La morte di Maria Calabrò, ex professoressa di 75 anni, ha scatenato un’indagine della Procura di Ivrea. La donna è deceduta dopo essere stata investita in una zona ritenuta pericolosa. In questo contesto, i funerali non sono ancora stati programmati, mentre continuano le indagini sull’accaduto. Questo triste episodio solleva interrogativi su sicurezza stradale e responsabilità pubblica.
La dinamica dell’incidente
Il tragico evento si è verificato il 18 febbraio, nei pressi del supermercato In’s in corso Lombardia. Testimoni hanno riferito che la strada era avvolta dall’oscurità. Maria Calabrò è stata colpita da un autoveicolo mentre si trovava in un’area ritenuta mal illuminata. L’automobilista, un residente di Settimo Torinese, ha subito fermato il veicolo per prestare aiuto. I successivi test condotti dai carabinieri hanno escluso l’uso di alcol e droghe da parte dell’autore dell’incidente.
La Procura di Ivrea sta cercando di chiarire se l’infortunio sia riconducibile a negligenza della pubblica amministrazione o a una sfortunata fatalità. Nonostante i rilievi stradali evidenzino che la zona fosse in parte illuminata, persistono dubbi sulla sicurezza di quel tratto stradale.
Illuminazione pubblica e sicurezza stradale
La sindaca di Settimo Torinese, Elena Piastra, ha risposto alle accuse di scarsa illuminazione. Ha difeso l’infrastruttura sostenendo che erano presenti adeguati punti luce nella zona dell’incidente. Afferma che il materiale video acquisito confermerebbe la sufficiente visibilità. Tuttavia, sono stati rilevati malfunzionamenti su un singolo lampione, non situato nel sito dell’incidente. Questo spinge a riflettere su come piccoli guasti possano influenzare la percezione generale della sicurezza.
Le verifiche effettuate dai tecnici comunali suggeriscono che anche in caso di un guasto riconosciuto, la visibilità non sarebbe stata compromessa. Le affermazioni relative a “buio totale” sono state categoricamente negate dalla prima cittadina, che ha evidenziato come tali dichiarazioni possano essere considerate diffamatorie.
Le implicazioni legali per l’amministrazione locale
A fronte di quanto accaduto, il sindaco potrebbe affrontare diverse forme di responsabilità legale. Se venisse accertato che la scarsa illuminazione ha contribuito all’incidente, l’amministrazione comunale può essere considerata responsabile per omissione di atti d’ufficio o addirittura omicidio colposo. La normativa prevede che il sindaco possa rispondere penalmente se non ha fatto seguito a segnalazioni di malfunzionamenti.
La responsabilità civile rappresenterebbe un altro aspetto da considerare. Infatti, il comune potrebbe essere citato in giudizio per danni da parte della famiglia di Maria Calabrò. Questa situazione chiama in causa non solo la sicurezza stradale, ma anche l’efficacia della gestione degli spazi pubblici.
L’esito dell’indagine potrebbe influire anche sul modo in cui vengono gestite le segnalazioni e gli interventi necessari per mantenere la sicurezza dei cittadini. Le autorità competenti sono ora impegnate a stabilire le cause di questa tragica vicenda, mentre la comunità locale riflette sulla sicurezza delle vie di Settimo Torinese.