Kamel daoud escluso dalla milanesiana per rischio estradizione dopo il premio goncourt con urì

Kamel daoud escluso dalla milanesiana per rischio estradizione dopo il premio goncourt con urì

Kamel Daoud non potrà partecipare fisicamente alla Milanesiana per il rischio di estradizione in Algeria a causa del mandato di cattura internazionale legato al suo romanzo “Urì”, censurato nel paese.
Kamel Daoud Escluso Dalla Mila Kamel Daoud Escluso Dalla Mila
Kamel Daoud, scrittore algerino premiato con il Goncourt, non potrà partecipare fisicamente alla Milanesiana per rischio estradizione in Algeria a causa del suo romanzo “Urì”, che denuncia la guerra civile e la censura nel suo paese. Parteciperà via videoconferenza. - Gaeta.it

Kamel Daoud, giornalista e scrittore algerino vincitore dell’ultimo premio Goncourt, avrebbe dovuto partecipare alla Milanesiana il 16 giugno. L’evento, però, non lo vedrà presente in presenza a causa del rischio di estradizione nel suo paese d’origine, dove è minacciato da un mandato di cattura internazionale. Il suo romanzo “Urì”, pubblicato in Italia da La nave di Teseo, torna a raccontare la guerra civile algerina dando voce a chi in quell’orrore ha perso tutto.

Il mancato arrivo di kamel daoud alla milanesiana del 16 giugno

Kamel Daoud non sarà fisicamente alla Milanesiana, il festival culturale ideato e diretto da Elisabetta Sgarbi, dove doveva presentare “Urì” il 16 giugno. La decisione è stata comunicata dall’organizzazione stessa, che ha spiegato come l’autore rischi l’estradizione in Algeria e la successiva detenzione se mettesse piede in Italia. La causa è un mandato di cattura internazionale emesso dall’Interpol su richiesta di un tribunale algerino. Invece di venire, Daoud si collegherà in videoconferenza per prendere parte agli incontri con il pubblico.

Tensioni tra diritti umani e libertà di espressione

La situazione è delicata e rappresenta una ferita aperta tra diritti umani e libertà di espressione. La possibilità che un autore salti un appuntamento culturale importante come la Milanesiana per paura di una detenzione, evidenzia le tensioni in corso. Elisabetta Sgarbi ha sottolineato come, pur volendo che Daoud fosse presente, la scelta di restare lontano fisicamente voglia comunque mantenere attiva la sua voce e la sua presenza, anche se a distanza.

Le autorità algerine hanno indicato Daoud come soggetto perseguito a causa delle sue opere, in particolare per “Urì”, un libro che è stato bandito proprio in Algeria. La scelta di affidare a un collegamento la partecipazione alla Milanesiana conferma la complessità del momento.

“urì” il romanzo che riafferma la memoria della guerra civile algerina

“Urì” è il titolo del romanzo che ha valso a Kamel Daoud il premio Goncourt, uno dei maggiori riconoscimenti letterari francofoni. Il libro si concentra sulla guerra civile algerina, conflitto interno che negli anni ’90 ha prodotto migliaia di vittime, tra civili, militari e oppositori politici. Il romanzo dà voce a chi è stato cancellato o ignorato dopo quei tragici anni.

Daoud racconta la lotta di chi ha combattuto per sopravvivere a una guerra fratricida, soffermandosi sulle ferite lasciate agli innocenti e sui silenzi imposti dal regime algerino. La repressione culturale e politica ha portato a un bando ufficiale del libro in Algeria. Questa censura è parte delle ragioni che hanno portato al mandato di cattura internazionale, che colpisce direttamente lo scrittore.

Il valore sociale e culturale di “Urì”

L’impatto di “Urì” non si limita alla narrativa. Il romanzo richiama alla necessità di non dimenticare i drammi recenti e di dare dignità alle storie di chi ha subito la violenza. Le testimonianze raccolte nel libro mettono in luce la complessità di una stagione difficile, raccontata senza filtri. È questa franchezza, assente nella versione ufficiale della storia che in Algeria si cerca di raccontare, a spaventare chi vorrebbe mantenere la censura.

La carriera di kamel daoud tra libri e giornalismo

Nato nel 1970 a Mostaganem, a circa 300 chilometri da Algeri, Kamel Daoud ha studiato letteratura francese dopo una laurea in matematica. Il suo percorso nel mondo della scrittura è iniziato con il romanzo “Il caso Meursault” del 2015. Quest’opera ha ottenuto il premio Goncourt ed è stata tradotta in più di 30 lingue, un successo internazionale per un autore algerino contemporaneo.

Daoud ha pubblicato diversi altri libri, sempre con la casa editrice La nave di Teseo. Tra questi si ricordano “Le mie indipendenze” , “Zabor” , premiato con il Prix Méditerranée 2018 e il Prix Transfuge per il miglior romanzo in lingua francese 2018, e “Il pittore che divora le donne” , vincitore del Prix de la Revue des Deux Mondes. La sua attività non si limita ai romanzi ma abbraccia anche il giornalismo. Nel 2018 ha ricevuto il premio Maria Grazia Cutuli per il suo impegno come giornalista.

Un autore tra letteratura e reportage

Questa doppia dimensione, tra scrittura letteraria e reportage, rende Kamel Daoud una figura molto seguita. I suoi testi affrontano spesso temi sociali e politici legati al mondo arabo e alla realtà algerina. Il suo lavoro giornalistico è stato riconosciuto per la capacità di raccontare con chiarezza e rigore i fatti di cronaca, spesso difficili da affrontare.

Reazioni e parole di elisabetta sgarbi sul caso daoud

Elisabetta Sgarbi ha commentato la situazione di Kamel Daoud durante l’annuncio della sua mancata presenza alla Milanesiana. Ha riferito di aver ricevuto una comunicazione dallo scrittore che ha spiegato come, mettendo piede in Italia, rischierebbe l’arresto e l’estradizione in Algeria. Nonostante questo, Daoud si è impegnato a partecipare in collegamento video perché vuole farsi ascoltare ugualmente.

Sgarbi ha definito questa situazione “una sconfitta”, visto che un autore di tale peso culturale non può muoversi liberamente per parlare di un suo libro. Ha espresso cautela affinché questo tema non diventi strumento di scontro politico tra governo e opposizione. L’appello è rivolto invece a creare un fronte comune per difendere la libertà di parola e i diritti fondamentali.

Un appello alle istituzioni e all’opinione pubblica

Il richiamo alle istituzioni e all’opinione pubblica sottolinea l’urgenza di una presa di coscienza sul caso di Daoud. La speranza di Sgarbi è che il silenzio non cali e che il confronto possa avvenire, anche se in forma diversa, attraverso la tecnologia che permette a Daoud di intervenire da lontano. L’evento alla Milanesiana diventa così simbolo di un nodo politico e culturale ancora molto presente.


La vicenda di Kamel Daoud e del suo romanzo “Urì” mostra quanto il confronto sulle pagine di un libro, ancor più se basato su fatti reali, possa farsi terreno di conflitti concreti. Di fronte a un mandato di cattura internazionale e alla censura in patria, l’autore usa la parola come difesa, usando tutti i mezzi a disposizione per mantenere un dialogo aperto con il pubblico italiano e internazionale.

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