L’inchiesta sulle presunte attività illecite di un gruppo di esperti informatici e investigatori privati, noto come Equalize, è arrivata a una svolta. Le procure di Milano e nazionale antimafia hanno chiuso la prima fase delle indagini aperte dopo l’arresto di quattro persone a fine 2024, tra cui ex ufficiali delle forze dell’ordine. Le accuse principali riguardano accessi non autorizzati a dati riservati e la stesura di dossier su personaggi pubblici e vip. Il fascicolo conta oltre 200 capi di imputazione e coinvolge quindici persone, tra investigatori, tecnici e imprenditori.
L’atto di chiusura indagini e le figure coinvolte
Gli uffici della Direzione distrettuale antimafia di Milano e della Direzione nazionale antimafia hanno depositato un documento di oltre 200 pagine che riassume le accuse a carico dei sospettati. Il pubblico ministero Francesco De Tommasi, assieme ai colleghi Antonello Ardituro e Barbara Sargenti, ha coordinato l’attività dei carabinieri del Ros nella raccolta delle prove. Il documento medico legale è la base per la richiesta di processo. Tra gli imputati spicca Enrico Pazzali, ex presidente di Fondazione Fiera Milano e investigatore privato coinvolto nel comando operativo del gruppo. Accanto a lui figurano esperti informatici come Nunzio Samuele Calamucci e l’imprenditore romano Lorenzo Sbraccia, considerato uno dei principali «clienti» del gruppo.
Un ex superpoliziotto tra gli indagati
L’ex superpoliziotto Carmine Gallo, fermato nei mesi scorsi, è deceduto a marzo 2025. Altre persone indagate comprendono tecnici informatici e collaboratori legati alla sede di via Pattari di Equalize, come Samuele Abbadessa, Massimiliano Camponovo e Giulio Cornelli. Il fascicolo ricostruisce una rete complessa di accessi illegittimi a banche dati riservate e lo scambio di informazioni in modo clandestino.
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Le accuse contestate e i problemi giudiziari emersi
Le contestazioni più gravi rivolte ai 15 indagati riguardano l’associazione per delinquere finalizzata all’accesso abusivo a sistemi informatici protetti, alla corruzione, alle intercettazioni illegali e alla rivelazione di segreti d’ufficio. Queste accuse descrivono un meccanismo in cui dati riservati venivano carpiti e utilizzati per elaborare dossier su personaggi noti. I pm indicano che il gruppo avrebbe operato nell’ombra, andando a controllare movimenti telefonici, informazioni finanziarie e altri dettagli sensibili.
Misure cautelari e opposizioni
Tra le persone per cui si sono chieste misure cautelari figurava anche lo stesso Pazzali. Il gip di Milano ha respinto diverse richieste, ma i pubblici ministeri si sono rivolti al tribunale del riesame per ottenere il carcere o gli arresti domiciliari per undici persone coinvolte, con qualche differenza sul grado della restrizione. Alcune richieste sono ancora in attesa di risposta, anche se sono trascorsi più di quattro mesi dalle relative udienze.
Le vittime e le personalità coinvolte nelle intercettazioni
L’inchiesta ha portato allo scoperto numerose personalità monitorate dal gruppo nei vari dossier. Tra i nomi emersi nelle indagini ci sono il manager Paolo Scaroni e il cantante Alex Britti, entrambi finiti nelle imputazioni relative ai dossier. Oltre a loro, sono emersi riferimenti a Ignazio La Russa e ai suoi familiari, citati dalle intercettazioni ma non oggetto di accusa formale. Altri personaggi pubblici sarebbero stati spiati senza autorizzazioni, attraverso pratiche di accesso illecito a sistemi informatici pubblici e privati.
Modalità di raccolta dati
Il lavoro degli inquirenti ha rivelato modalità di raccolta dati molto dettagliate, con accessi a database delle forze dell’ordine e di altri enti istituzionali, spesso compiuti da ex agenti e persone con esperienza nel campo della sicurezza e informatica. Questo quadro conferma la portata articolata della rete di presunte attività illegali e il possibile danno derivato a diverse vittime.
Sviluppi e prossimi passaggi nel procedimento giudiziario
Dopo la chiusura formale delle indagini, la procura ora prepara il rinvio a giudizio. Il procedimento coinvolge più filoni, ma la prima tranche include tutti i fatti principali già emersi nelle indagini preliminari. Le richieste di misure restrittive in corso di valutazione potrebbero modificare la posizione di alcuni indagati, soprattutto riguardo alla custodia cautelare.
Nel contesto delle accuse figurano dettagli tecnici relativi agli accessi a sistemi protetti e l’uso di intercettazioni non autorizzate. I prossimi mesi segneranno l’avvio formale del processo, con la discussione delle prove e delle testimonianze raccolte. Gli atti confermano il ruolo centrale di Enrico Pazzali e di alcuni collaboratori esperti in ambito informatico e investigativo.
L’indagine si colloca nell’ambito di una crescente attenzione verso fenomeni di spionaggio digitale e abusi nella gestione delle informazioni riservate, molto delicate per la sicurezza pubblica e privata. Il caso Equalize resta uno dei più complessi approcciati dalla magistratura milanese negli ultimi anni.