La relazione tra cultura e sostenibilità ambientale si è consolidata negli ultimi 25 anni, grazie soprattutto alla Convenzione di Faro. Questa intesa ha segnato un cambio di rotta nel modo in cui le organizzazioni culturali affrontano il tema della tutela ambientale. Oggi, enti pubblici e privati nel campo della cultura riconoscono non solo l’importanza del proprio ruolo nel promuovere pratiche sostenibili, ma anche l’urgenza di applicarle internamente. Il dialogo tra Ministero della Cultura, Ministero dell’Ambiente e altri attori economici, come istituti finanziari, diventa così un elemento centrale per sostenere questa trasformazione.
L’eredità della convenzione di faro e il ruolo della cultura nella sostenibilità
La Convenzione di Faro, approvata nel 2000, ha rappresentato un passaggio cruciale nel rapporto tra cultura e sviluppo sostenibile. Questa accordo ha riconosciuto che il patrimonio culturale va considerato non solo come valore storico o artistico, ma anche come leva per uno sviluppo più responsabile verso l’ambiente. Da allora le organizzazioni culturali hanno iniziato a rivedere le proprie strategie, inserendo l’ambiente tra le priorità da tutelare. Questo approccio ha contribuito a far emergere una nuova consapevolezza, secondo cui difendere la cultura significa anche salvaguardare il pianeta per le generazioni future.
Con il passare del tempo, enti pubblici e privati hanno cominciato a fare passi concreti, integrando pratiche green e promuovendo eventi e programmi educativi che evidenziano l’importanza della sostenibilità. Non si tratta più di un semplice slogan, ma di azioni quotidiane da adottare. Inoltre, molte realtà culturali hanno assunto una missione chiara: essere protagoniste attive del cambiamento ambientale, influenzando non solo le proprie attività, ma anche la comunità e gli stakeholder coinvolti.
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Le organizzazioni culturali come protagoniste del cambiamento ambientale
Le istituzioni culturali oggi sentono di dover agire in modo coerente con i principi della sostenibilità. Questo impegno si riflette in diverse azioni rivolte sia all’interno delle strutture che verso l’esterno. Per esempio, molte organizzazioni stanno adottando politiche per ridurre l’impatto ambientale delle proprie sedi, dalla gestione dei rifiuti alla scelta di materiali a basso impatto. Parallelamente, i programmi culturali spesso includono riflessioni o eventi che sensibilizzano il pubblico sul rispetto dell’ambiente.
Inoltre la sostenibilità viene considerata anche come parte integrante della responsabilità sociale verso i dipendenti. La diffusione di modalità operative ecologicamente consapevoli rappresenta un segnale concreto di questo cambiamento. Le organizzazioni puntano a coinvolgere i collaboratori e a migliorare la qualità del lavoro attraverso pratiche green che possono comprendere una migliore gestione delle risorse energetiche e soluzioni per la mobilità sostenibile.
Questo processo non riguarda solo la tutela ambientale, ma anche la costruzione di un’identità culturale che si fonda su un rapporto più diretto e responsabile con il territorio. Così la cultura diventa uno strumento per orientare comportamenti, influenzare abitudini e promuovere modelli di sviluppo più sostenibili.
Il ruolo del ministero della cultura, ambiente e delle istituzioni finanziarie
Per sostenere il cambiamento richiesto dalla sfida ambientale, è fondamentale che il Ministero della Cultura e il Ministero dell’Ambiente collaborino strettamente. Solo attraverso una sinergia tra questi due mondi si possono mettere in campo le politiche e le risorse necessarie per accompagnare le organizzazioni culturali in questo percorso. Oltre a questi due ministeri, anche altri attori devono fornire il proprio contributo.
In particolare, le istituzioni finanziarie svolgono un ruolo chiave. Le iniziative per la sostenibilità nel campo culturale richiedono investimenti rilevanti, che spesso devono seguire canali specifici legati alla natura delle attività culturali. Qui entra in gioco l’Istituto per il Credito Sportivo, che ha un ruolo potenziale nel facilitare finanziamenti dedicati a progetti green legati alla cultura. Il sostegno economico permette di trasformare idee e programmi in realtà concrete, andando oltre le buone intenzioni.
La necessità di fondi specializzati nasce dal fatto che le logiche degli investimenti tradizionali non sempre si adattano alle caratteristiche del mondo culturale, che ha patrimonio, strutture e processi diversi da altri settori. Con un sostegno mirato, si possono superare queste difficoltà, creando un ambiente favorevole all’adozione di misure sostenibili a lungo termine.
Le buone pratiche e le sfide emerse dal forum compraverde buygreen 2025
Durante la conferenza “Attività culturali e sostenibilità ambientale: buone pratiche, criticità e sfide per il futuro” tenutasi a Roma nell’ambito del Forum Compraverde Buygreen 2025, esperti e operatori del settore hanno condiviso esperienze e riflessioni. Francesca Velani, vicepresidente e direttrice cultura e sostenibilità di Promo PA Fondazione, ha sottolineato la complessità della strada intrapresa ma anche il senso di responsabilità crescente tra le organizzazioni culturali.
Sono emerse diverse criticità, come la necessità di strumenti adeguati e di una migliore interlocuzione tra enti coinvolti. Il percorso per integrare sostenibilità e cultura richiede tempo, risorse e formazione specifica. Ma le testimonianze riportate durante il forum mostrano come sia possibile arrivare a risultati concreti attraverso una collaborazione mirata e un impegno diffuso.
Al centro del dibattito c’è stata l’idea che cultura e rispetto ambientale costituiscono leve non isolate ma interconnesse. A partire da questa convinzione si possono accompagnare trasformazioni strutturali capaci di influenzare modelli sociali e stili di vita. L’attenzione al contesto locale, l’adozione di tecnologie e metodi innovativi – nel senso di strumenti pratici – sono elementi indispensabili per affrontare questa sfida su larga scala.