Un nuovo strumento per contrastare gli abusi sessuali prende piede in Sardegna. Si tratta del progetto CYD – Check Your Drink, un test rapido a linguetta che identifica in pochi secondi la presenza di sostanze stupefacenti spesso impiegate per commettere violenze. L’iniziativa, già attiva a Nuoro con distribuzione gratuita, punta a raggiungere tutta l’isola attraverso collaborazioni con enti pubblici e realtà associative.
Il test rapido cyd: come funziona e cosa rileva
CYD è un kit composto da test monouso che si presentano sotto forma di una linguetta facile da usare e trasportare. Ogni confezione contiene otto test da utilizzare su bevande sospette. Il funzionamento si basa su una reazione chimica che si attiva a contatto con sostanze stupefacenti comunemente usate per compromettere la lucidità della vittima. Il risultato appare in pochi secondi, permettendo di individuare tempestivamente la presenza di droghe.
L’obiettivo principale è prevenire le aggressioni sessuali legate all’uso di droghe da parte di chi assiste a situazioni a rischio o vuole controllare la propria bevanda. L’uso semplice e veloce rende il test uno strumento accessibile anche a chi non ha competenze specifiche. La portabilità favorisce la diffusione nei luoghi pubblici, come locali e eventi, dove i rischi sono maggiori.
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La sperimentazione in sardegna e il coinvolgimento delle istituzioni
La Sardegna si distingue come prima regione in Italia a impiegare il progetto CYD su scala territoriale. L’assessorato regionale alla Sanità ha presentato l’iniziativa supportata dal centro antiviolenza Onda Rosa di Nuoro e dalla società di diagnostica Voden Medical. Un primo stock di test è stato distribuito gratuitamente a Nuoro, in modo da testare la validità pratica dello strumento.
L’assessore Rosa Canu ha definito questa iniziativa non come un’azione temporanea, ma come un intervento sanitario e sociale necessario per rispondere a una minaccia concreta sul territorio. Il progetto mira a inserirsi stabilmente nel sistema dei Centri Antiviolenza regionali, affinché il test diventi un presidio facilmente reperibile per prevenire episodi di violenza.
L’espansione del progetto e il ruolo della società civile
Il progetto punta ora a una diffusione diffusa e capillare nell’intera isola. Per farlo, oltre al sostegno delle istituzioni, coinvolgerà associazioni di categoria, enti pubblici, locali pubblici e scuole. L’idea è creare una rete territoriale che sostenga l’azione preventiva su più fronti, estendendo l’uso del test anche in ambienti frequentati da giovani e da chi è più esposto a rischi di abuso.
La collaborazione tra pubblico e privato trova in Voden Medical un partner strategico che ha fornito senza costi i primi kit e confermato l’impegno a sostenere il progetto nel lungo periodo. La presenza del test nei luoghi della vita sociale dovrebbe permettere una vigilanza diffusa capace di scardinare pratiche pericolose.
Le parole di chi promuove il progetto cyd in sardegna
Luissana Porcu, di Onda Rosa, ha sottolineato come la paura e il controllo siano strumenti di oppressione, mentre la prevenzione rappresenti un’azione di rottura. La scelta di distribuire CYD gratuitamente e di estenderlo a tutte le comunità dimostra volontà di affrontare collettivamente il problema.
L’attivazione del test nei centri antiviolenza e negli spazi pubblici richiede un impegno condiviso. Qui la tecnologia si mette al servizio della società per arginare uno dei principali fattori che facilitano le aggressioni sessuali, ovvero l’uso clandestino di droghe.
La strada tracciata dalla Sardegna fa da apripista per altre regioni interessate a replicare un modello che unisce prevenzione sanitaria e intervento sociale, con strumenti facilmente accessibili.