Hotel “adults only” in Francia: tra polemiche e realtà di un mercato di nicchia

In Francia cresce il dibattito sugli hotel “adults only”, tra chi li vede come spazi di relax e chi li considera una forma di esclusione sociale verso i bambini e le famiglie.
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Hotel “adults only” in Francia, tra controversie e opportunità di nicchia. - Gaeta.it

Gli hotel “adults only”, quelli dove i bambini non possono entrare, stanno scatenando un acceso dibattito in Francia. Mentre in paesi come Italia e Spagna questa formula è apprezzata da chi cerca una vacanza più tranquilla, in Francia le opinioni sono molto divise sul loro valore sociale e culturale. La discussione si intreccia con temi demografici e politici, che nel 2025 sono più vivi che mai.

Hotel senza bambini: un trend europeo, ma in Francia resta un fenomeno marginale

Gli hotel “adults only” propongono un ambiente più calmo, senza la presenza di bambini o minori. Questa formula ha conquistato una fetta di viaggiatori in diversi paesi europei, soprattutto in Italia e Spagna. Nelle isole Baleari o alle Canarie, per esempio, sono spesso presentati come un’offerta premium per chi vuole una vacanza senza il caos che a volte portano i più piccoli. In Italia, regioni come il Lago di Garda, la Toscana e la Sardegna vantano una buona presenza di queste strutture, scelte soprattutto da coppie e gruppi di amici.

In Francia, invece, gli hotel riservati solo agli adulti sono davvero pochi: rappresentano appena il 3-5% dell’offerta turistica, secondo l’Unione delle imprese del settore alberghiero . Véronique Siegel, presidente della sezione hotel del sindacato, conferma che queste strutture sono rare e avverte: “vietarle non risolverebbe il problema, perché i clienti interessati potrebbero semplicemente rivolgersi ad altri paesi europei.” Questo dimostra che la domanda c’è, anche se limitata, in un mercato turistico molto competitivo.

In Germania e Belgio, invece, gli hotel “adults only” sono più diffusi e ben inseriti nei cataloghi internazionali. In Francia, però, il tema ha preso una piega politica inedita, aprendo un confronto sul valore sociale di queste strutture e sul ruolo dei bambini nella vita pubblica.

La polemica politica: i diritti dei bambini contro la libertà dei viaggiatori

Nel 2025 la senatrice socialista Laurence Rossignol ha fatto della lotta agli hotel “adults only” un punto centrale della sua agenda. L’ex ministra della Famiglia ha presentato una proposta di legge per vietare tutte le strutture riservate solo agli adulti, definendo questa pratica “una forma di intolleranza istituzionalizzata”. Rossignol ha paragonato la segregazione dei bambini in questi spazi a quella degli animali domestici, mettendo in guardia dal rischio di mandare un messaggio di esclusione verso i più piccoli.

Questa posizione si inserisce in un più ampio sforzo del governo per rafforzare l’accoglienza delle famiglie nella società. Sarah El Haïry, commissaria all’Infanzia, ha promosso iniziative come il Family Choice Award, un riconoscimento per chi si distingue nell’accoglienza delle famiglie, sia negli hotel che nei ristoranti. La commissaria ha sottolineato più volte quanto sia importante non far passare l’idea che i bambini siano “indesiderati” in spazi pubblici come terrazze di bar o strutture ricettive.

In Francia, quindi, il dibattito non è solo turistico. Ha un peso simbolico più ampio, che riguarda inclusione sociale e tutela dei diritti dell’infanzia.

Dietro il dibattito, un contesto demografico e sociale delicato

La questione degli hotel “adults only” si intreccia con il calo della natalità che la Francia affronta da anni. Il presidente Emmanuel Macron ha parlato più volte di “riarmo demografico”, lanciando politiche per invertire questo trend negativo. In questo scenario, l’attenzione ai bambini e alle famiglie diventa una questione politica e culturale di primo piano.

Secondo l’antropologo Jean-Didier Urbain, l’aumento dell’interesse per gli hotel senza bambini rispecchia il bisogno comune di spazi tranquilli, dove staccare da impegni e ritmi sociali. Vincent Lagarde, docente all’Università di Limoges, spiega che chi sceglie queste vacanze non è necessariamente contrario ai bambini, ma cerca semplicemente una pausa dal rumore quotidiano. Spesso sono genitori, insegnanti o operatori che lavorano con i più piccoli e desiderano qualche giorno di relax senza interruzioni.

Il nodo della questione in Francia è proprio questo: da un lato, il diritto delle famiglie a essere accolte e integrate nella vita pubblica; dall’altro, la libertà individuale di scegliere vacanze riservate agli adulti. Si mette così in discussione fino a che punto limitare la libertà dei turisti in nome di un principio più ampio.

Il confronto resta aperto. La decisione che arriverà nei prossimi mesi influenzerà non solo il settore turistico, ma anche il modo in cui la società francese vede il ruolo dei bambini e la libertà personale nelle scelte di viaggio.