Inaugurato a venezia il nuovo anfiteatro "un fiore a san servolo" progettato da mario cucinella

Inaugurato a venezia il nuovo anfiteatro “un fiore a san servolo” progettato da mario cucinella

L’anfiteatro “Un fiore a San Servolo” di Mario Cucinella, realizzato con stampa 3D e materiali sostenibili sull’isola di San Servolo a Venezia, unisce architettura, natura e cultura nel rispetto ambientale.
Inaugurato A Venezia Il Nuovo Inaugurato A Venezia Il Nuovo
A Venezia, sull'isola di San Servolo, è stato inaugurato l'anfiteatro "Un fiore a San Servolo", progettato da Mario Cucinella con stampa 3D e materiali sostenibili, che unisce architettura, natura e cultura nel rispetto ambientale. - Gaeta.it

Nel cuore della laguna di venezia, sull’isola di san servolo, è stato inaugurato “un fiore a san servolo”, un anfiteatro che si distingue per la sua forma ispirata alla corolla di un fiore e per l’attenzione al rispetto ambientale. Il progetto, firmato dall’architetto mario cucinella, è nato per dialogare con il paesaggio naturale circostante, valorizzando la relazione tra architettura e natura. La struttura è stata presentata in occasione dei green design days, evento svolto in parallelo con la 19ª mostra internazionale di architettura promossa dalla biennale di venezia.

La struttura e il contesto dell’isola di san servolo

L’anfiteatro si colloca sull’isola di san servolo, una delle isole della laguna veneziana con un ruolo storico e culturale consolidato. L’intervento architettonico si inserisce in questo ambiente delicato senza forzature, riprendendo le forme naturali e la linea paesaggistica tipica del luogo. La scelta di realizzare una struttura aperta e a forma di fiore deriva dall’idea di integrarsi con il contesto. Non è solo una struttura per ospitare eventi o incontri, ma un elemento che vuole farsi parte del paesaggio, quasi un’estensione naturale dell’isola stessa. La particolare conformazione ad anfiteatro facilita lo svolgimento di eventi all’aperto, creando un ambiente capace di accogliere il pubblico senza appesantire la cornice naturale.

L’isola di san servolo ha una storia che spazia da residenza monastica a ospedale psichiatrico, ora divenuta spazio culturale aperto a mostre ed eventi. Con questo nuovo anfiteatro, si amplia l’offerta di luoghi capaci di ospitare manifestazioni culturali e artistiche, restituendo spazio e funzionalità a un’isola apprezzata per i suoi valori ambientali e storici. Il progetto sembra quindi voler unire passato e presente, proponendo un punto di incontro tra natura e cultura all’interno di un contesto storico veneziano.

Materiali e tecnologia all’avanguardia per una realizzazione sostenibile

La scelta dei materiali e delle tecniche costruttive è uno dei punti focali di questo progetto firmato mario cucinella. L’anfiteatro è stato realizzato utilizzando la stampa 3D, una tecnologia avanzata applicata al campo dell’edilizia con risultati che vanno oltre la mera forma estetica. Gli elementi costitutivi sono stati prodotti impiegando un materiale a base di calce naturale certificato come sostenibile. Il lavoro si è basato su un modulo base, progettato per incastrarsi con gli altri e garantire una struttura autoportante senza necessità di leganti chimici o supporti aggiuntivi.

La produzione degli elementi è avvenuta direttamente sull’isola, con una stampante 3D operativa per quasi 200 ore, riducendo il trasporto e quindi l’impatto ambientale legato agli spostamenti di materiale pesante. Questo processo ha permesso anche di mantenere alta la qualità delle parti, con tolleranze di precisione che facilitano l’assemblaggio finale a secco. Questa scelta tecnica consente di smontare facilmente la struttura per spostarla o riutilizzarla, rispettando principi di reversibilità e riducendo gli scarti.

Il materiale di calce naturale, una soluzione consolidata in edilizia ma rivisitata in un contesto di stampa digitale, conferisce al manufatto caratteristiche di durabilità e traspirabilità insieme al basso impatto ambientale. Il progetto mostra quindi un equilibrio tra sperimentazione tecnologica e attenzione al territorio, puntando a minimizzare le interferenze sull’ambiente lagunare fragile.

Un’architettura pensata per dialogare con natura, società e cultura

Mario cucinella ha definito questa opera come uno spazio in cui tradizione e tecnologia si incontrano per dare vita a un nuovo modo di fare architettura nel rispetto del contesto naturale e sociale. L’anfiteatro non è stato concepito solo come un’installazione artistica, ma come un luogo aperto per incontri, eventi culturali e momenti di condivisione, dove la sostenibilità passa attraverso la materialità e la reversibilità delle soluzioni adottate.

Il riferimento alla forma di un fiore non è puramente simbolico. La struttura si presenta come una presenza delicata, che “sboccia” quasi dal terreno, partecipando al ciclo naturale senza sovrastarlo. Questo principio si riflette anche nella scelta di procedere all’assemblaggio a secco, mantenendo viva la possibilità di modifiche future e rispetto per il paesaggio lagunare.

Il progetto coinvolge dimensioni ambientali ma punta anche al valore culturale di un luogo che si apre a ospitare eventi legati alla cultura, all’arte e alla comunità locale. La sostenibilità vige quindi in senso ampio, includendo aspetti sociali e culturali oltre che ecologici. L’anfiteatro diventa così uno spazio capace di stimolare attenzione e riflessione sul rapporto tra uomo e ambiente.

La collaborazione tra studio di architettura, aziende e artigiani

Allo sviluppo di questa opera hanno lavorato diverse realtà imprenditoriali e tecniche. La stampante 3D che ha prodotto gli elementi è stata fornita dall’azienda Erratic srl di Valdagno, in provincia di Vicenza. Gli specialisti di questa impresa hanno messo a disposizione il loro know-how tecnico, garantendo l’efficacia della produzione e la gestione del processo di stampa in un contesto complesso come quello dell’isola.

Una squadra di imprese ha supportato il progetto con servizi, materiali e risorse, essenziali per completare l’intera struttura. Questo lavoro collettivo ha permesso all’architetto cucinella di tradurre il proprio disegno in realtà, applicando con cura le tecniche sostenibili diffuse tra i partner. La filiera, con competenze diverse, ha contribuito a tenere sotto controllo tempi e caratteristiche tecniche, raggiungendo un risultato che unisce praticità e attenzione formale.

Il progetto segue una visione condivisa che coinvolge anche realtà economiche locali e specializzate nel campo della stampa 3D e dell’edilizia naturale. Si inserisce in un quadro di collaborazione tra architetti, imprese e istituzioni, puntando a trasformare luoghi della laguna in spazi accessibili, integrati e capaci di proposte culturali.

L’anfiteatro di san servolo rappresenta così un esempio concreto di architettura contemporanea costruita sulla capacità di lavorare con metodologie all’avanguardia, rispettando al tempo stesso il patrimonio naturale e culturale veneziano. L’attenzione ai dettagli costruttivi e materiali proiettano questa opera in un futuro dove l’ambiente e la società possono dialogare direttamente attraverso la pietra stampata in 3D.

Change privacy settings
×