La città di Napoli si presenta al pubblico coreano attraverso una mostra di dipinti ottocenteschi e dei primi anni del Novecento provenienti dal Museo di Capodimonte. L’evento, ospitato al My Art Museum di Seul fino al 30 novembre 2025, offre un intreccio tra arte, storia e rapporti diplomatici tra Italia e Corea. Sessantotto opere rappresentano donne, spazi interni e paesaggi, tracciando un ritratto della città partenopea durante un periodo di profonde trasformazioni politiche e sociali.
Un ponte culturale tra napoli e seul attraverso l’arte ottocentesca
La mostra nasce dall’idea di presentare la città di Napoli come un crocevia culturale e artistico con respiro internazionale. Le opere selezionate raccontano anni cruciali, dal Regno Borbonico fino all’Unità d’Italia, un contesto storico segnato da profonde rivoluzioni sociali e politiche. Questo periodo coincide con importanti iniziative diplomatiche tra Italia e Corea, come il trattato firmato a Napoli nel 1884 dal diplomatico Ferdinando De Luca, che contribuì a stabilire legami commerciali e diplomatici tra le due nazioni.
Il direttore del Museo di Capodimonte, Eike Schmidt, ha sottolineato come questa esposizione permetta di mostrare un lato poco conosciuto del museo, spesso ricco di opere nascoste o in deposito. Per l’occasione sono stati restaurati dipinti e cornici, ritrovati in collezioni non esposte da anni. Si tratta anche di un’occasione per commemorare il 70° anniversario dall’istituzione delle ambasciate italiana e coreana a Roma e Seul, datato 1956, rafforzando così il legame culturale tra le due realtà.
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Il percorso espositivo: donne, interni aristocratici e paesaggi mediterranei
La mostra si articola in undici sale, dove è possibile seguire un percorso tematico e cronologico. Al centro della narrazione figurano ritratti femminili realizzati da artisti come Giovanni Boldini e Giacomo Balla. La rappresentazione delle donne ne esce valorizzata, evidenziando anche la presenza e il contributo delle pittrici dell’epoca come Jane Benham Hay, Therese Schwarze Van Idyll e Maria De Luca.
Gli interni paiono usciti da atmosfere aristocratiche e borghesi, con esempi notevoli come le opere di Alexandre Jean Dubois Drahonet e Giuseppe De Nittis. Particolare attenzione va ai bozzetti di Gennaro Maldarelli, pittore della corte borbonica, che lavorò per la decorazione del soffitto del Palazzo Reale di Napoli. Il racconto si arricchisce con un focus dedicato a Gioacchino Toma e, infine, conduce attraverso scorci paesaggistici e visioni esterne legate al Grand Tour, rappresentate da artisti come Marco De Gregorio e Vincenzo Caprile. I paesaggi mostrano luoghi iconici come Napoli, Capri e Paestum, immergendo il visitatore nella luce e nei colori tipici del Mediterraneo.
Tra promozione culturale e turismo, l’importanza della mostra in corea
Il My Art Museum di Seul ha voluto affidare a questa rassegna il compito di far conoscere un pezzo importante del patrimonio artistico italiano soprattutto al pubblico coreano, molto interessato alle visite in Europa e in particolare nel Sud Italia. La collaborazione tra istituzioni italiane e coreane ha coinvolto il Ministero della Cultura italiano, l’Ambasciata italiana a Seul, e l’Istituto Italiano di Cultura, con la partecipazione attiva di figure diplomatiche tra cui l’ambasciatrice Emilia Gatto e la direttrice Michela Linda Magrì.
Il direttore di My Art Museum, Yi Taegun, ha richiamato l’attenzione sull’emozione che Napoli suscita, attraverso la sua storia, la luce e la vitalità quotidiana, elementi che attraggono artisti e visitatori da sempre. Il progetto culturale comprende anche iniziative dedicate ai più giovani e un merchandising legato alla mostra, che rappresenta una leva fondamentale per arricchire l’esperienza dei visitatori. L’evento si inserisce nel programma di celebrazioni Neapolis 2500, un’occasione per rilanciare l’identità storica di Napoli anche oltre i confini nazionali, costruendo un dialogo con culture lontane come quella coreana.
Durata e opportunità per il pubblico coreano
L’esposizione rimarrà aperta fino alla fine di novembre 2025, dando tempo agli appassionati d’arte coreani di ammirare da vicino questa finestra sulla città di Napoli nel secondo Ottocento. Un’occasione rara di collegare arte, storia e rapporti internazionali mediante opere che raccontano più di un secolo di vita e di trasformazioni.