La procura di pavia riapre le indagini sull’omicidio di chiara poggi con nuovi rilievi sui reperti

La procura di pavia riapre le indagini sull’omicidio di chiara poggi con nuovi rilievi sui reperti

La Procura di Pavia riapre le indagini sull’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco, con nuove analisi su reperti chiave e impronte digitali per approfondire prove e identificare possibili profili genetici finora non rilevati.
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La Procura di Pavia ha riaperto le indagini sull’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco, prelevando nuovi reperti per analisi più avanzate, con al centro l’impronta chiave e il sospetto Andrea Sempio. - Gaeta.it

La Procura di Pavia ha avviato una nuova fase nelle indagini sull’omicidio di Chiara Poggi, accaduto quasi vent’anni fa a Garlasco. Sono stati prelevati reperti chiave per una serie di accertamenti tecnici volti a riesaminare prove che potrebbero rivelare dettagli finora sconosciuti. Al centro dell’inchiesta c’è Andrea Sempio, 37 anni, indagato per la seconda volta per il delitto della sorella di un suo amico. L’attenzione si concentra soprattutto sulla scena del crimine e sulle tracce lasciate dall’autore.

Il ritiro dei reperti nella caserma dei carabinieri di milano

La prima fase dell’operazione si è svolta nella caserma dei carabinieri a Milano, dove sono state consegnate ai periti incaricati alcune prove. A operare sono stati Denise Albani e Domenico Marchigiani, esperti di genetica nominati dal giudice per le indagini preliminari Daniela Garlaschelli. Tra i reperti raccolti figurano 58 impronte digitali custodite in fascette paradesive, fra cui quella numero 10, trovata all’interno della porta d’ingresso della villa di via Pascoli a Garlasco, luogo del delitto. Questa particolare traccia è stata identificata come una “manata”, probabilmente lasciata dall’assassino al momento della fuga. Al momento della prima indagine, nel 2007, solo otto punti dell’impronta erano stati comparati e giudicati utili a fini investigativi.

Nel pomeriggio gli stessi periti si sono spostati all’Istituto di medicina legale di Pavia per ritirare altri materiali rinvenuti all’epoca, come i tamponi salivari della vittima, frammenti del tappeto del bagno al piano terra e vari rifiuti sequestrati sul luogo del crimine. Prima di avviare le analisi più delicate, gli esperti verificheranno lo stato di conservazione dei materiali, fondamentale per garantire la validità dei futuri accertamenti. Durante questa operazione erano presenti anche i consulenti delle parti, come Luciano Garofano, ex comandante dei Ris di Parma, e Marzio Capra, genetista incaricato dalla famiglia Poggi.

Il contributo degli esperti alla nuova fase delle indagini

Luciano Garofano, che guidò i rilievi nel 2007, ha sottolineato come questa revisione rappresenti una verifica approfondita di tutto quanto svolto nei primi anni. Ha elogiato il lavoro dei suoi collaboratori, definendolo di livello elevato, e ha spiegato che tra il 2014 e il 2015 erano già stati utilizzati laser e scanner 3D durante il processo d’appello bis di Alberto Stasi, condannato per l’omicidio. In questa nuova fase, però, tecniche più sensibili e avanzate potrebbero portare a identificare ulteriori profili genetici finora non rilevati.

Questi profili potrebbero appartenere a Chiara Poggi e alle persone che frequentavano abitualmente la casa, senza però implicarle nell’omicidio. Questo nuovo contributo tecnologico è essenziale per confermare o escludere eventuali contaminazioni o presenze non note. Al centro dell’attenzione rimane l’impronta numero 10, che i pm sperano di esaminare per estrarne materiale genetico utile. Secondo Capra, talvolta la qualità del reperto è così precaria da non permettere risultati certi. L’esperto ha definito questa situazione come “al limite del limite del limite”, evidenziando le difficoltà nello sfruttare quella traccia.

La storia di un caso giudiziario aperto da quasi due decenni

L’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto diciotto anni fa nella villa di via Pascoli a Garlasco, è uno dei casi più noti e discussi nella provincia di Pavia. La vittima, una giovane donna, fu trovata morta nel suo appartamento; l’inchiesta ha attraversato diverse fasi, processi e nuove acquisizioni di prove. Alberto Stasi, ex fidanzato della ragazza, fu condannato dopo un lungo iter giudiziario che ha incluso due appelli e una revisione delle tecniche investigative.

Andrea Sempio, che oggi risulta indagato per la seconda volta, era un amico della sorella della vittima con cui aveva rapporti quando erano adolescenti. I rapporti si sono interrotti bruscamente dopo il fatto, complice anche l’evolversi delle indagini. Questo elemento ha fatto emergere una nuova chiave di lettura all’interno delle indagini, spingendo la procura a riaprire il fascicolo e a riassegnare nuove perizie per fare luce su verità nascoste o trascurate.

La nuova fase delle analisi e le prospettive future

La nuova indagine rappresenta un passaggio fondamentale per chi ha seguito il caso fin dagli inizi. Ogni passo sarà scrupolosamente documentato e basato su prove materiali, con la speranza di giungere a risultati inediti. Il lavoro degli specialisti, in particolare nelle analisi delle impronte e del dna, potrebbe ribaltare o rafforzare quanto già emerso, dando un nuovo volto a uno dei misteri irrisolti della provincia pavese.

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