti: +4,2% e +13% a valore, +6,8% e +5,1% a volume.
Un dato nuovo riguarda i claim che citano le città: per la prima volta sono stati trovati 1.563 prodotti con riferimenti espliciti a un capoluogo. Questi articoli hanno raggiunto quasi 579 milioni di euro di vendite nel 2024, dimostrando come anche il richiamo urbano stia diventando un modo per raccontare tradizione e autenticità. Una strategia che punta a chi cerca legami precisi con luoghi noti per le loro specialità gastronomiche o la loro storia.
Il retail cambia, ma l’italianità resta la carta vincente
Il mercato alimentare in Italia sta vivendo cambiamenti importanti, con gruppi stranieri che lasciano spazio a realtà italiane. Un esempio è l’acquisto di Carrefour Italia da parte di NewPrinces, un gruppo di Reggio Emilia che vuole mantenere il marchio Carrefour, ma punta a rinnovare i negozi e forse a un rebranding in futuro.
Questa svolta rafforza il valore dell’italianità sugli scaffali di supermercati e ipermercati. Le indicazioni di origine, regionali o geografiche, diventano leve importanti per conquistare chi sceglie prodotti che associano qualità e affidabilità a un legame col territorio. L’Osservatorio Immagino di GS1 Italy aggiorna regolarmente i dati sulle etichette, offrendo una fotografia precisa delle evoluzioni del mercato.
In un contesto dove trasparenza e tracciabilità sono sempre più richieste, queste etichette territoriali rappresentano uno strumento prezioso per distinguersi, tutelare il prodotto e influenzare il modo in cui i prodotti agroalimentari italiani si presentano e si vendono nel paese.